Giannis Antetokounmpo vuole portare in alto i Milwaukee Bucks e per questo nel corso dell’off-season ha lavorato sul poprio gioco a stretto contatto con un maestro d’eccezione: Kobe Bryant. Riportiamo le dichiarazioni rilasciate a Jim Paschke, storico volto televisivo e voce della franchigia.
“Stavo cercando una via e delle persone che potessero aiutarmi a espandere il mio gioco e Kobe Bryant era una di queste. Mi ha insegnato che devi rimanere semplice e lavorare sulle tue doti ancora, ancora e ancora. Mi ha detto di pensare fuori dagli schemi ed essere sempre un bambino. Quando gli ho chiesto cosa intendesse con ‘essere un bambino’, ha risposto: ‘Un bambino usa la fantasia e ha sempre voglia di imparare, fa domande. […] Il work-out è andato alla grande, ho preso qualcosa come 350-400 tiri, sempre gli stessi, sempre. In una zona del campo mi ha detto: ‘Segnane venti, v-e-n-t-i. Stai basso, lavora di piedi e quando tiri porta su il braccio.’ Come al solito avevo con me un notebook con domande pronte.”
OCCASIONE
“Ero lì tre ore prima di lui. Lui non lo sapeva, quindi finito il work-out gliel’ho fatto notare. Sulle prime non credo avesse colto, così l’ho ripetuto. […] La sua reazione? Cercava di evitare il discorso e rideva. Io mi ispiro a lui e nella mia testa devo dimostrargli che ho lavorato al suo fianco non per andare in giro a dire: ‘Ho lavorato [con Kobe]’, ma perché voglio migliorare. Non so se rivelerò mai il contenuto di quel note-book, forse nemmeno a carriera finita.”
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