Dopo aver annunciato il suo ritiro, spiegando le sue motivazioni e ringraziando tutte le persone che lo hanno accompagnato per tutta la carriera in una lunga lettera, per Manu Ginobili è stato il momento di sostenere la prima conferenza stampa da ex giocatore, per salutare i tifosi, i compagni, e per condividere diversi ricordi con i media presenti. Infatti, tanti sono stati i temi toccati nel corso della conversazione, partendo ancora una volta dai motivi ce lo hanno portato al ritiro.
“Sono molto sicuro della mia decisione, anche se è ancora strano. È stata una scelta difficile. Non riuscivo a immaginare il mio corpo fare quei tipi di sforzi e di sacrifici ancora una volta. Quando sono tornato ai workout, ho visto Bryn Forbes, Dejounte Murray e altri ragazzi prepararsi per la stagione, ma io ero molto distante da tutto questo.”
L’ex Spurs ha poi spiegato che anche la sua famiglia ha giocato un ruolo importante sulla decisione finale, con un simpatico siparietto.
“Quando abbiamo chiesto ai bambini cosa ne pensassero, se fossero contenti che papà non sarebbe più stato costretto a viaggiare così tanto, erano contenti. Poi però Nico, il più grande, mi ha detto: ‘Papà non voglio che ti ritiri’. Gli chiedo il perché, magari ha delle buone motivazioni. Lui mi ha risposto: ‘Perché le crocchette di pollo della family room sono fantastiche’. Allora gli ho risposto: ‘Ok, allora ti darò io dei filetti di pollo, ma questo non può essere l’unico motivo per il quale io debba continuare a giocare’.”
In seguito Ginobili ha spiegato che sarà vicino all’organizzazione degli Spurs nel prosieguo della stagione, qualora i nuovi giocatori e quelli più giovani avessero bisogno del suo aiuto e dei suoi consigli, anche se pianifica di passare molto più tempo con la sua famiglia in Argentina.
“Ho amato quello che ho fatto, perciò sicuramente mi mancherà. Lo spogliatoio, lo spirito di squadra, gli scherzi, il vincere e il perdere insieme. […] Il titolo del 2014 è stato eccezionale, è uno dei miei ricordi preferiti. Portavo una grande carica e motivazione per quello che era successo l’anno prima [la sconfitta alle Finals 2013, ndr].”
Manu ha poi concluso la conferenza dichiarando che la sua carriera gli ha regalato tutto quello che poteva; in sostanza non gli è mancato nulla.
“Assolutamente nulla. È vero, avrei potuto vincere un altro titolo, un altra medaglia con la nazionale Argentina, o qualcos’altro. Ma cosa cambierebbe? È solamente un’altra voce nel palmarés, che ritengo totalmente irrilevante. Tutto ciò che importa è che siamo stati campioni. Quello che importa sono le memorie, le esperienze, gli amici. Essere una buona persona, un buon padre, un buon marito e un buon cittadino.”
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