(9-9) Charlotte Hornets 104-109 Oklahoma City Thunder (12-6)
Molto interessante la sfida tra gli Hornets di Kemba Walker e i Thunder, una delle squadre più in forma dell’intera lega. A spuntarla sono i padroni di casa, ora ai piani altissimi della Western Conference.
Il primo quarto è ad alto punteggio, con i Thunder che sfruttano appieno le loro armi migliori: transizione ed isolamento di Westbrook e George. Gli Hornets si affidano ovviamente a Walker, che però tira peggio del solito.
Charlotte rientra bene in campo e tocca il +9, ma i contropiedi dei padroni di casa sono ancora una volta letali. 62-57 a riposo.
OKC, nel terzo quarto, sfrutta il post di Adams e Westbrook per provare a scappare, toccando il +12. Gli Hornets restano però in scia, senza mai cedere definitivamente.
Anzi, nell’ultimo periodo arrivano anche a -1. Kemba è un uomo in missione ma gli Hornets giocano bene. 105-104 per OKC a 20 secondi dal termine: Westbrook perde palla, gli ospiti hanno la tripla del sorpasso ma sbagliano. I tiri liberi del numero 0 sigillano la vittoria.
30p-12r-8a per Westbrook. 25 per Walker e quintetto Hornets quasi tutto in doppia cifra (tranne Batum, che ne segna 9).
(12-7) Portland Trail Blazers 97-125 Golden State Warriors (13-7)
Golden State interrompe la striscia di 4 sconfitte consecutive, sconfiggendo i Trail Blazers, che hanno ora perso la testa della Western Conference e condividono lo stesso record proprio con gli Warriors.
Il primo quarto è ad alto ritmo, con entrambe le squadre a fare affidamento sui rispettivi leader tecnici: Durant e Thompson da una parte, Lillard e McCollum dall’altra. Alla fine, Golden State è sotto di 3.
Nella seconda frazione GS inizia a bombardare da il ferro avversario, soprattutto grazie a Jerebko e a Durant. Il vantaggio aumenta, fino ad arrivare al +19 dopo l‘and-one di KD, che schiaccia e subisce il fallo, accendendo tutta la Oracle Arena.
Golden State inizia il terzo quarto sulla falsa riga del secondo: Quinn Cook continua a segnare da 3, spesso e volentieri fuori ritmo, Klay Thompson sfrutta bene il post, Durant fa canestro in ogni maniera.
Lo svantaggio dei Blazers arriva a toccare le 22 lunghezze dopo la schiacciata in contropiede di Thompson. Portland prova a rientrare nell’ultimo periodo, arrivando a -12 in un paio di occasioni, ma gli Warriors continuano a segnare con costanza da 3 e rimandano al mittente ogni tentativo di rimonta.
63 punti per la coppia KD-Klay, a cui si aggiungono i 19 con 5 triple di un ispiratissimo Cook. Sponda Blazers: bene i titolari ma manca decisamente l’apporto dalla panchina (vedasi Stauskas, Leonard e Turner).
(8-11) Utah Jazz 83-90 Los Angeles Lakers (11-7)
È una partita insolitamente dal punteggio basso quella che va in scena allo Staples Center. Un dato: a metà partita nessuna delle due squadre raggiungeva il 20% dalla lunga distanza. I Jazz si sono confermati negativamente anche nella seconda parte, i Lakers si sono migliorati e hanno vinto di conseguenza.
Sono proprio i padroni di casa a partire forte, con un parziale di 8-0. LA corre molto bene sia in transizione offensiva che in quella difensiva, grazie ad un velocissimo Lonzo Ball. Ingram schiaccia per il 22-16 con cui si chiude il primo quarto.
Nella seconda frazione, i primi minuti seguono il leit-motiv dei primi 12. Negli ultimi 3, Utah ingrana la quarta, pareggia la partita e va al riposo sul 38 pari.
Appena Utah, nel terzo quarto, prova a mettere la testa avanti per la prima volta in partita, i Lakers si affidano a LeBron James che, con una tripla fuori ritmo, pareggia a 54.
La partita rimane combattuta, punto a punto fino ai momenti conclusivi, dove prima Ball con una penetrazione e poi ancora il Re con una tripla dai 9 metri scavano il solco decisivo, sigillato dalla stoppata:
A fine partita sono 22 punti e 10 rimbalzi per James, 24 invece per Ingram. Per Utah nessuno è in grado di scollinare oltre quota 20 punti segnati.