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Road to Draft 2018: Shai Gilgeous-Alexander

Squadra: Kentucky (Freshman)

Ruolo: Point Guard

2017-18 Stats Per Game:

Pts TotRebs DefRebs OffRebs Asts Stls Blks FG% 3pts FG% FT%
14.4 4.1 3.2 0.9 5.1 1.6 0.5 48.5 40.4 81.7

2017-18 Advanced:

Ast% Reb% OffReb% DefReb% TO% Usg% Blk% eFG% TS%
28.8 6.8 3.2 10.0 17.7 21.9 1.7 51.6 57.8

 

Il South Regional all’ultimo torneo NCAA appariva, dopo la prematura eliminazione del first seed Virginia, del #2 Cincinnati e dell’Arizona di DeAndre Ayton, piuttosto agevole per Kentucky. Invece, la nona stagione di coach Calipari alla Rupp Arena si è chiusa di colpo alle Sweet Sixteen, per mano di Kansas State. Shai Aician Gilgeous-Alexander gioca quella partita sostanzialmente per intero, postano un solido 15-5-5, ma non è abbastanza. I Wildcats, che nei primi due turni segnarono 78 e 95 punti, sono eliminati. La carriera collegiale del ragazzo di Hamilton, Ontario, è già finita, ma gli è servita da trampolino di lancio. SGA inizia stagione da freshman al college come il 42° prospetto più intrigante secondo ESPN; la finisce ben più in alto nelle lista di tutti gli scout NBA.

Shai al liceo mentre spezza caviglie.

Arrivato sostanzialmente per sostituire De’Aaron Fox in cabina di regia per coach Calipari, Shai se n’è andato salutando la Big Blue Nation con un sentito video di ringraziamento. Sullo sfondo, sono raffigurati tutti i grandi Wildacats che ce l’hanno fatta in NBA: John Wall, Karl-Anthony Towns, Eric Bledsoe, Jodie Meeks, DeMarcus Cousins. Gilgeous-Alexander potrebbe essere il prossimo.

Punti di forza

Il figlio di Charmaine Gilgeous (sprinter per la nazionale di atletica di Antigua e Barbuda alle Olimpiadi di Barcellona 1992) e di Vaughn Alexander (suo allenatore da ragazzino, «un tipo tosto, che urlava sempre»), appena arrivato a Lexington, Kentucky, era il 7° (su 8) prospetto della stagione dei Wildcats secondo, tra gli altri, ESPN. Kevin Knox permettendo, sarà il primo draftato. Quando lui e il cugino Nickeil Alexander-Walker (guardia di Virginia Tech), vicini di casa, vennero chiamati da coach Zach Ferrell a Hamilton Heights Christian Academy non esitarono un minuto. A Chattanooga, nel Tennessee, crescendo sotto coach Ferrell, Shai si è tolto molte soddisfazioni. Il suo (ex) coach ne parla così:

“La sua forza mentale sta nel non abbattersi, ed è una cosa da ragazzo più maturo di ciò che dice la sua carta d’identità. È concentrato solo sulle cose che può controllare. Lavora duro, va in palestra e non si interessa a frivolezze.”

Anni dopo, Calipari conferma, ammettendo che Gilgeous-Alexander non è mai arrivato tardi ad una singola lezione in università, non ha mai saltato un incontro con un tutor, ed è sempre stato il più stacanovista in palestra e in sala pesi. Grazie a tutto questo, «è sbocciato. Un grande esempio per tutti gli altri miei giocatori». Ma cos’è, oltre alla solidità mentale, che rende Shai un prospetto così interessante?

Innanzitutto, la lunghezza. Non solo è ben più alto della media per i pari ruolo (due metri d’altezza), ma ha un’invidiabile wingspan: non si avvicina a quella di Mo Bamba, ma 2 metri e 15 di apertura alare lo renderanno un pericoloso ruba-palloni fin da subito al piano di sopra. Non è finita qua. Prima di entrare all’università gli avevano trovato una convincente percentuale di massa grassa (6.23%): considerando la sua maniacale etica del lavoro, potrebbe ulteriormente migliorare fisicamente durante questa off-season. Salta parecchio (36 pollici di elevazione, quasi 92 cm) e non ha paura di sporcarsi le mani in difesa. Frank Ntilikina è, alla prima stagione, già uno dei migliori difensori della lega tra le guardie? Gilgeous-Alexander potrebbe fare ancora meglio.

Per gente che difende così, un posticino in NBA ci sarà sempre. Qui invece cambia sul pick-and-roll avversario, ma in post non cede un centimetro al lungo di Florida e finisce per strappargli la palla.

Al contrario del francese dei Knicks, però, Shai è un tiratore sottovalutato. Su 57 tentativi dall’arco ha tirato col 40.4% al college, ed è oltre l’82% dalla lunetta. Due paragoni calzanti potrebbero essere Shaun Livingston o Michael Carter-Williams: Shai non tira tanto, ma non appare impossibile renderlo un tiratore quantomeno nella media. Controlla bene il corpo, tanto che frequentemente si ritaglia il giusto spazio in attacco, dove riesce a rendersi efficace anche senza palla, da tagliante o portando in post il difensore più piccolo. Non ha paura di andare forte al ferro e guadagnarsi i liberi subendo contatti. Il #22 ha cuore da vendere. E questo non si può insegnare.

Punti deboli

Diversi. Sebbene sia un buon portatore di palla nel pick-and-roll, ha mostrato solo sprazzi di una playmaking ability che dovrà invece migliorare al piano di sopra. Il tiro, inoltre, non è da buttare, ma – per fare un paragone icastico – assomiglia più a quello di Markelle Fultz che a quello di Klay Thompson. Il rilascio è davvero lento e specialmente dal palleggio è tutto da verificare. Proprio questo suo non trovarsi a proprio agio a crearsi il proprio tiro ha contribuito allo stagnare dell’attacco di Kentucky in svariati tratti di partite.

Canestro da 3 dal palleggio andando verso destra. Non solo il rilascio è lentissimo, ma la palle è raccolta quasi sotto l’ombelico. Sul piano partita di Buffalo c’è scritto grande come una casa: “Passare sotto al blocco”. In NBA verrà battezzato dal primo giorno.

Se è vero che il frame fisico è dalla sua, la carrozzeria è alquanto leggerina (circa 82 kg). Questo tipo di fisico (longilineo e molto asciutto), come abbiamo visto con Antetokounmpo e ora con Brandon Ingram, richiede più di un anno per mettere su una muscolatura significativa. È un fisico, un “motore”, che spesso sfrutta poco: tende a giocare una pallacanestro a ritmo basso, ragionata fino a che non si strozzano tutte le linee di passaggio.

Upside

Di luglio ’98, Gilgeous-Alexander ha un enorme potenziale. Migliorato tantissimo durante l’unico anno universitario (21.0 punti tirando col 55.3 dal campo, con 6.7 assist durante il torneo – vinto da MVP – della SouthEastern Conference), SGA potrebbe diventare un Ron Harper per il prossimo dominatore della lega. Per un giocatore così atipico, sarà fondamentale il contesto nel quale sarà svezzato. Potrebbe rivelarsi un ben la grande abbondanza di guardie: Luka Doncic, Trae Young, Collin Sexton, Lonnie Walker IV e Troy Brown Jr. potrebbero essere tutti e 5 scelti prima di lui. Dovesse cadere più verso la #20 che verso la #10 pick, aumentano le possibilità che finisca in una squadra con ambizioni da Playoff. Il suo animo combattivo e la possibile presenza di un paio di veterani capaci proteggerlo e farlo maturare coi suoi tempi potrebbero essere decisivi. Non sbagliamoci: se questo solleva due pesi nella maniera giusta e mette su un tiro che non faccia male alla vista, rischia di diventare un giocatorone.

Draft projection

Per tirar fuori da Shai Gilgeous-Alexander un signor giocatore, sarebbe l’ideale portarlo dal miglior allenatore di tiro della NBA. Si chiama Arthur Edward “Chip” Engelland III e da ormai 15 anni sistema cose ai San Antonio Spurs. Notizia buona: gli Spurs hanno una scelta più alta del solito quest’anno, la #18. Notizia cattiva: sebbene le sue quotazioni siano in leggero calo, è difficile che Shai non venga scelto prima. E gli Spurs hanno già in Dejounte Murray un giocatore molto simile al canadese. Possibile che i Clippers spendano una delle loro due chiamate a fine Lottery per Shai e renderlo così un Patrick Beverley 2.0? O forse saranno i Suns alla #16 a portarselo a casa, creando un backcourt molto Kentucky con Devin Booker? Non è facile a dirsi. Di certo, Shai Gilgeous-Alexander entrerà in NBA per sorprendere.

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Pubblicato da
Michele Pelacci

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