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Dead money: (quasi) nessuno in NBA ha spazio salariale

Boston Celtics

La favorita per (ciò che rimane del)la Eastern Conference si godrà i suoi Big Three solo l’anno prossimo? Gordon Hayward scade nel 2021 (quando percepirà quasi $35M), Al Horford nel 2020 ($30.1M), ma Kyrie Irving si libererà del suo contratto già la prossima estate. Si parla dei Knicks, e chissà che Boston non lo lasci andare a cuor leggero contando di pareggiare qualsiasi offerta arriverà per il restricted free agent Terry Rozier. Sarà un contract year, inoltre, per Daniel Theis e Marcus Morris.

Il tema più caldo dell’estate, la restricted free agency di Marcus Smart, è stato aggirato con un rinnovo soddisfacente per entrambi le parti in causa. Sopra il cap, ai C’s rimane la Mini Mid-Level per puntellare il roster. Random: Boston deve $92K a Demetrius Jackson fino al 2022-2023.

 

Brooklyn Nets

Non avrai altro Dio all’infuori di Sean Marks. Il GM dei Nets ha costruito qualcosa sulle ceneri, sebbene il concime sia stato piuttosto costoso. Entrambe le pick in questo Draft (#29 e #40, usate per Džanan Musa e Rodions Kurucs) sono arrivate dai Raptors in seguito alla trade-Carroll, al quale i Nets pagano oltre $30M in due anni.

Anche se Crabbe rimarrà nell’ultimo anno di contratto (quasi $20M), la prossima estate si preannuncia con tantissimo spazio. Quindi tante scelte possibili, quindi decisiva. Spencer Dinwiddie sarà unrestricted free agent, D’Angelo Russell e Rondae Hollis-Jefferson saranno restricted. #DeadMoney: se Dwight Howard è stato tagliato e non vestirà la canotta dei Nets, il contratto strechato di Deron Williams percepirà $11M nei prossimi 2 anni.

Sono arrivate anche ben 3 firme di free agent: biennale da $16M per riportare al Barclays Center Joe Harris, contratti molto vantaggiosi e di breve durata per Shabazz Napier ed Ed Davis, entrambi soffiati a Portland. Questi ultimi due potranno essere scambiati dal 15 dicembre: qualche squadra con ambizioni potrebbe puntare su di loro per rinforzare la panchina.

 

Charlotte Hornets

Michael Jordan sa che non può buttar giù il palazzo, quindi sta facendo di tutto per rimanere competitivo. Un minimo, almeno. Kemba Walker e Jeremy Lamb scadono la prossima estate e sarà difficile tenerli, Kaminsky sarà restricted. I margini di miglioramento sono così pochi che, non potendo cambiare il roster, sono arrivati un nuovo GM (Mitch Kupchak) e un nuovo allenatore (James Borrego). In quella estate 2016, Charlotte elargì contrattoni a Nic Batum, Cody Zeller e Marvin Williams. L’estate prima era stato prolungato a 8 cifre Michael Kidd-Gilchrist, l’estate dopo ci si è mossi per Dwight Howard, che poi è diventato Timofey Mozgov, che poi è diventato Bismack Biyombo. Povera Charlotte, povero Dwight.

Dwight era stato cercato anche da Golden State, dice Dwight.

 

Chicago Bulls

L’unica delle 3 squadre (con Kings e Hawks) con spazio salariale a inizio free agency ad aver usato in maniera aggressiva tali soldi: prima pareggiano l’offerta dei Kings per Zach LaVine (4 anni a $78M totali), poi vanno a prendere il restricted free agent e nativo di Chi-Town Jabari Parker per un totale di $40M in due anni (team option la prossima estate). Con Justin Holiday e Robin Lopez in scadenza, Chicago potrà decidere serenamente del futuro del restricted free agent Bobby Portis. Progetto a lungo termine.

 

Cleveland Cavaliers

Partito LeBron, le mani del GM Koby Altman sono rimaste legate: troppi i $73M che nella prossima stagione percepiranno Hill, Thompson, Smith, Korver e Clarkson. Non è stata toccata la scelta al Draft, ovvero l’unica cosa buona rimasta dalla trade-Irving, quel Collin Sexton che ha fatto bene in Summer League. Per il resto è stato prolungato anzi prolungatissimo Kevin Love: sarà lui il giocatore-franchigia. Per il resto pochino: firmato David Nwaba, riportato a casa Channing Frye, nessun interesse per Rodney Hood (tuttora senza squadra) (ipse dixit).

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Pubblicato da
Michele Pelacci

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