Nonostante Kevin Durant, Klay Thompson e il neo arrivato DeMarcus Cousins siano tutti prossimi a diventare free agent nel 2019, Steve Kerr si dice piuttosto sereno della situazione attuale della propria squadra, forte della speranza di poterla riavere tale (o quasi) anche per le stagioni future.
“L’ultimo ballo? Spero proprio di no. Mi auguro invece che continueremo a ballare,”
ha infatti ammesso l’ex Bulls dopo l’allenamento tenuto dagli Warriors lo scorso martedì, secondo Nick Friedell di ESPN.
A tal proposito, tutti sappiamo che Kerr è stato un membro dei Chicago Bulls durante il loro secondo triennio, dal 1996 al 1998. Proprio per questo motivo infatti al coach della Baia è stata presentata una somiglianza tra la Chicago del ’98 – che in quell’estate si sciolse, perdendo Jordan, Pippen, Rodman e lo stesso Phil Jackson – e la Golden State di quest’anno:
“Penso che la differenza tra le due squadre sia che all’epoca dei Bulls tutti noi sapevamo che avremo perso i nostri giocatori chiave e Phil (Jackson). Ora invece non siamo nella stessa situazione. Certo in squadra abbiamo diversi ragazzi che saranno presto free agent, ma non guardiamo a questo come al ballo finale. Come ho detto, vogliamo solo divertirci, goderci quello che abbiamo quest’anno e cercare di andare avanti il più possibile.”
Naturalmente, Golden State si ritrova per l’ennesimo anno la super favorita alla vittoria del Titolo NBA, ed è proprio per questa ragione che Kerr vorrebbe la massima rilassatezza da parte dei propri giocatori, che già hanno dimostrato più volte il loro potenziale in campo:
“Non penso che i nostri ragazzi debbano sentire delle pressioni, penso invece che dovrebbero sentire l’importanza di provare a vincere di nuovo, perché non c’è certezza sul futuro. Quindi, perché non andare dovrebbero andare in campo a testa alta godendosi ogni passo?”
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