8 maggio 2012, Bankers Life Fieldhouse, Indianapolis. È questa l’ultima volta che gli Orlando Magic hanno assaporato il dolce gusto dei Playoff. Dopo essere stata eliminata 4-1 dagli Indiana Pacers, infatti, la squadra della Florida non ha più raggiunto la post-season, né ottenuto un record positivo. Con solamente 25 tristi vittorie e 57 sconfitte subite, i Magic hanno concluso la stagione 2017-18 in quattordicesima posizione nella Eastern Conference.
Durante l’anno, l’alto numero di infortuni ha reso la situazione di Orlando ancora più dura di quanto già non fosse.
Aaron Gordon, Evan Fournier e Nikola Vucevic – le 3 stelle della franchigia – a causa dei problemi fisici non hanno superato le 58 partite disputate ciascuno, affidando così il destino della squadra a un roster giovane e con pochi punti tra le mani. Inoltre, specialmente dopo la partenza di Elfrid Payton a febbraio, la mancanza di un playmaker di spessore (non me ne voglia D.J. Augustin) ha reso l’attacco di Orlando spesso statico. Con solamente 102.8 punti per 100 possessi, infatti, i Magic sono stati il 25esimo attacco dell’NBA. Il grande atletismo dei singoli giocatori è spesso passato in secondo piano a causa dei problemi al tiro, specialmente da lunga distanza. Con un triste 35.1% su più di 29 triple tentate a partita, Orlando è stata la terzultima della lega per percentuale al tiro dall’arco. Per quanto riguarda la difesa, invece, i Magic se la sono “cavata” con 107.7 punti subiti su 100 possessi, 20esimi nella lega per Defensive Rating. L’esperienza di Vucevic e le gambe esplosive di Isaac e Gordon hanno reso discretamente solida la difesa, ma non ancora abbastanza efficace da far passare in secondo piano i problemi dell’attacco.
Le difficoltà che Orlando ha riscontrato nelle ultime stagioni, dunque, non si possono risolvere da un anno all’altro. Il mercato estivo della società, però, ha lasciato perplessi molti tifosi. La franchigia, infatti, sembra non aver aggiunto al roster alcun giocatore rinomato per le proprie abilità offensive. Con la sesta scelta assoluta al Draft di giugno, i Magic non potevano farsi scappare un prospetto del calibro di Mohamed Bamba. Il 20enne è riconosciuto per la mobilità in difesa e la velocità, ancora più straordinarie se racchiuse in un fisico del genere (213 cm di altezza per quasi 240 cm di apertura alare). Sebbene sia stato un discreto attaccante con la maglia di Texas, però, il rookie potrebbe non essere ancora pronto alla fisicità dell’NBA e rischia di faticare sotto canestro marcato da pari-ruolo più robusti. Passando, poi, alla 35esima scelta al Draft, nei 3 anni a Tulane, Melvin Frazier è senza dubbio cresciuto molto a livello offensivo, ma per essere decisivo dovrà riuscire a superare i grossi problemi al tiro (31.2% da 3 e 65.3% ai liberi nelle stagioni NCAA).
Isaiah Briscoe, in arrivo dall’Estonia, durante gli anni a Kentucky era famoso per le sue abilità di realizzatore, ma, come Jonathon Simmons, ha la tendenza a creare dal palleggio e a fermare, quindi, la palla. Il mancato rinnovo per Shelvin Mack, infine, lascia estremamente scoperti i Magic nel ruolo di regista. Almeno nella prima parte di stagione, infatti, il playmaker titolare sarà probabilmente D.J. Augustin, veterano consistente nel suo ruolo, ma di certo non una stella. Riuscire a sviluppare una delle giovani promesse per permettere al 30enne di partire dalla panchina potrebbe essere una delle chiavi per la prossima stagione della franchigia. La partenza di Mario Hezonja (verso i New York Knicks) e di Marreese Speights (verso la Cina), non dovrebbe pesare troppo alla squadra, che, oltre a Briscoe, ha firmato anche Amile Jefferson e Troy Caupain con dei two-way contracts. Per concludere, grazie a una trade che ha coinvolto gli Charlotte Hornets e i Chicago Bulls, i Magic hanno ottenuto Timofey Mozgov e Jerian Grant in cambio di Bismack Biyombo e scelte future.
È chiaro, dunque, che Orlando sta cercando di trovare la propria direzione e di costruire basi solide per il futuro, un passo alla volta. Ne è una dimostrazione anche la scelta di richiamare Steve Clifford (vice allenatore ai Magic dal 2007 al 2012) come head coach. Il tecnico, che nelle ultime 5 stagioni ha militato a Charlotte, potrebbe essere, infatti, la prima pedina per riportare nella città di Disneyland una mentalità vincente.
(Photo by Wesley Hitt/Getty Images)
Punti Forti
L’atletismo è sicuramente il principale punto di forza della squadra di Clifford. A meno che non debba superare continui problemi di infortuni come avvenuto nella passata stagione, il roster dei Magic a livello di fisicità è senza dubbio nell’élite della lega. La grande energia e l’esplosività messe in campo da Aaron Gordon potrebbero essere fondamentali per coinvolgere i giocatori meno esperti (ma dal grandissimo potenziale) della squadra di Orlando. Nonostante la giovane età, infatti, il 23enne ha dichiarato di essere pronto a fare da guida ai compagni, per riportare i Magic a vincere.
(Photo by Fernando Medina/NBAE via Getty Images)
Restando in tema atletismo, tra le promesse del roster, spiccano senza dubbio il (quasi) 21enne Jonathan Isaac e il rookie Mo Bamba. Il primo, al secondo anno in maglia Magic, ha colpito in quanto a esplosività e mobilità sul piano difensivo, ma non ha ancora avuto modo di sbocciare definitivamente e iniziare a fare la differenza nella lega. Speriamo sia questo l’anno buono. Proprio come Isaac, anche Bamba è uno straordinario difensore e, insieme a Iwundu e Frazier Jr., i 2 preoccuperanno senza dubbio gli attacchi avversari. Altro punto di forza della squadra, infatti, è la grande versatilità in difesa dei giocatori sopra nominati, che possono tranquillamente coprire 2 o 3 ruoli. Bamba, inoltre, grazie al suo fisico, è un rim protector di altissimo livello e, affianco a Vucevic, avrà sicuramente modo di crescere.
Durante la Summer League, Bamba ha discretamente protetto l’area…
…ma se la cava anche contro i “piccoli”.
Il reparto lunghi di Orlando, infatti, è uno dei più profondi in NBA. La stella indiscussa della squadra resta Vucevic, che, insieme all’esperienza del nuovo compagno Timofey Mozgov, aiuterà i giovani (Bamba, Birch) ad entrare nei meccanismi della squadra. In un periodo in cui la small ball sta prendendo il sopravvento, se coach Clifford dovesse riuscire a bilanciare le capacità offensive di Vucevic e quelle difensive di Bamba, i lunghi di Orlando potrebbero creare davvero grossi problemi agli avversari.
Elemento chiave per la stagione (e il futuro in generale) dei Magic potrebbe essere l’esplosione di una delle stelline a roster, a partire proprio da Jonathan Isaac. Con i continui problemi fisici di Terrence Ross, per Clifford riuscire a far giocare minuti importanti a qualche giovane sarà fondamentale.
Punti Deboli
Per quanto profondo sia, il reparto lunghi dei Magic ha anche dei limiti. Vucevic è uno straordinario realizzatore, ma spesso soffre il pick-and-roll avversario e non è abbastanza mobile in difesa da poter marcare giocatori più piccoli. Al contrario, invece, Bamba è riconosciuto per le sue abilità difensive, ma il fisico ancora troppo asciutto per l’NBA (meno di 100 kg al Draft) potrebbe creargli non pochi problemi in fase d’attacco. Mozgov e, soprattutto, Birch, infine, dovranno lottare per ottenere minuti in campo. I principali punti deboli per Orlando, però, sono la mancanza di un regista di alto livello e i problemi al tiro, in particolare dalla lunga distanza.
Lo scorso anno, la percentuale da dietro l’arco dei giocatori dei Magic ha determinato spesso il risultato delle partite. In particolare, nelle vittorie Aaron Gordon ha tirato con il 42% da 3 punti, nelle sconfitte solamente il 30.2%. L’arrivo di Grant e un buon recupero per Ross sono senza dubbio la chiave per aumentare la pericolosità dalla lunga distanza.
È questo il Terrence Ross che serve a Orlando.
Anche il peso stesso delle prestazioni di un singolo giocatore sui risultati della squadra potrebbe essere un problema. Se Gordon, Fournier, Simmons o Vucevic non dovessero essere in giornata, è possibile che tutta la squadra ne risenta. Orlando ha un roster molto profondo, ma è necessario che diventi anche solido, per poter ottenere i risultati sperati.
Scenario Migliore
D.J. Augustin distribuisce 9 assist di media a partita e rende l’attacco dei Magic fluido e rapido. Grazie alla solida difesa creata da coach Clifford, con Vucevic e Bamba l’area è un fortino e le 2.8 stoppate di media a testa permettono alla squadra di attaccare spesso in contropiede. Proprio per la velocità del gioco di Orlando, raramente le difese avversarie riescono a schierarsi e Orlando vince 50 partite a suon di schiacciate in campo aperto di Aaron Gordon e Isaac e canestri facili del velocissimo Bamba. Il prodotto di Texas University, inoltre, si trova spesso in situazioni di mismatch e la sua “leggerezza” passa in secondo piano; arriva perciò al titolo di Rookie of the Year.
Scenario Peggiore
Aaron Gordon si innamora di una ballerina di Disneyland e gioca solo 40 partite fingendosi rotto per poter stare con lei invece che allenarsi. Bamba e Vucevic litigano di continuo per il ruolo di centro titolare e Clifford per punirli fa giocare a Mozgov 30 minuti a partita. Fournier e Simmons devono guidare un’accozzaglia di giocatori troppo giovani e inesperti per poter prendere le redini di una franchigia NBA e a metà stagione chiedono la trade per esaurimento nervoso. Augustin resta l’unico play disponibile e dopo un avvio di stagione da 35 minuti a partita subisce un infortunio muscolare (e psicologico) a causa del sovraccarico di lavoro. Orlando chiude la stagione con 60 sconfitte.
Pronostico
L’arrivo di Steve Clifford e di qualche rinforzo a roster potrebbe migliorare la situazione, ma non ancora abbastanza da rendere i Magic una squadra da Playoff. Senza grossi infortuni, Orlando potrebbe raggiungere le 30 vittorie e arrivare tra la decima e la dodicesima posizione nella Eastern Conference.