Tra gli obiettivi per le prossime stagioni di Blake Griffin non c’è solo quello di competere con la propria franchigia per il titolo NBA, ma anche quello di poter rappresentare la propria nazione in una competizione internazionale.
Dopo essere stato costretto a saltare più di una manifestazione a causa di infortuni o acciacchi che gli consigliavano di prendersi l’estate di riposo (in particolare l’Olimpiade di Londra 2012, dove era quasi sicuro di avere un posto), il giocatore dei Detroit Pistons ha nel mirino le Olimpiadi che si terranno a Tokyo nel 2020, dove la nazionale statunitense dovrà difendere l’oro vinto a Rio nel 2016.
Prima delle Olimpiadi però ci saranno da affrontare la FIBA World Cup nel 2019 in China, competizione per la quale si stanno ancora svolgendo le qualificazioni in ogni continente. Il training camp in preparazione di questi due eventi si terrà a Las Vegas da domani al 27 luglio e Griffin ha tutta l’intenzione a partecipare:
“È qualcosa che ho sempre voluto fare, e non sono mai riuscito. Le Olimpiadi sopratutto sono una manifestazione a cui non solo io, ma chiunque vorrebbe partecipare.”
L’ex Clippers ha vissuto una stagione particolare, con lo scambio che lo ha portato ai Pistons e diverse partite saltate per infortunio. Ha chiuso la regular season a 21.4 punti di media, 7.4 rimbalzi (career-low) e 5.8 assist (career-high, sintomo di un cambiamento nel suo modo di giocare, meno esplosivo e più da playmaker aggiunto, con un incremento anche dell’uso del tiro da tre punti).
Nonostante un’annata sicuramente non semplice, il parere nei suoi confronti del neo coach della selezione a Stelle e Strisce Gregg Popovich non sembra essere cambiato:
“L’esempio lampante di uno che ha sempre lavorato per migliorare ogni giorno e un agonista di prima classe.”
Per questo motivo Blake Griffin già dalla scorsa stagione era stato inserito tra i 35 giocatori del Team USA che faranno parte della squadra nel biennio 2018/2020, e si giocherà le sue possibilità di una chiamata per le prossime competizioni.
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