(6-4) Sacramento Kings 109-144 Milwaukee Bucks (8-1)
Il primo dei risultati NBA della notte è una conferma: Milwaukee continua la sua marcia inarrestabile tra le mura amiche del Fiserv Forum. A farne le spese sono questa volta i sorprendenti Sacramento Kings di questo inizio di stagione.
I primissimi minuti vedono una sfida equilibrata, ma la difesa e l’attacco dei Bucks girano meglio di quelli avversari, segnando un parziale di 18-1 che regala anche il +10 ai padroni di casa, soprattutto grazie ad un ispirato Malcolm Brogdon.
Nel secondo quarto Milwaukee tenta di scappare nei primi minuti, toccando il +18, grazie all’MVP di serata, Antetokounmpo. Il tentativo di fuga riesce: i ragazzi di Budenholzer chiudono a metà partita sul 72-50.
Nel terzo periodo Giannis inizia a divertirsi seriamente. Prima su un alley-oop di Middleton:
Poi candidadosi seriamente alla Dunk of the Year con una schiacciata in stile Space Jam:
Il greco chiude il terzo quarto già in tripla-doppia, guidando i suoi al parziale di 108-82 con cui si chiude il terzo quarto. L’ultimo periodo è normale amministrazione per i Bucks, che dilagano sui Kings arresisi da tempo. Antetokounmpo termina con 26 punti, 15 rimbalzi e 11 assist. Per i Kings: Fox non riesce a ripetere la bella prestazione offerta contro Atlanta, bene Justin Jackson dalla panchina con 22 punti.
(6-5) Philadelphia 76ers 97-122 Brooklyn Nets (4-6)
Un’altra sorpresa positiva di questo inizio stagionale è rappresentata senza dubbio dai Brooklyn Nets. I ragazzi di Kenny Atkinson battono i Sixers al Barclays Center con una prestazione molto convincente.
Il primo quarto è caratterizzato da un punteggio decisamente basso per gli standard a cui ci ha abituato questa stagione NBA: le due squadre chiudono infatti con un parziale di 21-18 per gli ospiti. Sia Sixers che Nets riescono spesso e volentieri a concludere a canestro, ma le percentuali, per usare un eufemismo, non sono delle migliori.
Nel secondo quarto le squadre iniziano finalmente a segnare, anche se le percentuali di metà partita dicono ancora il contrario: BKN tira col 14,3% dalla lunga distanza, i Sixers non ne segnano neanche una, 0%. Altro dato che pesa per gli ospiti sono le tantissime palle perse: ben 17.
Nel terzo periodo i padroni di casa iniziano a macinare punti: prima aprono con un parziale di 8-0, poi allungano maggiormente, segnando un altro parziale da 31 punti contro i 14 avversari negli ultimi 6:50 del quarto. È però nell’ultimo periodo che i Nets danno l’accelerata definitiva. I Sixers continuano a perdere palle una dopo l’altra, mentre Embiid deve fare i conti con i problemi di falli. La schiacciata di Hollis-Jefferson è la rappresentazione del momento dei Nets:
Coach Brown alza bandiera bianca e svuota la panchina, decretando indirettamente la fine della partita. Benissimo i Nets: 4/5 del quintetto in doppia cifra, a cui si aggiungono i 33 punti complessivi in uscita dalla panchina della coppia Hollis-Jefferson/Dinwiddie. Per i Sixers l’unico ad offrire una prestazione dignitosa è Ben Simmons.
(3-7) New York Knicks 95-108 Washington Wizards (2-7)
Washington prova a rimettersi in carreggiata dopo un inizio di stagione da incubo. I capitolini vincono la loro seconda partita stagionale ai danni dei Knicks.
Gli Wizards partono bene, rubando una palla e chiudendo velocemente in transizione. Wall è fra i più in forma e a risentirne sono tutti i suoi compagni, che segnano un parziale di 11-6. I padroni di casa colpiscono ancora in transizione, chiudendo 24-17 il primo quarto:
Nel secondo quarto Washington guadagna una decina di punti di vantaggio, grazie alla bella schiacciata di Kelly Oubre Jr e alle altre due di Dwight Howard, ben imbeccato per l’alley-oop. A metà partita il miglior marcatore è Morris con 14 punti.
Nel terzo quarto sale in cattedra John Wall: gli Wizards continuano a colpire in transizione grazie al loro leader, che prima ruba un pallone e segna una tripla (arrivando a quota 500 in carriera), poi chiude al ferro.
Nell’ultimo periodo si fa vedere anche Jeff Green, che schiaccia sull’alzata di John Wall. Nel frattempo il numero 2 continua ad essere imprendibile:
I padroni di casa respingono le ultime resistenze avversarie e portano a casa una vittoria di importanza fondamentale. Ventelli per Beal e Wall, mentre Howard fa registrare la sua prima doppia-doppia in maglia Wizards.
(3-6) Orlando Magic 117-110 San Antonio Spurs (6-3)
All’AT&T Center di San Antonio i Magic ottengono una vittoria corsara decisamente sorprendente, sconfiggendo gli Spurs in casa propria.
Dopo i primi minuti di equilibrio, Orlando prova il primo mini-allungo di serata, andando anche sul +12. Ispiratissimo Terrence Ross, che segna 4 canestri consecutivi in uscita dai blocchi. La giocata del quarto è però la roboante schiacciata di DeRozan:
Nel secondo quarto l’attacco degli Spurs è quasi interamente sulle spalle proprio dell’ex Raptors, che tiene a galla i suoi. San Antonio riduce lo svantaggio anche a soli 6 punti, ma i Magic corrono bene in transizione: Fournier è fra i migliori in campo fra punti e assist per i compagni.
Nel terzo periodo inizia il bombardamento da parte dei Magic: la squadra della Florida continua inizialmente a sfruttare la transizione, poi trova costantemente la via del canestro pesante. Fra i più prolifici Aaron Gordon, che ne segna tre. Orlando termina sul +20.
Gli ospiti arrivano sul +26, grazie ancora a Gordon e ad un incontenibile Mo Bamba sotto canestro: la partita sembra chiusa. Sembra, perchè quando mancano circa 6 minuti sul cronometro gli Spurs si riaccendono: Belinelli dà il La alla rimonta, che viene continuata da un paio di canestri pesanti di Mills e Forbes.
Gli Spurs arrivano a -5, mentre Orlando si affida a Vucevic e Gordon, i più in forma, per non buttare via la partita. L’airball da 3 di Aldridge mette però definitivamente fine alle speranze di rimonta dei suoi.
(5-3) Memphis Grizzlies 100-102 Phoenix Suns (2-7)
Alla Talking Stick Resort Arena di Phoenix va in scena una sfida tra due delle squadre più quotate ad essere fra le prime posizioni al prossimo NBA Draft, sebbene il record dei Grizzlies sia più che positivo. Phoenix ritrova Devin Booker, che parte in quintetto.
Il primo quarto è equilibrato: nessuna delle due squadre riesce ad allungare sull’altra, eccezion fatta per la tripla allo scadere di Selden, che dà il +7 ai suoi.
Nel secondo periodo i Suns si riavvicinano agli avversari, grazie a questa bella combinazione Ayton-Jackson. 56-52 il parziale con le squadre al riposo:
Nel terzo quarto Phoenix parte meglio e riesce a prendere il comando della gara: i Grizzlies però non ci stanno e ricacciano indietro gli avversari, riguadagnando la doppia cifra di vantaggio. Pazzesca la tripla di Jamal Crawford quasi allo scadere che ridà ancora speranza ai suoi.
L’ultimo periodo vede i Grizzlies, per l’ennesima volta, rimettere una decina di punti fra sé e gli avversari: è adesso che sale in cattedra Devin Booker, guidando i suoi ad un parziale di 16-4 e alla parità a 95 punti. Sul 98 pari ancora Booker porta avanti i suoi, ma Conley pareggia col floater. La stellina dei Suns si gioca il possesso decisivo:
La preghiera di Conley tocca solo il ferro: vince Phoenix grazie ad un grande Booker da 25 punti.
(4-6) Minnesota Timberwolves 81-111 Portland Trail Blazers (7-3)
Nell’Oregon non c’è partita. I Trail Blazers comandano dall’inizio alla fine contro dei T’Wolves abbastanza piatti e a tratti anche mosci. Minnesota rinuncia ancora a Butler e deve fare i conti anche con l’assenza di Rose, infortunatosi contro gli Warriors.
Nel primo quarto c’è una partita. Le squadre si rispondono colpo su colpo, anche se i ragazzi allenati da Terry Stotts mettono in mostra un gioco migliore:
Nel secondo periodo i padroni di casa tentano l’allungo, grazie ad un Damian Lillard che, senza nemmeno spingere troppo, fa il bello ed il cattivo tempo. Troppo sterile l’attacco dei Timberwolves, interamente poggiato sulle spalle di Karl-Anthony Towns, l’unico a provarci. 61-45 a metà partita.
Nella terza frazione i Blazers danno l’allungo decisivo, complice un atteggiamento troppo compassato degli avversari: lo si intuisce dal linguaggio del corpo di Andrew Wiggins, quasi sempre in ritardo sui close-out e spesso svogliato. Intanto Nurkic regala perle Abdul-Jabbariane:
Si entra nell’ultimo quarto sul 92-64 per i padroni di casa. Le panchine si svuotano e danno vita ad un garbage time lungo 12 minuti. Bene Nurkic e Meyers Leonard, entrambi in doppia-doppia. Male, malissimo Minnesota.
(9-1) Toronto Raptors 121-107 Los Angeles Lakers (4-6)
I Raptors devono fare a meno di Kawhi Leonard, fuori per riposo. Tutti arruolabili, invece, in casa Lakers.
Nel primo quarto i padroni di casa si dimenticano di scendere in campo, mentre Serge Ibaka risponde più presente che mai. Toronto non risente minimamente dell’assenza del suo leader tecnico e macina gli avversari, soprattutto grazie al suo numero 9, che segna ben 20 punti (3 in più di tutti i Lakers messi assieme) e Kyle Lowry, che smazza 9 assist. 42-17 il parziale.
Nel secondo quarto i Lakers iniziano a dare segni di vita, soprattutto grazie a LeBron che comincia a segnare e a distribuire assist ai compagni. La transizione difensiva è però ancora da censura, e Toronto fa praticamente quello che vuole, grazie ancora ad un Lowry incontenibile, ad un Ibaka perfetto dal campo e ad un Siakam in grande spolvero:
L’apertura di terzo periodo è in fotocopia: i Lakers continuano a perdere palloni in attacco e a dormire in transizione difensiva, restando sotto di 25-30 punti. Nei minuti finali del quarto iniziano a scaldarsi seriamente James e Kuzma: il primo mette una bomba da distanza notevole, ma lo svantaggio rimane comunque di 20 punti.
È nell’ultimo quarto che i Lakers provano a riaprire la partita: Lonzo Ball segna due triple consecutive e serve l’assist per quella di Hart, intervallata dalla risposta di Danny Green. L.A. arriva a -10 ad 1:20 dalla fine, ma le speranze di rimonta si infrangono sull’intelligentissima giocata difensiva di Lowry:
Finisce 121-107 per gli ospiti: sugli scudi Ibaka, con 34 punti, 10 rimbalzi ed un incredibile 15/17 dal campo. Ottimo anche Lowry, con 21 punti e 15 assist. Per i Lakers sono 24 di Kuzma e 18 di LeBron.