Primo Piano

Road to Draft 2018: DeAndre Ayton

Squadra: Arizona Wildcats (Freshman)

Ruolo: Centro

2017-18 Stats Per Game:

Pts TotRebs DefRebs OffRebs Asts Stls Blks FG% 3pts FG% Ft%
20.1 11.6 8.2 3.4 1.6 0.6 1.9 61.2 34.3 73.3

2017-18 Advanced:

Ast% Reb% OffReb% DefReb% TO% Usg% Blk% eFG% TS%
10.2 21.4 13.5 28.2 11.3 26.6 6.1 62.5 65

 

“Il college basketball non ha un centro così dominante dai tempi di Shaq.”

Queste sono le parole di Bill Walton, dopo aver visto giocare qualche partita di DeAndre Ayton con la maglia degli Arizona Wildcats. In quanto a iperbole il leggendario Bill si sa, non è secondo a nessuno, ma qualche presupposto per credergli c’è eccome.

Ayton ha giocato una stagione molto solida ad Arizona e, nonostante l’eliminazione dei suoi Wildcats al primo turno del Torneo, ha chiuso l’anno con una doppia doppia di media da 20.1 punti e 11.6 rimbalzi. Ma quello che impressiona è la sua completezza di movimenti, abbinata ad un fisico che raramente si è visto anche a questi livelli. È la grande attrazione del Draft del 2018, per molti la prima (scontata) scelta assoluta, e dopo un anno di rodaggio nel deserto di Tucson è pronto a prendersi il palcoscenico anche in NBA, andando ad aggiungersi alla lista dei Centri-Unicorni che stanno rivoluzionando la lega.

 

Punti di forza

Il primo vero vantaggio di Ayton è quello di avere il corpo di un Super Eroe della Marvel. Duecento sedici centimetri per centoquindici chili di muscoli scolpiti nel marmo, abbinati ad un wingspan di sette piedi e cinque pollici (non ai livelli di Bamba, ma comunque straordinario) e ad una verticalità di salto di oltre un metro. Per capirsi: è enorme come Steven Adams, salta quanto Andrew Wiggins ed ha le sembianze fisiche di un David Robinson modificato al massimo su NBA2K.

Le sue skills tecniche sono notevoli e gli permettono di avere più soluzioni in faretra. Avendo giocato gran parte della stagione NCAA da Power Forward (accanto ad un centro classico e giurassico come Ristic) ha affinato anche il suo gioco fronte a canestro e la sua capacità di mettere la palla per terra dopo la ricezione. La sua ricezione preferita resta quella in post, dove ha sviluppato un arsenale di movimenti che lo rendono, date le dimensioni fisiche, difficilmente arrestabile. Gran parte dei suoi punti arriva da post-up (91esimo percentile al college in questa situazione), dove ha iniziato a diventare bravo anche nel riaprire in caso di raddoppio. Ayton ha grandi mani ed è molto intelligente, cosa che potrebbe portarlo presto a diventare un passatore sopra la media, una dote sempre più importante per un centro nella NBA contemporanea.

L’aver chiuso la stagione al diciassettesimo posto per percentuale effettiva dal campo (62.5%) dimostra come sia un attaccante letale, nonostante il grosso della sua produzione arrivi all’interno dell’area. Il 34% scarso da tre punti con cui ha chiuso l’anno al college non è dato eccellente, ma non pregiudica niente delle possibilità di Ayton di svilupparsi in un rispettabile tiratore perimetrale. La mano è morbida (così come il rilascio) e nonostante ci sia ancora del lavoro da fare, anche la meccanica di tiro è più che discreta, e già dai cinque metri ha già un jumper solido. Il 73% ai liberi inoltre è un’ulteriore dimostrazione della bontà delle sue doti balistiche, e una volta ampliato il range di tiro fino ad oltre l’arco diventerà veramente un attaccante completo.

In situazione di catch-and-shoot, dovendo solo ricevere, mettere a posto i piedi e tirare è già abbastanza affidabile. Meno quanto devo prendersi il tiro da palleggio.

 

Punti deboli

Il vero punto di domanda sull’impatto che avrà Ayton al piano di sopra riguarda la metà campo difensiva. Nonostante un footwork più che discreto, cosa che gli permetterà di poter cambiare su avversari più piccoli di lui potendo tenere quantomeno un paio di scivolamenti, i suoi istinti e piazzamenti difensivi hanno fatto spesso storcere il naso.

Per quanto imponente, Ayton non sembra essere un rim-protector d’élite come Bamba o Jackson Jr., e spesso si fa spostare troppo facilmente dagli avversari. Il suo Block Rate è uno dei peggiori tra i nomi di spicco che sono usciti dalla NCAA negli ultimi dieci anni e nella metà campo difensiva non sembra giocare con la stessa energia che invece mette in quella offensiva.

Tutti gli errori difensivi di Ayton contro Buffalo al primo turno del Torneo.

Difficilmente riesce a compiere una giocata difensiva andando in aiuto o compiendo una rotazione che non coinvolga il suo uomo e per di più il suo atteggiamento non è sempre impeccabile, molto infantile ancora. Questo potrebbe essere un problema per ambientarsi alla svelta nella lega sportiva più competitiva al mondo. L’aver giocato una stagione per Sean Miller (allenatore di Arizona, una versione di Tom Thibodeau in NCAA) avrebbe dovuto farlo crescere ma i miglioramenti sono stanti quasi nulli. C’è da dire però che anche in questo discorso, l’aver giocato di fianco ad un pachiderma come Ristic, che difficilmente lasciava il pitturato non lo ha aiutato. Nei rari casi in cui i Wildcats schieravano quintetti più piccoli, con lui da centro e quattro esterni, le cose sono andate meglio. Nonostante Ayton abbia davvero tutto per diventare un giocatore dominante in attacco anche nella NBA qualora non dovesse riuscire a risolvere i suoi limiti difensivi rischierebbe di non riuscire a evolversi nel franchise player di cui, chi lo selezionerà, ha estremo bisogno.

 

Upside

La differenza tra diventare Jahlil Okafor (i due hanno numeri sinistramente simili nella metà campo difensiva) e Joel Embiid rischia di essere più sottile di quanto faccia piacere pensare, ma nessuno in questo Draft (forse neanche Doncic) possiede al tempo stesso garanzie d’impatto immediato e possibilità di crescita così nette come Ayton. I paragoni di sprecano: da Kevin Garnett a David Robinson, da Tim Duncan ad Hakeem Olajuwon.

Quello che è certo è che qualora tutte le tessere del mosaico dovessero andare al loro posto, Ayton rischia di essere un giocatore mai visto prima. Quel fisico abbinato a quelle doti tecniche potrebbero consegnare all’NBA e al mondo intero il primo esemplare di Centro 3.0, andando a ridefinire i concetti della generazione degli Unicorni e portando il ruolo verso un ulteriore step evolutivo.

 

Draft Projection

Ammesso che quello di quest’anno sarà un Draft carico di talento, difficilmente DeAndre Ayton uscirà dalle prime due posizioni. Con molta probabilità sarà la prima scelta assoluta, visto che i Phoenix Suns dopo aver trovato in Devin Booker il volto del loro backcourt, hanno un disperato bisogno di aggiungere talento anche sotto canestro. Lo stesso Ayton ha dichiarato che sarà lui la prima scelta assoluta e non ha intenzione di lavorare con nessun altro prima del Draft, oltre ai Suns. La variabile impazzita Luka Doncic è l’unica che potrebbe scombinare i piani ma quello che è sicuro è che quello del bahamense sarà uno dei nomi più caldi della notte del 22 giugno, nonché uno dei primi a stringere la mano al commissioner Adam Silver.

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Pubblicato da
Niccolò Scarpelli

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