JaVale McGee si dimostra critico verso il nuovo stile che sta prendendo piede in NBA. Una pallacanestro che si sviluppa principalmente lungo il perimetro dei tre punti e che si alimenta di ritmi alti e spaziature. Nel basket di oggi, la figura del centro è spesso sacrificata nella vorticosa rapidità dello sviluppo del gioco, che premia i quintetti leggeri e penalizza quelli meno versatili.
Queste le parole del nuovo acquisto gialloviola ai microfoni di Spectrum SportsNet nel post-allenamento:
“È davvero difficile per chi è nel mio ruolo, sembra quasi che non ci vogliano. Pensate solo alle votazioni per l’All-Star Game: il ruolo di centro è stato tolto. Il nostro è un lavoro duro, soprattutto in un gioco che si evolve e che ci vuole sempre più lontani dal ferro. Dobbiamo correre il campo e sapere come adattarci. È uno stile perfetto per le guardie che infatti segnano 40 punti. Per noi lunghi è tutto molto più faticoso.”
Paradigmatico il caso dei Golden State Warriors, l’armata invincibile che esprime il gioco più corale e dinamico della lega. I migliori in assoluto nell’interpretare la filosofia vincente di Steve Kerr fatta di passaggi, tagli e tiri in movimento. JaVale ha militato nei Warriors nelle due precedenti stagioni mettendo l’anello al dito in entrambe le occasioni. Nella stagione scorsa ha messo a referto 4.8 punti, 2.6 rimbalzi, 0.5 assist in 65 presenze complessive.
Questo processo di progressivo allontanamento dal ferro scoraggia i lunghi, che fino a poco prima della dinastia dei Warriors ricoprivano un ruolo di assoluta centralità (basti pensare al dominio nel pitturato dei vari Shaquille O’Neal o Dwight Howard).
Il lungo in maglia Lakers si presenta alla sua undicesima stagione per la prima volta al fianco di LeBron James, dopo essersi contesi il titolo nelle finali della passata stagione. Ma con il Re dalla sua parte JaVale McGee può stare sereno: un modo per coinvolgerlo, il 23, lo trova sempre.
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