Manca sempre meno al primo luglio, giorno in cui inizieranno le danze della free agency che, tra gli altri, vedrà tra gli assoluti protagonisti LeBron James.
Così come nel 2010 e nel 2014 il futuro di LeBron è assolutamente incerto, e forse neanche lui sa ancora quale sarà la sua prossima destinazione. Quello che è sicuro, però, è che James e il suo staff non avranno incontri con le squadre come invece accade spesso per i free agent.
Quella di quest’estate sarà la terza “Decision” del Re che non sente di aver bisogno di incontrare i rappresentanti delle franchigie interessate come invece accadde nel 2010 quando Knicks, Heat, Bulls, Nets, Cavs e Clippers inviarono delle delegazioni per convincere LeBron che, dopo aver ascoltato tutti, “portò i suoi talenti a South Beach”.
Nel 2014, invece, James cambiò tattica e si incontrò di persona solo con gli Heat e con il GM dei Cavs Dan Gilbert, mentre lasciò il suo agente Rich Paul il compito di ascoltare le offerte di Bulls, Lakers, Suns, Rockets e Mavericks, prima di decidere di tornare a casa in Ohio.
Il contratto di LeBron prevede una player option per il prossimo anno da $35.6 milioni ed è ancora incerto se il #23 deciderà di esercitarla o meno e, nel caso in cui lo farà, se chiederà comunque di essere scambiato.
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