In occasione della sfida di pre-season tra Golden State Warriors e Phoenix Suns, poi vinta dalla squadra di Kokoskov, Steve Kerr ha rimediato un’espulsione all’inizio del terzo quarto di gioco.
L’incidente è avvenuto a causa di un fallo fischiato contro Stephen Curry, il secondo della sua partita e complessivamente il sesto contro i campioni in carica. Dopo una discussione con l’arbitro, Curry ha rimediato un fallo tecnico e Kerr è intervenuto prendendo le difese della sua stella. Il coach è sceso in campo, protestando platealmente contro la decisione di Taylor, il quale ha subito deciso di allontanare Kerr dal terreno di gioco.
A scatenare la polemica sono state le parole dell’allenatore dopo l’espulsione: “Non vorrei essere qui comunque”. Nel post-partita, quando alcuni giornalisti hanno chiesto spiegazioni circa questo commento, Kerr si è limitato a un secco “no comment”. Nel corso dell’intervista, poi, l’allenatore ha chiarito meglio come mai ha scelto di intervenire e prendere le parti di Curry:
“Stavo solo cercando di portare avanti la mia opinione e stavo cercando di prendere le parti dei miei ragazzi. Stavano continuando a fischiarci falli in attacco, uno dopo l’altro. Alla fine ne ho avuto abbastanza. […] Ho sbagliato, ovviamente, e ho ricevuto quello che meritavo.”
Uscendo dal campo, Kerr ha battuto il cinque ad alcuni suoi giocatori e ha ovviamente ricevuto tutto l’appoggio di Steph Curry, felice che il coach sia intervenuto in prima persona per difenderlo. Ecco le sue dichiarazioni:
“L’ho adorato. Adorato. Abbiamo buone sensazioni riguardo a quello che stiamo facendo. Non è mai troppo presto per dimostrare di avere questo fuoco, dovremo vedere fino a quando riusciremo a tenerlo acceso nel corso della stagione. Quando c’è una chiamata eclatante, che secondo noi doveva essere gestita al contrario, è ovvio che ci sia una reazione. Non importa se è pre-season, regular season o Playoff, è bello che lui abbia dimostrato di avere sempre questo fuoco dentro.”
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