Abbiamo partecipato alla Global Media Conference Call di venerdì 7 dicembre durante la quale due giocatori degli Utah Jazz, Rudy Gobert e Raul Neto, hanno risposto alle domande dei media.
Gobert, eletto Difensore dell’anno per il 2017-18, è la pietra angolare del sistema Jazz nella metà campo difensiva, dove la squadra di coach Quin Snyder costruisce le proprie fortune.
La franchigia è emersa nelle ultime stagioni come una delle realtà più solide nell’iper competitiva Western Conference e punta a riconfermarsi ad alti livelli.
La situazione di classifica dopo il primo quarto abbondante di stagione regolare – complice un calendario fitto di trasferte, 16 nelle prime 26 uscite ndr– non è delle migliori, ma lo scenario può cambiare da un momento all’altro. Il record al 50% (13-13) lascia ben sperare, nonostante tutto:
“[Ci sono 14 squadre racchiuse in 5.5 partite] e la battaglia a ovest è sempre stata dura, sin dal mio ingresso nella lega. Ovviamente l’arrivo di giocatori del calibro di LeBron ha cambiato un po’ gli equilibri, ma è prematuro guardare alla classifica ora. Dobbiamo ragionare una partita alla volta.”
Raul Neto ha rinnovato in estate il proprio contratto con i Jazz e, dopo un andirivieni dalla G League, sembra essersi ritagliato il giusto spazio in uscita dalla panchina:
“Per un brasiliano è difficile arrivare in NBA e starci per un po’ di tempo, le opportunità non sono molte. […] Personalmente mi ispiro a Nash, che ho osservato negli anni seguendo il mio connazionale Leandro Barbosa, con lui ai Suns.”
A entrambi è stato chiesto di commentare le nuove regole NBA, accolte positivamente dal commissioner Adam Silver Attenzione particolare è stata posta sulla cosiddetta “Freedom of Movement”:
“Inizialmente ci ha tolto un po’ di aggressività, non volevamo fare troppi falli. È stato difficile trovare uniformità di giudizio.”
Un pensiero anche sul ritorno di Kyle Korver a Utah:
“Quando mancano 4”, 3” sul cronometro dei 24, è un grande giocatore al quale ti puoi affidare.”
CAPITOLO FIBA
La Francia ha già staccato il pass per il mondiale cinese, in programma nel mese di settembre 2019. Discorso diverso per il Brasile di Neto, che in proposito non nasconde un certo rammarico:
Il sistema di qualificazione, con queste ‘finestre’, funziona diversamente. Io e Cristiano [Felicio], ad esempio, dobbiamo ancora giocare una partita per via della sovrapposizione di impegni.”
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