A distanza di più un anno dai primi segnali di apprezzamento, Carmelo Anthony è finalmente un nuovo giocatore degli Houston Rockets.
CHI SI RIVEDE
In Texas il dieci volte All-Star ritrova Mike D’Antoni, che l’ha già allenato ai tempi dei Knicks e in nazionale – da assistente di Mike Krzyzewski dal 2006 sino ai Giochi di Londra 2012.
L’ex Olimpia ha commentato così l’arrivo di Melo ai microfoni di Sam Amick di USA TODAY Sports:
“In momenti e circostanze differenti della vita e della carriera di una persona, le cose si presentano in maniera diversa. A New York, quando diedero via metà squadra e tutti si aspettavano che vincessimo un campionato, non si trattava di prospettive realistiche. Tutto ciò mise molta pressione a tutto l’ambiente. […] Credo che questa sia una situazione totalmente diversa. Abbiamo una squadra fatta di veterani che ha davvero un unico pensiero in testa, ossia la vittoria del titolo e abbiamo una possibilità. Io e Carmelo non abbiamo mai avuto divergenze prima d’ora […] Al tempo non c’erano nemmeno le analytics. Io seguivo il mio istinto, lui il suo. Fu più che altro uno scontro di stili. Ora credo che le cose siano cambiate e tutti giocano allo stesso modo. È un fit migliore per noi e possiamo fare molto, molto bene.”
PROSPETTIVE
La chimica di squadra verrà con il tempo:
“Il nostro stile di gioco […] si sistemerà. È come [essere] a USA Basketball. Ti devi impegnare a fare una certa cosa e sposare la filosofia ‘OK, giochiamo così, e se poi verrà il tuo turno bene, altrimenti continueremo a seguire ugualmente le linee guida’. Più talento hai a disposizione e più la squadra può far bene. Guarda Golden State, avevano talento [prima] e sono riusciti a integrare Kevin Durant.
[…] Dobbiamo solo assicurarci di non allontanarci troppo dal prendere tiri da tre, layup e tiri liberi. Come potrà funzionare? Vedremo.”
L’opzione Anthony in uscita dalla panchina non è da scartare, nonostante i mugugni del diretto interessato.
Il pensiero di D’Antoni:
“Non so ancora, dobbiamo ancora valutare. Proveremo diverse combinazioni – nella pre-season e a inizio stagione. Grazie alle analytics, all’istinto, agli allenatori e giocatori, troveremo lo stile di gioco più efficace.”
Vale la pena ricordare che l’ex Syracuse è sempre stato titolare tra regular season e Playoff in carriera, un record assoluto se si prendono in considerazione giocatori con almeno 950 partite alle spalle.
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