Con l’addio di Kawhi Leonard, il ritiro di Manu Ginobili e la partenza di Tony Parker in direzione Charlotte, la dinastia degli Spurs è ormai giunta al termine. Anche se la sensazione di essere vicino alla fine di un ciclo era papabile, alcuni tifosi si sono sentiti traditi dal playmaker francese, che ha deciso di lasciare San Antonio dopo diciassette anni.
Così, dopo aver dedicato una lunga lettera ai propri tifosi Spurs, Tony Parker è tornato a parlare della sua decisione intervistato da Matt Rochinski di Hornets.com.
“Desideravo semplicemente fare qualcosa di diverso, vivere qualcosa di nuovo. Sono stato un giocatore degli Spurs per 17 anni, avevo più o meno chiaro il fatto che quella sarebbe stata l’ultima stagione di Manu [Ginobili] e volevo semplicemente – so che questo potrebbe sembrare qualcosa di semplicista – vedere qualcosa di nuovo. Giocare sulla East Coast e fare qualcosa di diverso in NBA.
Ho centrato tutti gli obiettivi che mi ero prefissato con gli Spurs. Questa squadra è stata qualcosa di straordinario per me, ma sentivo che l’ora di spostarsi altrove era arrivata.”
Parker ha poi proseguito spiegando che anche la presenza del connazionale Nicolas Batum – che Tony ha soprannominato “il mio piccolo fratello” – e dell’arrivo di James Borrego sulla panchina della squadra – che è stato per più di dieci anni membro dello staff degli Spurs – hanno influenzato la sua scelta.
A quanto pare, però, è stato un messaggio di Michael Jordan, propietario degli Hornets, a convincerlo definitivamente.
“James Borrego è stato con me agli Spurs per 10 o 12 anni. Ho un ottimo rapporto con lui, e ho pensato che aiutarlo nel suo primo ruolo da head coach potesse essere una sfida stimolante. Tutto questo ha reso la mia decisione piuttosto ovvia, ma quando Michael Jordan mi ha chiamato, era finita. Chi mi conosce sa perfettamente che MJ era il mio idolo quando ero bambino. Volevo diventare come lui: ho iniziato a giocare a basket grazie a lui. […] Per me, giocare le mie ultime stagioni NBA per Michael Jordan è come riaprire un capitolo della mia vita.”