(7-7) Charlotte Hornets 89-113 Cleveland Cavaliers (2-11)
Giungono finalmente buone nuove da quel di Cleveland, Ohio, dove i Cavs trovano in modo sorprendentemente facile la loro seconda vittoria stagionale su una versione non troppo convincente degli Charlotte Hornets.
I padroni di casa in versione City Edition infatti iniziano la partita fortissimo, trovando agevolmente il canestro in ogni tipo di situazione grazie soprattutto ad un primo quarto chirurgico del trio Hood/Smith/Sexton (21 punti totali in tre), che cristallizza il match sul 38 a 23 in favore di The Land.
Nei primi minuti del secondo periodo di gioco poi, gli Hornets tentano di approcciare una rimonta, che però sa subito di Mission Impossible viste quelle che saranno le percentuali al tiro di squadra.
Il team capitanato da Michael Jordan infatti chiuderà la partita con un misero 34.7% dal campo, accompagnato da un ancor peggiore 19.5% al tiro da oltre l’arco. I Cavs al contrario continuano a macinare attacco per tutti e 48 i minuti di gioco, tirando con percentuali sfavillanti (rispettivamente 53%-54%) nonostante le pesanti assenze di Kevin Love, Cedi Osman, George Hill e Kyle Korver.
Bella prova dunque per la squadra di Larry Drew, che ha potuto contare sulla bellezza di sei giocatori in doppia cifra tra i quali spuntano Collin Sexton(16+5+4), Rodney Hood(16), Tristan Thompson(11+21), Jordan Clarkson (24) ed uno sfavillante David Nwaba (18 con 7-9 al tiro).
Capitombolo invece per Charlotte, che come predetto gioca forse la peggior partita della sua stagione. Tra le fila degli uomini di North Carolina infatti si salvano solamente le prestazioni di Jeremy Lamb (22) e Nic Batum (11), mentre Kemba Walker si ferma a quota 7 (con 2-16 al tiro).
(3-11) Atlanta Hawks 103-110 Golden State Warriors (12-3)
Vittoria importante per i Campioni in carica, in cerca di riscatto dopo aver perso due delle ultime tre partite giocate.
Il match tra le due squadre in scena alla Oracle Arena di Oakland, California, è stato però molto più equilibrato di quanto si potesse pensare, merito forse di un momento non del tutto positivo in casa Golden State Warriors. Oltre all’assenza di Steph Curry infatti, stanotte i Dubs hanno dovuto fare a meno anche di Draymond Green, costretto ad una partita di sospensione (per la quale non verrà pagato) a causa della lite scatenata in quel di LA con l’amico Kevin Durant.
Nonostante tutto però, Golden State è riuscita ugualmente ad imporsi sugli avversari, dominando il secondo tempo di gioco dopo aver sofferto particolarmente nei primi 24′.
Gli Hawks infatti c’hanno provato fino alla fine, ma nulla hanno potuto contro un Kevin Durant da 29 punti e un Klay Thompson da 24, senza contare poi il fondamentale contributo arrivato da parte di Quinn Cook (18) e Jonas Jerebko (14+13), partiti entrambi titolari sostituendo rispettivamente Curry e Green.
Boccata d’ossigeno dunque per i ragazzi della Baia, che si rimettono nella giusta carreggiata in direzione Houston, Texas, dove il prossimo venerdì affronteranno i Rockets di Harden e Paul per un’altra prova di forza.
Per quanto riguarda Atlanta invece, impossibile per i giovani di Lloyd Pierce evitare l’ottava sconfitta consecutiva (la settima di fila alla Oracle), nonostante le buone prestazioni di Taurne Prince (22 con 4-7 da 3pt) e di Bazemore (18). Tanta fatica invece per Trae Young, che si ferma a 4 punti segnati (2-12 al tiro) nonostante i 5 rimbalzi catturati e i 9 assist a referto.
(6-7) Houston Rockets 109-99 Denver Nuggets (9-5)
Senz’ombra di dubbio la partita della notte quella andata in scena al Pepsi Center di Denver, Colorado, che ha visto uscire trionfanti degli Houston Rockets piuttosto convincenti.
Dopo una prima metà di gara divertente da guardare e sostanzialmente equilibrata infatti, conclusasi sul punteggio di 54-55 pro Nuggets, James Harden decide di caricarsi definitivamente la squadra sulle spalle, provando così a portare un primo strappo sugli avversari.
In versione assist man infatti, il numero 13 dei Rockets – nel solo terzo quarto di gioco – è riuscito a distribuire la bellezza di sei cioccolatini ai propri compagni di squadra, che aggiunti ai 7 punti messi a referto sono valsi la bellezza di 21 punti sui 32 totali del team.
Risultato? +10 per i Rockets a 12′ dal termine della partita, che poi il solito Harden ha voluto risolvere così in seguito ad un tentativo di rimonta da parte dei padroni di casa:
Dopo il 97-89 Houston infatti, i Nuggets non sono più riusciti a ricucire le distanze con gli avversari, perdendo così la quarta partita consecutiva (Hou..Denver abbiamo un problema?) nonostante una buona prestazione di Nikola Jokic (14+12+7), il solito contributo della coppia Murray/Harris (15) e un solido Monte Morris (19 dalla panchina).
Apparentemente ritrovata invece la squadra di Mike D’Antoni, che vince in modo parecchio convincente un’importante partita fuori casa contro uno dei team d’elite nella Western Conference. Al termine della sfida infatti, l’intero quintetto titolare dei texani risulterà essere in doppia cifra, segno di un attacco sempre più fluido e corale da cui spuntano i 24 punti (con 9 rimbalzi) di Capela, i 21 (con 5 rimbalzi e 4 assist) di Paul e i 22 (con 5 rimbalzi e 11 assist) di Harden.