Tra le qualità maggiormente accreditate a Gregg Popovich, sicuramente la più utile è stata la sua capacità di far adattare i suoi San Antonio Spurs a tutte le transizioni che il gioco ha attraversato nel corso degli ultimi vent’anni.
Tuttavia, questa attitudine all’adattamento non coincide per forza di cose al fatto che l’allenatore apprezzi la trasformazione che la pallacanestro ha subito.
Il gioco interno è morto ormai. Devi avere giocatori che sappiano cambiarsi nei ruoli, lunghi che sappiano giocare come esterni. Ormai c’è talmente tanta enfasi sul tiro da tre solo perchè è stato provato quanto sia statisticamente più efficiente. Adesso la prima cosa che guardi del tabellino sono le triple: se hai segnato le triple e l’altra squadra non l’ha fatto, hai vinto la partita. Non guardi più ai rimbalzi, alle rubate, non ti interessa più. Questo è l’impatto del tiro da tre, ed è provato da come tutti ormai giocano ora. Lo odio, e l’ho sempre odiato. L’ho odiato per vent’anni, è per questo che faccio sempre la battuta dicendo “se dobbiamo davvero cambiare il gioco facciamo il tiro da quattro,” perchè se a tutti piace il tiro da tre, allora a tutti piacerà il tiro da quattro. Non c’è più basket, non c’è più bellezza, è diventato noioso, ma è quello che è, e possiamo lavorare con quello che abbiamo.
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