Enes Kanter, come noto, non viaggerà con i New York Knicks, impegnati nella lunga trasferta londinese in occasione della partita del 17 gennaio contro Washington.
Nella giornata di oggi, il turco ha ribadito ai microfoni di CNN di volersi tutelare di fronte a “minacce di morte” ricevute di recente. Di seguito un estratto dell’intervista che il centro ha condiviso integralmente sul proprio profilo Twitter:
“Inizialmente la squadra aveva acconsentito a una condizione: avrei avuto la scorta tutto il tempo, con il divieto di lasciare la mia stanza, se non per andare avanti e indietro dagli allenamenti in palestra. Ne abbiamo parlato negli ultimi giorni convenendo che non fosse il caso di rischiare.”
James Dolan, patron dei Knicks, appoggia la soluzione:
“Se fossi nei suoi panni sarei preoccupato anch’io. Non lo biasimo, mi sta bene.”
TENSIONE
In settimana, la controversia politica ha animato un acceso dibattito tra lo stesso Kanter e il connazionale ex NBA Hedo Turkoglu, vicino a Erdogan . L’ex Magic aveva infatti diffuso un comunicato nel quale citava presunti problemi di visto alla base della mancata trasferta. Di seguito la replica di Kanter, piuttosto diretta:
“Ho cercato di spiegare che non si tratta di un problema di visto e i Knicks l’hanno capito. Purtroppo il governo turco ha ribaltato la cosa per screditarmi. Forse non è colpa di Turkoglu ed è Erdogan a fargli dire determinate cose. Se guardate il suo profilo Twitter è inglese, tedesco e turco. Tre lingue e il tedesco non lo conosce. Forse glielo fanno fare e lui si presta a fare il cagnolino per chissà quanti soldi.”
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