I San Antonio Spurs sono nel bel mezzo di una rivoluzione. Scambiato Kawhi Leonard con DeMar DeRozan (più briciole), lasciato andare Tony Parker (che si è accordato con gli Hornets) e con Manu Ginobili che ha 41 anni e potrebbe ritirarsi, la franchigia texana riparte dalle certezze Gregg Popovich e LaMarcus Aldridge.
Con la speranza che DeRozan riesca ad adattarsi al gioco degli Speroni (della qual cosa è certo Vince Carter) nel minor tempo possibile e che uno dei prospetti a roster esploda definitivamente, per dar vita a una nuova versione dei Big Three magari meno talentuosa di quella storica, ma comunque in grado di tenere gli Spurs nel novero dei team d’élite NBA. Indiziati: il promettente rookie Lonnie Walker e il play al terzo anno Dejounte Murray, che sin qui ha avuto buonissimi flash di gioco high level, ma scarsa costanza.
Secondo Murray stesso, la terza annata in NBA sarà quella della consacrazione.
Il nuovo Murray
La point guard originaria di Seattle ha racchiuso in un tweet i propri obiettivi per la stagione in arrivo:
“Sto inseguendo la grandezza, sono in missione e non mi farò fermare da nessuno nella strada verso la consacrazione.”
Il 22enne Murray, che recentemente è anche diventato padre, ha messo in mostra un arsenale rinnovato nelle partite di esibizione giocate sin qui in estate. Più soluzioni offensive, una mano più morbida al tiro e in generale una maggior consapevolezza del proprio ruolo in campo.
L’ex Washington College dovrebbe partire in quintetto dal day one nella prossima stagione, con l’ombra lunga di Tony Parker ormai lontana e una competizione interna (Patty Mills, Derrick White) non di primissima qualità. Riuscirà, il nuovo Murray, a ritagliarsi un posto nella nuova storia dei San Antonio Spurs? Gli Speroni, si sa, non sono nuovi a esplosioni impronosticabili. Kawhi Leonard, proprio lui, docet.
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