Il Draft rappresenta l’occasione per le franchigie NBA per accaparrarsi talento proveniente dal college (e, una volta, anche direttamente dalla High School), ma non di rado ha rivestito il ruolo di sede di alcuni degli scambi più incredibili della storia della lega statunitense.
Spesso queste trade hanno rappresentato delle vere e proprie sliding doors per i giocatori e le franchigie in questione, determinando il pluriennale successo di alcune e sentenziando l’oblio o il fallimento di altre. Giocatori che hanno fatto la storia della lega sarebbero potuti non diventare i campioni che conosciamo, se in quella notte del Draft fosse andata diversamente. O franchigie notoriamente “perdenti” potrebbero vantare qualche titolo NBA in più, se non avessero affrettatamente deciso di privarsi di un prospetto del Draft ritenuto non idoneo al progetto o, quantomeno, non allettante.
Ripercorriamo insieme le tappe che hanno portato importanti giocatori dell’NBA a non disputare nemmeno una partita con la loro “squadra d’origine” ma che, anzi, sono stati immediatamente scambiati e direzionati altrove.
Marc Gasol
Scelto dai Lakers al secondo giro del Draft 2007 (alla quarantottesima chiamata), ma arrivato negli USA solamente nella stagione successiva, il più giovane dei fratelli Gasol non disputerà nemmeno una partita con i gialloviola, venendo direttamente scambiato con i Memphis Grizzlies, sua attuale squadra, proprio in cambio del fratello Pau. Questo perché la franchigia nel Tennessee si era assicurata i diritti su Marc nel corso della stagione 2007-2008 nello scambio che aveva visto Pau fare il percorso inverso da Memphis a Los Angeles. L’ex giocatore del Girona, malgrado i Lakers rimangano la sua “prima” squadra NBA, ha sempre dimostrato il proprio disinteresse verso un eventuale nuovo approdo in gialloviola. Ben diverso, invece, il suo recente interesse e coinvolgimento nelle cause umanitarie nel mediterraneo: Marc svolge infatti regolarmente attività di volontariato sulla nave Proactiva della ONG Open Arms.