Toronto Raptors

Le prime settimane da assistente NBA di Sergio Scariolo

Dopo più di trent’anni di panchina, con successi prima in italia e poi, sopratutto in Spagna con la nazionale delle furie rosse (3 europei e un argento olimpico con la squadra dei fratelli Gasol e Juan Carlos Navarro tra gli altri), Sergio Scariolo ha deciso da questa stagione di intraprendere una nuova strada, attraversare l’oceano e sedersi su una panchina NBA: un’esperienza nuova, una nuova sfida, che da quest’anno sta affrontando sulla panchina dei Toronto Raptors, tra gli assistenti di un coach anche lui al suo esordio nella Lega, Nick Nurse.

L’inizio di questa sua “nuova carriera” non poteva essere delle migliori, visto l’organizzazione in cui è finito, la forza della squadra, sopratutto dopo l’arrivo di Kawhi Leonard e l’inizio di stagione lanciato con il record di 9 vittorie e una sola sconfitta (arrivata in contumacia dell’ex San Antonio Spurs)

Queste le sue parole nell’intervista fatta con Sky Sport:

“Siamo un’ottima squadra e non possiamo dire di essere sorpresi dai nostri risultati: il gruppo è composto daottime persone prima ancora che ottimi giocatori. In attacco ci passiamo il pallone e tutti sono coinvolti, come anche in difesa. Le prime dieci partite sono andate bene anche se sappiamo che ci saranno dei momenti complicati durante la stagione e non potremmo tenere questa percentuale di vittorie per tutta la regular season”.

Oltre alle due stelle conclamate del roster, Leonard e Lowry e ai veterani come Ibaka (che l’allenatore conosceva già dai trascorsi con la nazionale iberica), Green e Valanciunas, Sergio Scariolo si è voluto soffermare sul gruppo di giovani che sta crescendo dietro di loro, che rappresentano il futuro della franchigia e permettono alla squadra di avere una rotazione davvero invidiabile, Anunoby, Siakam, VanVleet e Wright.

Infine sul nuovo ruolo, non più in prima linea e a capo di tutte le decisioni, ma da assistente, subordinato quindi al capo allenatore Nick Nurse:

“Con Nick Nurse ci conosciamo da vent’anni. Cosa faccio per adattarmi al ruolo di vice? Basta usare la testa. Ho abbastanza spazio e questo mi permette di divertirmi, avere i giusti stimoli e di sentirmi molto partecipe in tutto ciò che facciamo. Io mi occupo principalmente del nostro attacco, ma in generale c’è molto rispetto: quando posso decidere decido io, quando invece devo passare dall’approvazione del capo allenatore, propongo la mia idea e vedo come reagisce accettando la sua decisione. Il punto qui è fare pallacanestro ognuno interpretando al meglio il proprio ruolo. È importante accettarlo, soprattutto a livello emozionale: solo così il proprio lavoro diventa piacevole.”

Scariolo ha anche riconosciuto, dopo averlo provato in questi primi mesi sulla propria pelle, come da quella parte dell’Oceano si sia effettivamente una maggiore attenzione allo sviluppo individuale dei giocatori, che sono messi nelle migliori condizioni sia tecniche che di mezzi per poter lavorare al massimo. Da questo punto di vista inoltre i Toronto Raptors sono davvero una delle migliori franchigie con un dei GM, Masai Ujiri, più all’avanguardia e attento allo sviluppo.

 

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Pubblicato da
Francesco Grisanti

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