La situazione di Carmelo Anthony rimane una delle questioni più intriganti di questa free agency, con l’ex New York Knicks che, dopo una sola stagione, non rientra più nei piani degli Oklahoma City Thunder.
Il GM Sam Presti sta cercando in tutti i modi di liberarsi del contratto da $28 milioni del prodotto di Syracuse in modo da far risparmiare alla propria squadra una grossa fetta della cifra record di luxury tax che se no dovrebbero pagare ($107 milioni risparmiati nel caso della sua partenza).
Lo stesso Melo vorrebbe trovare una situazione che gli permetta di avere un ruolo maggiore in squadra e non di terzo violino dietro a Russell Westbrook e Paul George. La soluzione più congeniale al campione NCAA con Syracuse sarebbe accasarsi ai Los Angeles Lakers insieme al suo amico LeBron James, mentre altre squadre che hanno manifestato interesse sono state gli Houston Rockets e i Miami Heat.
Nelle ultime ore però è emerso una nuova franchigia, i Philadelphia 76ers, che potrebbero essere interessati ad inserire per una sola stagione un realizzatore puro come Carmelo Anthony per poi ripresentarsi con un salary cap molto flessibile per la prossima free agency (stesso ragionamento, anche se con cifre differenti, fatto per Wilson Chandler).
L’ex Denver Nuggets ha chiuso l’ultima stagione con i peggiori numeri della propria carriera: 18.2 punti di media (career-low), 6.5 rimbalzi e il 40% dal campo (career-low), con diverse partite concluse in panchina e tanti momenti in cui si è parlato del suo scarso rendimento e del suo difficile adattamento ad un ruolo diverso rispetto al solito.
Da valutare anche le modalità con cui Carmelo Anthony riuscirà a separarsi dagli Oklahoma City Thunder: visto il contratto che si porta in dote, difficile impostare una trade, più percorribile la strada che porterebbe ad un cospicuo buyout per il giocatore, libero poi di rifirmare con qualsiasi altra squadra NBA.
Si attende un evoluzione della faccenda nei prossimi giorni, con Carmelo Anthony che in ogni caso dovrebbe comunque entrare nell’ottica di non essere in attacco la prima punta in nessuna di queste franchigie, ma saper adattare il proprio grande talento al servizio del gioco della squadra in cui andrà.
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