Road To Draft

Road to Draft 2018: Moritz Wagner

Squadra: Michigan (Junior)

Ruolo: Power Forward/Centro

2017-18 Stats per game:

Pts TotRebs DefRebs OffRebs Asts Stls Blks FG% 3pts FG% Ft%
14.6 7.1 5.7 1.4 0.8 1.0 0.5 52.8 39.4 69.4

2017-18 Advanced:

Ast% Reb% OffReb% DefReb% TO% Usg% Blk% eFG% TS%
6.7 15.7 6.5 24.7 10.8 25.9 2.0 60.5 61.9

Di nuovi Nowitzki se ne continuano a vedere tanti. Dal nostro Andrea Bargnani, che in NBA ha fallito nonostante uno skillset di partenza molto simile a quello di Wunderdirk, a Nikola Mirotic – versione “light” del tedesco -, ai giovani rampanti Kristaps Porzingis – quello che ha la chance di andare più vicino alla carriera leggendaria di Dirk – e Lauri Markkanen.

Moritz Wagner – tedesco come Nowitzki, dal fisico quasi identico a quello di Nowitzki e con un gioco mutuato su quello di Nowitzki, suo idolo – non è il nuovo Nowitzki. Il ragazzone del ’97 originario di Berlino, pur forte tecnicamente e dal palmarès già consolidato in NCAA, ha un talento complessivo uno-due giri indietro rispetto a quello di Dirk. Per lui, star dei Michigan Wolverines finalisti collegiali e perdenti contro Villanova, si prospetta un futuro NBA, per cominciare, da specialista dalla panchina; con la possibilità, col tempo, di diventare – trainato da una forza mentale non comune – un titolare in grado di prendersi tiri pesanti.

Punti di forza

Due quelli che fanno gola alle squadre NBA: il range di tiro e la mentalità da trascinatore (nonostante la giovane età). Wagner ha tutto per fare lo stretch four in NBA e non è difficile ipotizzare che, col tempo, diventi uno stretch five e che cioè sia adattato a giocare stabilmente da centro. Questo per creare mismatch offensivi con giocatori più lenti di lui ed evitare quelli difensivi con le super-esplosive ali NBA. Il tedesco ha buone chance di portare al “piano di sopra” il proprio talento da cecchino: il 38.5% da tre nel triennio collegiale – con 2.7 tentativi a partita – è un ottimo biglietto da visita.

La specialità della casa

I fondamentali d’attacco – perfezionati nel periodo passato all’Alba Berlino, squadra con cui ha anche esordito in Eurolega a 17 anni – sono di alto livello: la mano è morbida dentro come fuori dall’area, i piedi rapidi supportano un buon campionario di finte e virate in post; comprensione del gioco e quoziente intellettivo cestistico sono di fascia alta.

Dall’altro tedescone qualcosa ha preso

In faretra anche una rapidità insospettabile, visti la mole e il tipo di giocatore: Wagner corre bene il campo, ha proprietà di palleggio e un bounce più che discreto.

Il campo non lo corre male, per essere 2.10

La prestazione nel Torneo NCAA contro Loyola-Chicago (24 punti e 15 rimbalzi; terzo giocatore con almeno 20+15 in una National Semifinal negli ultimi 40 anni, dopo Larry Bird e Hakeem Olajuwon) è l’archetipo dell’eccellente campionario del tedesco, che è pure un passatore sottovalutato – vedi il missile recapitato a Matthews a 2.41 del video sottostante – e un difensore competente sulle linee di passaggio – vedere intercetto a 2.12 per credere -.

Punti deboli

Parecchi: atletismo e forza fisica, attitudine a rimbalzo e alla rim-protection, upside e versatilità sono gli interrogativi principali. Wagner non è lento (vedere la sezione “Draft projection” per ulteriore conferma), ma potrebbe faticare ad adattarsi ai forsennati ritmi NBA. A rimbalzo, soprattutto, il tedesco è destinato ad avere grosse difficoltà, ancora di più se schierato da “5” (difficile, al momento, immaginarlo fare a sportellate sotto canestro, magari mentre prova a tagliare fuori i vari DeMarcus Cousins, Steven Adams e Dwight Howard, tutti grossi il doppio di lui). Le 4.5 carambole di media conquistate nel periodo collegiale – 21 minuti a partita – non sono esattamente un risultato eccellente per un “quasi settepiedi”.

Le 0.4 stoppate di media (con un pessimo 2.0 di block percentage) raccontano di un giocatore a cui manca del tutto la componente intimidatoria in difesa. Il rischio che da difensore sia oggetto di ripetuti attacchi in penetrazione e di 1-contro-1 in post e che da attaccante sia vittima della fisicità degli avversari c’è. Altro campanello d’allarme: la meccanica di tiro va velocizzata; così com’è – col caricamento che parte da molto in basso – rischia di rendere Wagner molto vulnerabile alle stoppate dei vari Anthony Davis, Rudy Gobert e Clint Capela.

Upside

Il primo accostamento NBA che viene in mente è quello con Lauri Markkanen. I due hanno fisici simili, con Wagner che è più robusto (110 kg a 105) e il lungo dei Bulls leggermente più slanciato (213 cm a 210). Le stats della stagione NCAA 2017-2018 dell’ex Michigan, poi, sono molto vicine a quelle tenute da Markkanen nell’unica annata collegiale della carriera (ad Arizona): 14.6 punti di media Wagner, 15.6 Markkanen; 7.1 rimbalzi a 7.2; 0.8 assist a 0.9; 0.5 stoppate per entrambi; 42% da tre per il finlandese, 39% per il tedesco. La grande differenza a sfavore di Wagner sta nell’upside: Markkanen, all’ingresso nella NBA, aveva un anno in meno (20 a 21); l’ala grande dei Bulls, in generale, pare avere margini di crescita più ampi e un pool offensivo già ora più completo e in prospettiva più espandibile.

Wagner dà l’idea di essere un prodotto finito e con margini di miglioramento risicati: in questo senso – e anche per il talento puro che potrebbe essere un tier indietro rispetto a quello di Markkanen – forse la comparison più adeguata è quella con Frank Kaminsky. Il lungo degli Hornets ed ex Wisconsin Badgers ha una storia collegiale non dissimile – 4 anni invece di 3, con la sconfitta alle NCAA Finals arrivata nella stagione da senior, contro Duke – e il medesimo toolset incentrato su tiro da fuori di qualità (38% da tre al terzo anno di college) e propensione a rimbalzo sospetta (6.3 di media sempre nell’annata da junior). Altri accostamenti in ordine di talento decrescente: Mehmet Okur – selezionato nel 2001 con la pick 38, lo stesso range di scelta ipotizzabile per Wagner -, Kelly Olynyk – altro lungo manocalda, tosto mentalmente e poco versatile -, Matt Bonner/Steve Novak – se Wagner dovesse incasellarsi in uno spot da role player puro -; BJ Mullens, in caso di flop totale.

Moe Wagner ci sta riuscendo, ad alzare il tetto delle aspettative

Draft projection

L’eccellente NCAA Tournament 2018 disputato da Wagner – 15 punti, 7.3 rimbalzi, 1.3 assist, 1.3 rubate di media e la nomina nel Final Four All-Tournament Team – ne ha ovviamente innalzato le quotazioni in prospettiva Draft. Non solo: il tedesco ha fatto bene pure alla Draft Combine, dove a ottimi parametri fisici (quarto giocatore più alto: 2 metri e 10 misurati senza scarpe) ha aggiunto rilevazioni atletiche sopra le aspettative (secondo tra i lunghi nella lane agility e nello shuttle run, terzo nel three quarter sprint e quinto nel max vertical leap; tutte misure che certificano un’esplosività di buon livello).

Si può immaginare, allora, un Wagner in grado di – contrariamente a quanto preventivato fino a pochi mesi addietro – sfondare il “muro” che divide primo e secondo giro del Draft NBA. Le contender, che come noto scelgono nel tardo first round, potrebbero vedere in Wagner uno stretch four/five già pronto per dare un contributo di qualità partendo dalla panchina. Il trittico Philadelphia 76ers alla pick 26, Boston Celtics alla 27, Golden State Warriors alla 28 sarebbe – in questo senso – già zona d’interesse per l’ex Michigan. Difficile, anche se dovesse scivolare al secondo round, che Wagner “cada” oltre la pick 40 dei Brooklyn Nets.

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Pubblicato da
Elia Pasini

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