A poche ore dalla palla a due in trasferta in quel di Charlotte, LeBron James ha raccontato un retroscena risalente al mese di giugno 2001 quando, allora teenager, incontrò per la prima volta Michael Jordan, attuale proprietario degli Hornets.
ESEMPIO
Quello fu primo passo di una rincorsa senza sosta al mito con il #23 sulla schiena. Di seguito quanto raccolto da Dave McMenamin di ESPN:
“Divino. L’ho detto più e più volte prima d’ora, ma fu come incontare Dio per la prima volta. Così mi sentii, da ragazzo sedicenne, al primo incontro con MJ. Ogni qualvolta vengo anche solo menzionato accanto ai grandi di questo gioco, [accanto] a chi è venuto prima di me e ha preparato il terreno […] , è sempre un bagno d’umiltà e qualcosa di gratificante per la mia città, […] dove le aspirazioni e le risorse sono assai limitate, come tutto il resto. Essere in questa posizione oggi è per me una benedizione. MJ ha reso il gioco globale, ha invogliato persone da tutto il mondo, spingendole a guardare la pallacanestro per come giocava, per chi era, e per il suo essere [fattore] commerciale. Ha un po’ oltrepassato quell’epoca.”
La congiuntura appare estremamente favorevole:
Avevamo bisogno di [Larry] Bird e Magic [Johnson] al loro ingresso nella lega. […], uno ai Lakers e l’altro ai Celtics, e di tutte le battaglie cui hanno dato vita. Poi nel 1984 è stato il turno di MJ. […] Ovviamente [le Olimpiadi di] Barcellona 1992 e la cavalcata di quel Dream Team hanno reso più solido il suo status di miglior atleta al mondo. Lui e David Stern hanno trasfornato la NBA in ciò che è oggi e io e Adam Silver stiamo cercando di dare un seguito a tutto ciò.”
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