Road To Draft

Road to Draft 2018: Dzanan Musa

Squadra: Cedevita Zagabria (Croazia)

Ruolo: Ala piccola

2017-18 Stats Per Game:

Pts TotRebs DefRebs OffRebs Asts Stls Blks FG% 3pts FG% Ft%
12.3 3.2 2.8 0.4 0.9 0.7 0.3 47.5 36.4 75.6

2017-18 Advanced:

Ast% Reb% OffReb% DefReb% TO% Usg% Blk% eFG% TS%
12.5 9.6 4.3 15.3 11.8 24.5 0.4 54.5 61

 

Unico europeo al primo giro nel Draft 2018 oltre al one-man-show Luka Doncic , Dzanan Musa è il classico esterno del vecchio continente che potrà provare l’ascesa in NBA grazie a range di tiro praticamente illimitato, rapidità di piedi caratterizzante del fisico asciutto e centimetri (203) che, accompagnati a uno sviluppo fisico curato e un’educazione precisa nel lavorare sotto canestro per i rimbalzi, potrebbero farne un’ala 3&D con varie soluzioni offensive e perfettamente in grado di adattarsi alla versatilità che sempre di più caratterizza il basket moderno.

In un Draft in cui non mancheranno giocatori da frontcourt, sopratutto nelle primissime posizioni, più di una squadra potrebbe decidere di spendere la propria scelta su Musa e tentare di renderlo un importante giocatore di rotazione.

 

Punti di forza

La caratteristica predominante della fase offensiva di Musa è sicuramente il tiro dalla lunga distanza, che giocando nel Cedevita Zagabria lo ha reso una minaccia costante per le difese avversarie vista la capacità di andare a bersaglio in isolamento anche da distanze siderali (quindi no, l’adattamento alla linea da 3 punti americana non sarà un problema per lui – 6.75 metri per la FIBA, 7.24 metri in NBA).

Musa è pericoloso da qualsiasi distanza e ne è consapevole, aspetto da non sottovalutare in un esterno di 20 anni (arma a doppio taglio, ma ci torneremo). 

Durante l’ultima stagione a Zagabria, quella dell’esplosione in cui i minuti in campo sono arrivati a 23 a partita in tutte le competizioni contro i 17 dell’anno precedente e i punti sono passati da 6.7 a 12.3, Musa ha realizzato 3.0 triple a partita proiettate su 40 minuti (in circa 8 tentativi), quindi con il 35%, mettendo in mostra una notevole confidenza sopratutto nell’1-vs-1 sul perimetro.

E’ già in grado di lavorare lontano dal pallone tagliando ma anche uscendo per ricevere sugli scarichi, ed è a suo agio anche in equilibrio precario. 

Altra caratteristica invidiabile in un giocatore così giovane è la maturità con cui Musa riesce a leggere le situazioni di gioco, mettendo in mostra un notevole QI cestistico e riuscendo spesso a trarre i risultati migliori anche da situazioni complicate.

Gioca ala piccola, ma può gestire un pick-and-roll con confidenza e tende a volersi isolare quando riesce a far cambiare la difesa, strategia che, sopratutto in Europa, può portare a mismatch favorevoli; da verificare la fattibilità di una scelta del genere in NBA, almeno per i primi anni. 

Il fatto di essere così rapido nonostante i centimetri (che gli permettono inoltre di essere un ottimo passatore contro i pari-ruolo), grazie al fisico asciutto che avrà comunque bisogno di molto lavoro in palestra per poter creare un impatto anche in NBA, lo rende una minaccia costante nell’attacco dei closeout, ed è in grado di arrivare al ferro a piacimento contro la maggior parte dei pari-ruolo e concludere già con entrambe le mani. Proiettati su 40 minuti, i suoi punti a partita diventano 20.8, a testimoniare che ci troviamo di fronte a un giocatore offensivamente già maturo e in grado di poter avere un impatto dalla panchina praticamente immediato.

 

Punti deboli

Nonostante i segnali di ottimo potenziale, comunque, il decision-making è uno degli aspetti sotto il quale Musa ha bisogno di crescere maggiormente.

Il suo stile di gioco è poco efficiente, se è lui a gestire l’attacco si trova spesso a rallentare il ritmo della squadra pur di trovarsi nella situazione di gioco a lui più congeniale (in un sorta di imitazione di quello che hanno fatto durante questa stagione gli Houston Rockets con Chris Paul e James Harden, che hanno però qualche argomento in più dalla loro). L’attitudine a voler per forza provocare un cambio durante i pick-and-roll e quindi isolarsi contro il nuovo difensore lo porta a rendere il suo attacco stagnante, e nonostante la pericolosità dall’arco le percentuali possono (e devono) ancora migliorare (tira con il 31.5% da tre da quando è diventato pro).

Possessi del genere sono dannosi tanto nel rallentare il ritmo della propria squadra quanto nel rendere facile la vita degli avversari a rimbalzo per poi avere un contropiede da lanciare a disposizione. 

Altro aspetto su cui per forza di cose Musa dovrà fare passi in avanti, essendo così incentrato nella metà campo offensiva, è quello della difesa.

Il fatto di essere così indietro a livello muscolare lo rende un bersaglio fisso per i giocatori più atletici di lui, che sono già un buon numero in Europa e si moltiplicheranno esponenzialmente una volta arrivato in NBA. Non è ancora chiaro quale sia il ruolo che Musa si trovi meglio a marcare, visto che l’altezza invoglierebbe ad affidargli le ali piccole avversarie, ma l’inconsistenza nella difesa del pitturato lo sconsiglia vivamente.

Il rischio di diventare un giocatore ‘da nascondere’ in difesa in NBA c’è, e sarebbe un peso importante da portarsi dietro già a 20 anni. 

Upside

A conti fatti comunque, vista l’età e la versatilità offensiva, è più realistico un futuro in cui Musa riesce a ritagliarsi un ruolo da giocatore di rotazione da 15-20 minuti anche in squadre competitive diventando un’arma fruibile in uscita dalla panchina.

Se lo sviluppo della fase difensiva fosse curato tanto quanto quello del decision-making e della meccanica di tiro (naturale ma comunque un po’ macchinosa), le previsioni più rosee potrebbero vedere Musa come una versione moderna di 3&D simile a un emblema del ruolo come Tayshaun Prince, ma con più capacità di mettere la palla a terra e sopratutto crearsi un tiro individualmente. Se il fisico si dimostrerà eccessivamente inadatto alla NBA, comunque, e la tecnica non subirà un necessario cambio di marcia, l’impatto con la nuova lega potrebbe velocemente obbligare Musa a tornare a cercare fortuna in Europa (seguendo le impronte di giocatori come Nando De Colo).

Draft projection

Secondo i pareri più recenti sembrerebbe realistico trovare Musa scelto alla numero 19 del primo giro dagli Atlanta Hawks, che dopo aver speso la terza chiamata assoluta per uno dei migliori prospetti del Draft (Bamba? Porter Jr.?) potrebbero essere aperti a scommettere su un prospetto meno conosciuto negli Stati Uniti ma con potenzialità interessanti.

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Pubblicato da
Leonardo Flori

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