(14-6) Milwaukee Bucks 107-110 Charlotte Hornets (10-10)
Partita spettacolare, come ci siamo ormai abituati quest’anno, sul parquet degli Charlotte Hornets, che ospitano i leader della Eastern Conference e non vogliono fare la fine di quasi tutti i malcapitati avversari dei Bucks in questa stagione.
La partita comincia subito scoppiettante, il primo quarto è ad alto punteggio e nessuna delle due squadre tradisce la propria trazione prettamente offensiva.
Dopo aver concluso i primi 12 minuti sotto di 3 punti, gli Hornets rifilano agli avversari un parziale di 33-17 nel secondo quarto grazie a un gioco finalmente di squadra e non sulle spalle del solo Kemba Walker.
Nel terzo quarto Milwaukee cerca di avvicinarsi ma la serata al tiro da 3 non è eccezionale per i ragazzi di Budenholzer, che chiuderanno solamente con il 34% contro il 44% avversario, e la difesa di Charlotte regge ancora.
Negli ultimi 12 minuti i Bucks riescono finalmente a tornare a contatto, e fanno seriamente paura agli avversari quando a 27 secondi dalla fine Pat Connaughton infila la tripla del -3, sul 108-105; Tony Parker va in lunetta e sbaglia entrambi i tiri liberi a disposizione, Brook Lopez cattura il rimbalzo e passa ad Antetokounmpo che infila il layup del -1 a 15 secondi dalla fine. A questo punto andare in lunetta tocca a Kemba Walker, che fa 2-2 e riporta i suoi a +3, la tripla del pareggio tocca ad Eric Bledsoe, che però non è preciso e vede gli Hornets vincere la partita 110-107.
Sesta sconfitta stagionale per i Bucks, Antetokounmpo si ferma a 20 punti, 13 rimbalzi e 9 assist, sono 6 gli uomini in doppia cifra per Milwaukee, mentre gli Hornets dalla loro ne mandano solo 4 oltre i 10 ma efficacemente, e il migliore è come sempre Walker con 21 punti, 6 rimbalzi e 5 assist.
(10-11) Minnesota Timberwolves 102-95 Cleveland Cavaliers (4-15)
I nuovi Minnesota Timberwolves (finalmente) di Karl-Anthony Towns fanno visita ai dei Cleveland Cavaliers è ripresa nelle ultime partite, e il risultato sono 48 minuti che intrattengono più del previsto.
Robert Covington sembra particolarmente ispirato e da subito guida i suoi offensivamente, dall’altra parte Rodeny Hood e Kyle Korver tengono a galla i Cavs.
La partita prosegue più o meno equilibrata durante il primo tempo, anche se Minnesota comincia ad accumulare in piccolo vantaggio che si rivelerà poi fondamentale ai fini del risultato.
Nessuna delle due squadre è particolarmente ispirata al tiro da 3 punti, la lotta si circoscrive alle 2 aree in cui si danno ripetutamente battaglia proprio Towns e un Tristan Thompson particolarmente ispirato.
Dopo essersi riavvicinata nel terzo quarto, Cleveland non riesce a concretizzare gli ultimi sforzi e alla fine cede 102-95 agli avversari, che raggiungono la decima vittoria stagionale.
Covington è il leader dei Wolves con 24 punti e 7 rimbalzi, segue Towns con 21 e 10 rimbalzi, mentre per i cvas bene Hood e Korver come detto, rispettivamente a 20 e 22, e Thompson, con una doppia doppia da 16 punti e 11 rimbalzi.
(9-10) Houston Rockets 131-135 Washington Wizards (8-12)
Sembrano non riuscire a lasciarsi definitivamente alle spalle la crisi gli Houston Rockets, sembrano quantomeno volerci provare i Washington Wizards, che in attesa di essere letteralmente smontati raccolgono uno scalo importante.
Houston è ancora priva di Chris Paul ma comincia la partita alla grande sulle spalle di un sontuoso James Harde, che trascina i suoi a un primo quarto da ben 42 punti; pronta arriva la risposta di Washington, che piazza un parziale da 37-22 nel secondo quarto e riporta subito le cose in equilibrio. La partita è scoppiettante e non sembra voler trovare un padrone, Wall e Beal trovano entrambi una serata positiva ma Harden è letteralmente incontenibile.
Washington è in vantaggio 125-123 quando resta un solo possesso nella partita, gestito proprio da Harden che chiama un pick and roll con Clint Capela e lancia poi al ferro il proprio centro con un preciso lob. Parità e overtime durante il quale gli Wizards fanno valere la migliore serata in generale, contro dei Rockets illuminati dai soli Harden ed Eric Gordon; gli Wizrads allungano subito nell’overtime, Houston ha la vera e ultima possiblità di avvicinarsi nel finale, quando Gordon a 6 secondi dalla fine sbaglia la tripla che avrebbe portato i suoi a -1.
E’ la fine di Houston, che perde 135-131 e trova la decima sconfitta stagionale, nonostante un Harden da 54 punti, 8 rimbalzi e 11 assist; Gordon segue a 36, doppia doppia da 17 e 14 rimbalzi per Capela.
Per gli Wizards, super Wall e Beal che combinano per 68 punti, buono anche l’apporto di Morris con 22 e 10 rimbalzi dalla panchina.
(10-10) San Antonio Spurs 108-107 Chicago Bulls (5-16) Chicago Bulls
Nonostante i problemi più che evidenti mostrati in questo primo mese e mezzo di stagione, San Antonio si conferma squadra complicata da affrontare nei finali punto a punto; Chicago, dalla sua, non riesce ad uscire da un momento negativo che sta trascinano la squadra nel baratro.
Allo United Center le due squadra si affrontano a viso aperto nel primo tempo, ne giova lo spettacolo perchè la partita è equilibrata e a punteggio relativamente alto; DeRozan e Aldridge guidano come al solito gli Spurs, mentre per i Bulls il faro offensivo è il solito LaVine assistito da un buon Jabari Parker e da un sempre più sorprendente Ryan Arcidiacono, che nelle ultime settimana sta legittimano il proprio ruolo di point guard titolare.
Dopo una partita equilibrata e punto a punto, nel finale gli Spurs allungano final al +7 a meno di due minuti dalla fine, ma una tripla di Arcidiacono riporta i Bulls a -4 sul 108-104.
Gli Spurs si inceppano totalmente e non fanno più canestro, e a 48 secondi dalla fine è ancora Arcidiacono a colpire da 3 punti e portare i suoi a -1; da quel momento comincia una girandola di tiri sbagliati da entrambe le squadre e falli, l’ultima possibilità è a fil di sirena ancora per Arcidiacono con un jumper dalla media che non trova però il fondo della retina, e vede San Antonio vincere 108-107.
DeRozan è il migliore con 21 punti, 8 rimbalzi e 5 assist, segue Aldridge a 20 e 8 rimbalzi mentre LaVine ne mette 28 con 8 rimbalzi e 6 assist e Arcidiacono si ferma a 22.
(11-10) Boston Celtics 124-107 New Orleans Pelicans (10-11)
Provano a ritrovare un po’ di solidità i Boston Celtics, restano invece in totale balìa degli eventi i New Orleans Pelicans di Anthony Davis.
La squadra di Brad Stevens non vuole e non può perdere altro terreno da Toronto Raptors e Milwaukee Bucks, e comincia a farlo vedere con il parziale da 34-21 con cui chiude il primo quarto. NOLA è tramortita e non reagisce particolarmente nel secondo quarto, anche perchè i soli Davis e Mirotic sembrano in grado di combinare qualcosa di positivo offensivamente.
Dopo un primo tempo concluso sul +9, i Pelicans non accennano alla rimonta nel secondo tempo e trovano sempre l’organizzata resistenza dei Celtics, che dalla loro sono in grado di appoggiarsi a tutto il proprio organico per amministrare il vantaggio e addirittura allungare ulteriormente nel finale, fino a che la partita non si conclude 124-107.
Kyrie Irving è il migliore con 26 punti, 5 rimbalzi e 10 assist, seguono Al Horford e Jayson Tatum enttrambi a quota 30, mentre per i Pelicans bene solo Davis e Mirotic rispettivamente con 27 e 25 punti.
(12-8) Indiana Pacers 121-88 Utah Jazz (9-12)
Pesantissima sconfitta interna per gli Utah Jazz, che non sembrano minimamente vicini ad uscire dalla crisi e concedono un parziale larghissimo a Indiana ancora orfani di Donovan Mitchell, fuori per problemi alle costole.
I Pacers, da parte loro privi di Victor Oladipo per i soliti problemi al ginocchio, cominciano subito con il piede sull’acceleratore facendo affidamento su tutto l’organico; Utah conferma i recenti problemi su entrambi i lati del campo, perchè se la palla gira pochissimo in attacco e i canestri faticano ad arrivare, specie in assenza di Mitchell, le cose non migliorano nella metà campo difensiva, dove anche l’ancora Gobert va in difficoltà e non riesce ad arginare l’ondata avversaria.
I Pacers non hanno problemi ad aumentare gradualmente il proprio vantaggio, e nel secondo tempo (e in particolare durante il quarto quarto) Utah alza totalmente bandiera bianca, regalando ai propri tifosi uno spettacolo che rasenta l’indecenza.
Finisce 121-88 per Indiana, che manda ben 7 giocatori in doppia cifra e trova, finalmente, una prestazione importante di Doug McDermott, che chiude a 21 punti e 6 rimbalzi; per Utah non arriva nessuna prestazione degna di nota.
(10-10) Orlando Magic 110-116 Golden State Warriors (14-7)
Partita spettacolare quella della Oracle Arena tra Warriors e Magic. I padroni di casa devono dare seguito alle vittorie arrivate nell’ultimo periodo dopo la crisi, Orlando è in fiducia e vuole sfruttare i miglioramenti.
Cosa che si vede bene quando gli ospiti, dopo un primo quarto equilibrato, vano letteralmente in fuga nei secondi 12 minuti e rifilano agli Warriors un parziale di 39-21, tutto sulle spalle del solito Nikola Vucevic e del sorprendente Terrence Ross, altra nota lieta della stagione dei Magic.
La risposta degli Warriors arriva però pronta nel terzo quarto, con un controparziale di 32-19 che riporta gli uomini di Steve Kerr in partita e conduce a un finale equilibrato, che vede Golden State prendere definitivamente il controllo delle operazioni a un minuto e 19 secondi dalla fine, quando un Durant on fire trascina i suoi in vantaggio con un layup e poi, circa un minuto più tardi, chiude i conti con la tripla del +4 a 22 secondi dal termine.
Finisce 116-110, Durant chiude con 49 punti, 6 rimbalzi e 9 assist, riscrivendo il proprio season high, seguito dai 29 punti di Klay Thompson, mentre per i Magic super Vucevic, con 30 punti, 12 rimbalzi e 6 assist, e un ottimo Ross dalla panchina con 28 punti.