Risultati NBA

Risultati NBA: torna Westbrook ma OKC cade, male ancora Boston, bene i Bucks e finalmente Charlotte

(9-8) Boston Celtics 112-117 Charlotte Hornets (8-8)

Continua il periodo no dei Boston Celtics, che alternano vittorie convincenti a sconfitte contro squadre sulla carta più indietro.

Ad averla vinta stavolta, finalmente, sono gli Charlotte Hornets, che riescono a vincere una partita importante trascinati ancora una volta da un Kemba Walker formato MVP; i padroni di casa cominciano forte da subito, anche se alle folate di Walker stesso e Jeremy Lamb risponde nel secondo quarto la solita coralità organizzata dei Celtics, che per la prima volta in stagione si presentano con Aron Baynes in qunitetto e Gordon Hayward dalla panchina.

Dopo un primo tempo combattuto in cui Boston strappa un piccolo vantaggio, la partita continua equilibrata sui propri binari; in realtà sarebbe ancora Boston a portarsi in vantaggio, specie a inizio quarto quarto, e la squadra di Brad Stevens avrà di che rammaricarsi visto che a meno di 10 minuti dalla fine vedeva il proprio vantaggio in doppia cifra. Poi, semplicemente, accade Kemba Walker, che sembra tornare quello dei 60 punti contro i Sixers e porta da solo i suoi ala vittoria.

Saranno 43 i suoi punti nel 117-112 finale, con 4 rimbalzi, 5 assist e 14/25 dal campo; l’unico altro Hornets che sembra riuscire a dargli una mano e proprio Lamb, che chiude a 18 punti, mentre i Celtics si vedono sconfitti nonostante i 27 punti di  Kyrie Irving e i 6 giocatori in doppia cifra.

 

(2-13) Cleveland Cavaliers 102-113 Detroit Pistons (8-6)

Vittoria importante per i Detroit Pistons, che approfittano della sconfitta dei Celtics per superarli in classifica dopo essersi liberati senza troppa fatica dei derelitti Cleveland Cavaliers.

I Pistons mettono le cose in chiaro fin da subito, vivendo un primo quarto da 38 punti che li porta subito in vantaggio allargandosi anche nel secondo, e quando le due squadre vanno negli spogliatoi la partita è già sostanzialmente chiusa, visto il punteggio che vede Detroit sopra di 20 punti.

Nel terzo quarto Cleveland reagisce a malapena, rosicchiando qualche punto agli avversari, prima di vivere un parziale di 13-0 buono a ravvivare un po’ gli animi degli ospiti, ma inutile ai fini del risultato che è già deciso da tempo.
Finisce 13-102, Andre Drummond è il migliore della partita con 23 punti e 16 rimbalzi, bene anche Blake Griffin e Reggie Bullock con 21 punti a testa; per i Cavs, la buona notizia sono i 18 punti e 4 assist in 23 minuti di Collin Sexton, che senza prestazioni clamorose sta comunque trovando una sua dimensione.

(8-9) Utah Jazz 94-121 Indiana Pacers (11-6)

Altra pesante sconfitta per gli Utah Jazz, che confermano che quando la luce è spenta, a livello di squadra, per Mitchell e compagni è veramente buio pesto.

Peggio ancora pensando che la sconfitta è arrivata contro una squadra che sì gioca a Est, ma per livello sarebbe una diretta concorrente di Utah come gli Indiana Pacers, per lo più privi di Victor Oladipo, tenuto fuori per fastidi al ginocchio.
Indiana sembra però non accorgersi dell’assenza del proprio miglior giocatore e sforna un parziale da 32-19, che sorprende i Jazz visto che gli attacchi, come al solito contro i Pacers, arrivano da ogni punto.
I jazz provano a reagire nel secondo quarto, ma Indiana tiene botta e mantiene il proprio vantaggio attorno alla doppia cifra, prima di rosicchiare altri punti nel terzo quarto.

Utah vive una buona serata al tiro, 48% finale dal campo e 44% da 3 punti (contro i 52% e 48% rispettivi avversari), ma muove male la palla producendo pochi assist, perde nettamente la lotta a rimbalzo e si fa rubare ben 13 palloni (18 palle perse alla fine). Gli ultimi 12 minuti sono buoni soltanto a far allungare ulteriormente il vantaggio a Indiana, che alla fine chiude addirittura sul 121-94 mandando 6 giocatori in doppia cifra  (Bogdanovic il migliore con 21 punti). Per Utah si salva Rubio con 28 punti, 4 rimbalzi e 6 assist ben poco da tutti gli altri.

 

(3-13) Phoenix Suns 114-119 Philadelphia 76ers (12-7)

Partita sorprendentemente equilibrata quella del Wells Fargo Center tra 76ers e Suns, con gli ospiti che contro ogni pronostico mettono sotto Embiid e compagni nel primo quarto e si guadagnano un vantaggio di ben 10 punti (36-26).

Philadelphia reagisce parzialmente nel secondo parziale, e la sfida è resa scoppiettante dal duello a distanza fra Devin Booker e Joel Embiid, i due migliori in campo di stacco.
Il primo tempo è equilibrato e combattuto, Philadelphia ha ovviamente più talento e profondità per portare a casa la partita ma Phoenix è in una delle migliori serate della propria stagione.

Nel terzo quarto i Sixers cercano di prendere il controllo della partita e lo fanno con  un parziale da 35-24 che li vede finalmente in vantaggio. Jimmy Butler, Ben Simmons e un sorprendente Mike Muscala salgono in cattedra, e diventano vani i tentativi di resistenza dei comunque sempre in partita Suns.
Al termine il risultato dice 119-114, Embiid chiude a 33 punti e 17 rimbalzi e continua il suo strepitoso inizio di stagione, ancora meglio però fa Booker che di punti ne mette ben 37 con 3 rimbalzi e 8 assist.

(11-5) Los Angeles Clippers 127-119 Atlanta Hawks (3-14)

Continua il buon momento dei Los Angeles Clippers, che infilano un’altra vittoria sul campo dei non irresistibili Atlanta Hakws e salgono ai vertici della Western Conference.
Atlanta da parte sua ottiene quel che vuole dalla partita, ossia una prestazione convincente di squadra e alla fine una sconfitta che li mantiene in fondo alla Eastern Conference con Cleveland.

Il primo quarto è comunque dei padroni di casa, ispirati da un super Trae Young e dalle buone serate di Taurean Prince e John Collins, lo zoccolo duro dello young core degli Hawks.
Dopo un buon primo quarto la squadra subisce il ritorno dei Clippers, che tra secondo e terzo parziale si rirpotano in parità prima di investire gli avversari con un parziale di 38-23 negli ultimi 12 minuti che permette alla squadra di Doc Rivers di mettere definitivamente le mani sulla partita.

Alla fine il risultato è di 127-119 per LA, guidata dai 24 punti e 8 rimbalzi del solito Tobias Harris e i 25 dalla panchina di Montrezl Harrell; per gli Hawks il migliore è Young, con 25 punti e 17 assist.

(7-9) Dallas Mavericks 88-98 Memphis Grizzlies (11-5)

I Memphis Grizzlies hanno trovato il proprio ritmo in questa stagione, il ritorno di Mike Conley e l’arrivo di Jaren Jackson Jr hanno aiutato Marc Gasol a riportare la squadra ai livelli di un tempo, e stavolta a farne spesa sono stati i giovani Dallas Mavericks.

Doncic e compagni vanno subito in difficoltà nel primo quarto, restando comunque ben dentro la partita a livello di punteggio, ma il controllo esercitato dai padroni di casa fa presagire il peggio per i texani.
Nel secondo quarto Dallas resta in partita, trascinata proprio da Doncic, Smith Jr e da una super serata sotto i tabelloni di DeAndre Jordan; la squadra di Rick Carlisle si porta anche in vantaggio nel terzo quarto cavalcando il momento di pausa degli avversari, ma la pessima serata al tiro dal campo (34%) e da 3 punti (31%) vengono a chiedere il conto nel quarto quarto, quando i Grizzlies rifilano ai Mavs un parziale di 24-14 che fa mettere loro le mani sulla partita.

Finisce 98-88, Conley è il migliore con 28 punti, 5 rimbalzi e 7 assist, bene anche Gasol con 17 punti e 15 rimbalzi, mentre per Dallas il migliore è proprio Jordan con 17 punti e 20 rimbalzi; 19 per Smith Jr, 15 e 10 rimbalzi per Doncic.

(10-7) Denver Nuggets 98-104 Milwaukee Bucks (12-4)

Scontro d’alta classifica, seppur tra Conference differenti, quello che va in scena in Wisconsin tra Bucks e Nuggets.

Gli ospiti cominciano col piede sull’acceleratore e si portano in vantaggio nel primo tempo, il trio Jokic-Murray-Harris è in serata e le pessime percentuali dal campo di Milwaukee nel primo tempo permettono a Denver di allungare nel punteggio, con i soli Bledsoe e Antetokounmpo a opporre resistenza.

Denver si presenta all’inizio del secondo tempo con il vantaggio in doppia cifra, ma subisce il furioso ritorno dei Bucks che inevitabilmente alzano le proprie percentuali dal campo e da 3 punti e vengono letteralmente trascinati dal greco, che recupera praticamente da solo lo svantaggio nel terzo quarto e legittima la vittoria negli ultimi 12 minuti con Bledsoe e il contributo di Middleton e Brogdon.

Il risultato finale dice 104-98, Antetokounmpo conclude con 29 punti, 12 rimbalzi e 6 assist, Bledose si ferma a 28, mentre per i Nuggets il migliore è Jokic con 20 punti, 5 rimbalzi e 5 assist.

(8-8) San Antonio Spurs 126-140 New Orleans Pelicans (10-7)

I Pelicans, se in serata, si dimostrano squadra che può prendere letteralmente fuoco contro qualsiasi avversario, mentre gli Spurs si confermano ancora alla ricerca di un’identità precisa e alternano ancora vittorie e sconfitte.

Allo Smoothie King Center di New Orleans sono però proprio gli ospiti a partire bene, trascinati manco a dirlo da DeMar DeRozan e un sorprendente Dante Cnunnigham.
Dopo aver subito ben 39 punti nei primi 12 minuti, però, NOLA sale in cattedra sotto forma di Anthony Davis e riporta il punteggio in equilibrio, con il contributo importante dalla panchina di Julius Randle che a fine partita apparirà in presenza massiccia anche nei tabellini.

Nel terzo quarto i Pelicans continuano a spingere, non tirano benissimo da 3 punti (38%, contro il 50% avversario) ma tengono altissime le percentuali dal campo, non facendo mai avvicinare San Antonio oltre la distanza di sicurezza e vincendo la partita 140-126.
Anthony Davis, manco a dirlo, è il migliore in campo con 29 punti e 9 rimbalzi, seguito come anticipato dalla tripla doppia da 21 punti, 14 rimbalzi e 10 assist di Randle; per San Antonio bene il solito DeRozan con 21 punti, 6 rimbalzi e 5 assist, 20 per Bryn Forbes e 19 per Cunningham.

(10-6) Oklahoma City Thunder 113-117 Sacramento Kings (9-8)

Torna in campo dopo aver saltato 6 partite per infortunio Russell Westbrook, con i Thunder che vedono interrompersi il loro momento super-positivo contro la vera sorpresa di questo inizio di stagione, i Sacramento Kings.

Kings che partono come una palla di cannone nel primo quarto, giocano con l’ormai caratteristico ritmo frenetico e rifilano agli avversari ben 37 punti, ai quali i Thunder rispondono solo con 24.
Serataccia al tiro per de’Aaron Fox, leader dei Kings, che però è decisamente ispirato in cabina di regia e manda ripetutamente a canestro i compagni, in particolare Iman Shumpert.

Nel secondo tempo, come prevedibile, arriva la reazione di OKC, che imperversa sugli avversari con un parziale di 29-15 nel terzo quarto e si porta molto vicina nel punteggio con Westbrook, George e un ottimo Hamidou Diallo, partito in quintetto per Terrance Ferguson.
OKC lotta, si avvicina fino a un possesso distanza ma non riesce mai a colmare definitivamente il distacco, perdendo alla fine per 117-113.

Il migliore della partita è Buddy Hield, che chiude a 25 punti aiutato dai 23  di Iman Shumpert, che nonostante un secondo tempo da 0 evidentemente quando vede Thunder si infiamma, dopo i 26 segnati alla Chesapeake Energy Arena qualche settimana fa.
Westbrook chiude con 29 punti, 13 rimbalzi e 7 assist, George segue a 27 e 9 rimbalzi.

 

 

 

 

 

 

Guarda i commenti

  • Boston è stata in partita e ha perso nel finale, perchè non ha saputo limitare un Kemba Walker troppo veloce e deciso.
    Però c'è un problema di difesa, ora anche Jaylen Brown sembra un difensore nella media, troppo passivo contro Jeremy Lamb.
    Apprezzabile il tentativo di Stevens di cambiare qualcosa, facendo partire Hayward dalla panchina, ma più che Baynes per me dovrebbe partire Morris, secondo solo a Irving per pts segnati in 24 minuti, buon rimbalzista e difensore e il migliore della squadra al tiro dalla distanza.
    I Celtics fanno fatica proprio da tre, oltre che sotto canestro.
    Esclusi Morris, Irving e Tatum, tutti stanno litigando col canestro dalla distanza, perfino Horford.
    E' inutile avere dei mismatch in attacco a favore in posizione di 3 e 4, se in difesa subisci quasi sempre in 1,2 e 5.
    Serve un equilibrio per trovare una svolta.

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Pubblicato da
Leonardo Flori

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