Abbiamo parlato con Luka Doncic e Maxi Kleber dei Dallas Mavericks durante la Global Media Conference Call di lunedì 5 Novembre, alla quale sono state invitate varie testate giornalistiche provenienti da tutto il mondo (fun fact: anche dalla MONGOLIA) e durante la quale i due giocatori della franchigia texana hanno risposto alle domande dei media.
Doncic, la terza scelta assoluta al Draft 2018, ha cominciato la sua prima stagione NBA con 20,4 punti, 6,4 rimbalzi e 4,0 assist di media a partita, dopo aver guidato il Real Madrid alla vittoria dell’ultima edizione dell’Eurolega ed essere stato nominato stato nominato MVP sia dell’intera manifestazione che delle Final Four.
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Lo sloveno arrivava finalmente in NBA con addosso tutta la pressione del predestinato, da cui tutti si aspettavano il mondo e se lo aspettavano subito, non ultimi i Dallas Mavericks che per averlo avevano effettuato quello che si chiama trade up in sede di draft, ossia scambiare i diritti della propria quinta scelta (poi rivelatasi Trae Young) e una prima del prossimo anno agli Atlanta Hawks in cambio dei diritti sulla terza, ossia Doncic stesso.
L’affollamento della Conference Call, purtroppo, non ha permesso a nessuno dei media di fare più di una domanda al fuoriclasse sloveno.
“Ciao Luka, per quel che hai visto durante le prime 9 partite in NBA, quali sono stati i più grandi cambiamenti che hai dovuto portare al tuo gioco cercando di far valere le tue qualità dall’Eurolega e la Liga ACB spagnola alla NBA?”
“Beh, quando sono arrivato ai Mavericks sapevo che avrei dovuto aspettarmi un ritmo molto più elevato” – risponde lo sloveno in un inglese che ha ancora bisogno di lavoro. “Quindi cominciare a giocare e vedere che in NBA il gioco è molto più frenetico che in Europa non è stata una sorpresa.
Fino a questo momento la stagione 2018-19 è stata effettivamente storica in termini di Pace, con ben 29 squadre su 30 che viaggiano a una media di possessi maggiore rispetto a quella dell’anno precedente – Phoenix l’unica a non farlo finora, Sacramento da ultima della categoria lo scorso anno a prima assoluta nel ’18-19 per la prima settimana.
“Ovviamente in questa lega conta molto di più anche l’atletismo” continua Doncic. “I giocatori sono mediamente più grossi, e anche se non sempre si vede ci sono molti contatti fisici, quindi sto lavorando duramente sul mio corpo per essere sempre al massimo ogni volta che devo scendere in campo.”
Maxi Kleber, invece, è al secondo anno in NBA; arrivato a Dallas lo scorso anno, il tedesco era diventato elegible per il draft nel 2014, salvo non essere scelto da nessuna squadra e passando quindi le seguenti due stagioni in Germania, al Bayern Monaco, dove si è fatto notare ed è stato quindi firmato da Dallas nel 2017.
Dopo un primo anno di adattamento in una squadra che doveva principalmente perdere, in questa stagione Kleber si sta ritagliando un ruolo importante dalla panchina, con 18.8 minuti a partita riempiti da 7.6 punti, 4.2 rimbalzi e 1.2 stoppate. In concomitanza con il trend generale degli ultimi anni, l’ala di Wurzburg (sì, stessa città Natale di Dirk Nowitzki) sta tirando con il 38% da 3 punti su 3 tentativi totali a partita, rispetto al 31% su 1.8 tentativi del 2017-18 (via Basketball Reference).
“Maxi, stai diventando un solido role player per i Mavericks in uscita dalla panchina, categoria che si sta distinguendo sempre più come parte fondamentale per la costruzione di un roster vincente; quale pensi possa essere il massimo a cui aspirare per la tua carriera NBA?”
“Come hai detto, il mio ruolo è esattamente quello di uscire dalla panchina e cercare di aiutare la squadra in tutti i modi possibili, so bene quali sono le mie possibilità e responsabilità in questo momento e sto semplicemente cercando di lavorare duro per ritagliarmi il maggior numeri di minuti possibili in campo.”
Un esempio significativo dell’importanza dei role players nel basket moderno può essere rappresentato dal difficile inizio di stagione di Houston, che dopo aver perso in estate Trevor Ariza e Luc Mbah a Moute si è trovata in netta difficoltà.
“E’ ovvio che il sogno di ogni giocatore NBA sia quello di sollevare il Larry O’Brien Trophy un giorno, ma dipende molto anche dal contesto e dalle ‘coincidenze’ che possono verificarsi durante la carriera. In questo momento sono concentrato su Dallas e quello che è il mio ruolo con la squadra, magari provando ad entrare in quintetto in futuro.”
I Mavericks hanno cominciato la stagione al di sotto delle aspettative, e dopo 9 partite si ritrovano con 2 vittorie e 7 sconfitte. Con il recupero di Harrison Barnes le cose hanno cominciato a migliorare, ma sicuramente restano molti gli aspetti su cui lavorare per coach Carlisle, che punterà pesantemente sia su Doncic che su Kleber, con i rispettivi ruoli, per migliorare la classifica di Dallas.