(9-24) New York Knicks 109-131 Philadelphia 76ers (21-12)
Partita dall’esito scontato quella che va in scena nella città dell’amore fraterno. I Sixers vincono e convincono, scollinando oltre quota 130 punti segnati. Phila “vince” ogni quarto della partita, andando sempre oltre quota 30 punti, con i 38 del primo come massimo.
La differenza fra le due squadre sta nelle percentuali al tiro: i Sixers tirano col 53% abbondante dal campo e col 50% dai 3 punti, i Knicks faticano ad andare oltre il 30% dalla lunga distanza. Phila domina a rimbalzo (51-35) ed è spinta dalla quarta tripla doppia stagionale di Ben Simmons: 13 punti, 11 rimbalzi e 10 assist. 24+10 per Embiid. Per i Knicks bene Knox e Hardaway Jr, con 21 e 27 punti.
(8-24) Phoenix Suns 111-103 Boston Celtics (18-12)
La sorpresa più grande arriva sicuramente dal TD Garden, dove i Celtics perdono in casa contro i derelitti Suns. I Celtics partono pure bene, con un super primo quarto da 37 punti segnati e soli 26 subiti, ma subiscono il rientro degli avversari nel secondo e nel terzo periodo, dove i padroni di casa riescono a segnare appena 17 punti.
I Celtics perdono Aron Baynes, che si procura un infortunio alla mano, e si ritrovano estremamente corti nelle rotazioni dei lunghi visto che Horford è ancora fuori. Arrivano minuti in più per Theis e Ojeleye.
Phoenix trova una grandissima prestazione da parte di Deandre Ayton, che approfitta della coperta corta degli avversari, segna 23 punti e raccoglie 18 rimbalzi. Bene anche Booker con 25 punti e 8 assist. Per i Celtics 29+10 assist per Irving.
(15-14) Detroit Pistons 129-123 Minnesota Timberwolves (14-17) [OT]
Molto entusiasmante la sfida fra i ragazzi di coach Casey e quelli di Thibodeau. Ad avere la meglio sono gli ospiti, che ottengono un’importante vittoria corsara nel mai facile Target Center.
Dopo un primo quarto tutto sommato equilibrato, I T’Wolves provano l’allungo nel secondo quarto, guadagnando 10 punti di vantaggio sugli avversari. Minnie controlla anche nel terzo periodo, ma negli ultimi 12 minuti i Pistons sparano un super parziale da 40 punti e partono con la rimonta, che si concretizza col tap-in di Andre Drummond.
Detroit trova maggiori energie nel supplementare, grazie a Reggie Jackson e alla tripla in stepback di Drummond (!!!), e vince la partita. Mattatori di serata sono Griffin con 34 punti e Bullock con 33. Bene Drummond con 16+16 e Jackson 24. Per i T’Wolves c’è l’acuto di Rose (33 e 7 assist) ma troppo poco da Towns e Wiggins.
(15-18) Brooklyn Nets 96-93 Chicago Bulls (7-25)
Vincono ancora, per la settima volta consecutiva, i ragazzi di Atkinson che dalla Juventus Night in poi non hanno più perso, nonostante l’assenza di un giocatore importante come Caris LeVert.
La partita rimane in equilibrio per tutta la sua durata, senza particolari acuti o parziali. Da segnalare il misero secondo quarto dei Bulls, dove i padroni di casa segnano appena 12 punti. La sfida si fa più intensa nel terzo periodo ed arriva punto a punto nei minuti finali. Dinwiddie dà il vantaggio ai suoi sul 94-93 e con la giocata difensiva clutch permette alla sua squadra di scappare via definitivamente.
Miglior marcatore di serata è proprio Dinwiddie con 27 punti. 16+12 per Allen. Per i Bulls si salva solo Kris Dunn che segna 24 punti e regala 6 assist.
(8-24) Cleveland Cavaliers 99-110 Charlotte Hornets (15-15)
Come già successo qualche volta in questa stagione, Cleveland dà battaglia per lunghi tratti della partita ma alla fine si lascia trovare impreparata e raccoglie la sconfitta. Questa volta a beneficiarne sono gli Hornets.
Sono infatti i Cavs a partire meglio nel primo periodo, dove lasciano gli avversari a soli 16 punti segnati. Charlotte va al riposo lungo sotto di 5 lunghezze e rientra in campo con un altro piglio. Kemba Walker inizia a carburare e segna ben 17 punti nel solo terzo quarto, la squadra chiude il periodo con 41 punti complessivi, season-high per punti in un quarto, tirando 16-23 dal campo. Gli Hornets fanno registrare poi un parziale di 15-4 nell’ultimo periodo e conquistano la vittoria guidati ancora da un grande Walker: 30 punti e 6 assist per lui. Doppie-doppie per Lamb e Williams. Per i Cavs 10+15+7 per Larry Nance Jr, mentre si fa notare ancora Blossomgame con 15 punti in uscita dalla panchina.
(17-15) San Antonio Spurs 129-90 Orlando Magic (14-16)
Grande vittoria in trasfera per San Antonio, che rifila ben 39 punti di distacco ai Magic e conquista la sua 17esima vittoria stagionale.
La partita non ha storia fin da subito: gli Spurs trovano il canestro con grande costanza, segnando più punti degli avversari in ogni quarto di gioco. 31, 35 e 38 sono i primi tre parziali, che chiudono con largo anticipo la contesa. San Antonio domina nelle percentuali: 65% dal campo e 63.2% da 3 contro un 38 scarso in entrambe le voci da parte degli avversari. Di conseguenza, gli Spurs fanno registrare ben 12 assist in più degli avversari.
L’ottima prestazione corale vede divedere in maniera equa i punti segnati: il massimo si ha nei 20 di Aldridge, seguito dai 18 punti in uscita dalla panchina di Marco Belinelli. Tutti i giocatori scesi in campo segnano almeno un canestro. Per i Magic pochi punti dai leader tecnici.
(12-20) Washington Wizards 118-136 Houston Rockets (16-14)
Le difese non sono proprio di primissimo livello ed a risentirne è il punteggio che diventa molto alto, regalando però grande spettacolo.
Houston segna con grande costanza, come dimostrano i 30 punti scollinati in ogni singolo periodo della partita. Il dato più importante lo si ha però nel nuovo record NBA fatto registrare dai padroni di casa: le 26 triple messe a segno dai texani sono infatti il massimo in una singola partita.
HOU sfiora il 50% dalla lunga distanza e tritura la povera (tecnicamente) difesa avversaria, facendo iniziare il garbage-time del quarto-quarto con grande anticipo.
Miglior marcatore è ancora una volta James Harden, con 35 punti e 9 assistenze. 20+12 per Capela. Per gli Wizards sono 18 punti e 12 assist per Wall e 28 per Beal.
(15-17) New Orleans Pelicans 115-123 Milwaukee Bucks (21-9)
La sfida tra due dei principali candidati al premio di MVP e punti fermi di qualsivoglia fantallenatore cestistico è vinta dal greco, che pare avrebbe anche chiesto a The Brow, fra un tempo e l’altro, di fare le valigie e trasferisi nel Wisconsin. La coppia Antetokounmpo-Davis fa già tremare al solo pensiero.
La partita è all’altezza delle aspettative e regala grande spettacolo: l’equilibrio la fa da padrone per l’intera durata della sfida, che si decide nei minuti finali, dove i Bucks si affidano ad Antetokounmpo che non si fa trovare impreparato:
La vittoria dei Bucks è merito in gran parte della panchina, che segna ben 49 punti. Il semi-sconosciuto D.J. Wilson segna 9 punti e raccoglie 10 rimbalzi. Per Giannis 25+8+8. Dall’altra parte sono 27+11 per Davis, a cui si accompagnano i 25 di Randle e i 20 di Darius Miller. Si rivede Jahlil Okafor dalla panchina con 17 punti.
(20-10) Oklahoma City Thunder 132-113 Sacramento Kings (16-15)
Molto piacevole la sfida fra Thunder e Kings, con gli ospiti che regalano una prestazione davvero d’élite. Per OKC è la 20esima vittoria in stagione.
Dopo un primo quarto tutto sommato equilibrato, seppure ad alto puntegio, i Thunder prendono il largo nei secondi 12 minuti: il parziale recita 35 punti segnati e soli 19 subiti. Al riposo lungo Steven Adams è già a quota 14 punti e 15 rimbalzi, praticamente inarrestabile. Nel terzo quarto i Kings provano il rientro, segnando 37 punti, ma i tre tenori dei Thunder sono in serata di grazia. Paul George ne è l’esempio:
Straordinaria la prestazione dell’ex Pacers: 43 punti, 12 rimbalzi e 7 assist. Tripla-doppia per Westbrook, tuttofare come al solito con 19 punti, 11 rimbalzi e 17 assist. Strepitoso anche Adams, che segna 20 punti e domina sotto le plance con 23 rimbalzi raccolti. Questi Thunder fanno paura.
(16-15) Memphis Grizzlies 92-99 Portland Trail Blazers (18-13)
Altra sfida ai piani alti della Western Conference in scena nell’Oregon. Memphis conferma la sua attitudine a squadra che predilige giocare fra le mura amiche, uscendo sconfitta dal Moda Center di Portland.
Il primo quarto è a basso punteggio, mentre nel secondo la partita inizia a carburare maggiormente. In generale comunque la sfida rimane dura e a tratti rognosa, come al solito quando in campo ci sono i Grizzlies. Nel terzo periodo inizia a scaldarsi Damian Lillard che segna una tripla di estrema difficoltà.
Portland prende il largo definitivamente all’inizio del quarto quarto, conquistando un piccolo margine di vantaggio decisivo poi nel finale.
È la panchina dei Blazers a risultare decisiva: ben 44 punti arrivano dalle seconde linee. Memphis manda invece in doppia cifra tutto lo starting five.
(20-12) Indiana Pacers 96-99 Toronto Raptors (24-9)
Altra sfida tra titani è quella tra Pacers e Raptors, ai piani altissimi della Eastern Conference. A vincere sono i padroni di casa, ancora in singola cifra per quanto riguarda le sconfitte stagionali.
A partire meglio sono comunque gli ospiti, che con un gran parziale di 34-24 mettono in chiaro già da subito la loro intenzione di insidiare il primo posto dei canadesi. Indiana trova grande supporto dalla sua panchina.
I Pacers aprono il secondo quarto con un parziale di 7-0, guidati dal solidissimo Domantas Sabonis, che registra 9 punti e 5 rimbalzi in appena 9 minuti. Al riposo lungo gli ospiti sono avanti di 8.
Indiana mantiene il controllo del match anche nel terzo periodo ed è pronta a chiudere la questione negli ultimi 12 minuti. Toronto però non è d’accordo: i Raptors recuperano le 10 lunghezze di svantaggio, tenendo gli avversari a soli 11 punti segnati e se la giocano punto a punto. La tripla di VanVleet regala il vantaggio definitivo ai suoi.
Kawhi Leonard è il migliore dei suoi, con 28 punti, 10 rimbalzi e 6 assist. Per i Pacers ottima prestazione di squadra ma pesa il difficilissimo quarto periodo.
(21-11) Golden State Warriors 103-108 Utah Jazz (15-17)
L’altra grande sorpresa della notte arriva dallo Utah, dove i Jazz si impongono sui campioni in carica con una grande prestazione collettiva.
Le squadre iniziano subito a scambiarsi triple: Curry apre le danze, Korver gli risponde. Dopo i primi 12 minuti sono comunque i Jazz ad essere sopra di 3 lunghezze.
Il 30 degli Warriors sembra essere in una delle sue tipiche serate di semi-inarrestabilità: quando mancano 2 minuti all’intervallo lungo è già a quota 21 punti segnati, 18 dei quali solo nel secondo quarto. Questa tripla ne è l’emblema:
La doppia-doppia di Gobert aiuta gli Jazz a non affondare. Utah rientra carica dagli spogliatoi e non si fa sopraffare dal tipico terzo quarto di Golden State: i mormoni infilano 5 triple in fila e restano in piena lotta per la vittoria, iniziando l’ultimo periodo sopra di 4 lunghezze.
Utah scollina oltre la doppia cifra di vantaggio e respinge gli ultimi tentativi di rimonta degli avversari. i Jazz hanno nei 20 punti di Ingles il massimo di serata, sintomo di un’ottima distribuzione degli attacchi di squadra. Per Golden State sono 32 punti da parte di Curry e 30 per KD.