(6-10) Miami Heat 97-113 Los Angeles Lakers (9-7)
Il re è tornano dove è stato incoronato per la prima volta campione NBA e sfoggia una prestazione degna dell’investitura. I Los Angeles Lakers vincono infatti in Florida grazie alla prestazione di LeBron James che supera quota 50 punti per la tredicesima volta in carriera e fa rimpiangere i tifosi Heat dei bei vecchi tempi. Per lui un ottimo 19/31 complessivo dal campo, compreso un superbo 6/8 dalla lunga distanza con tripla siderale finale a pochi secondi dalla fine.
I gialloviola sembrano aver ingranato la marcia giusta andando a conquistare la settima vittoria nelle ultime nove uscite, e agguantando il record positivo in classifica ad Ovest.
Due note finali per questa partita:
1)LeBron sconfigge per la prima volta, da quando ha lasciato la Florida, i Miami Heat. Fino a ieri il record era di 0-7.
2) Josh Richardson, giocatore dei Miami Heat, è stato invece espulso nel quarto periodo di gioco per aver lanciato contro il pubblico una scarpa da gioco, a dimostrazione della frustrazione che aleggia nel team guidato da coach Spoelstra che dovrà invertire la marcia dopo le quattro sconfitte consecutive subite.
(8-7) San Antonio Spurs 104-92 Golden State Warriors (12-6)
Continua il periodo nero dei Golden State Warriors che cadono anche sul campo dei San Antonio Spurs subendo la terza sconfitta in fila. In campo, è vero, non c’erano Steph Curry e Draymond Green e forse è proprio la spaccatura che si è creata tra quest’ultimo a Kevin Durant che sta rovinando l’armonia e le intese di una squadra che ha saputo battere tutti i record fino a una settimana fa. Ora, come dichiarato da coach Steve Kerr, si trovano nella “vera NBA”, quella di sofferenza, di sconfitte consecutive e di difficoltà, dalle quali dovranno rialzarsi. Per gli Spurs ottima prestazione di LaMarcus Aldridge che a fine partita registra a referto 24 punti e 18 rimbalzi, coadiuvato da DeMar DeRozan ed i suoi 20 punti + 9 assist. Non sono bastati invece i 26 punti di Durant ed i 25 di Thompson per Golden State che “devono ritrovare la gioia di giocare” come confermato dallo stesso coach Kerr.