Abbiamo avuto la fortuna di essere presenti all’NBA London Game 2019, di poter respirare l’aria NBA e di ascoltare le parole di Adam Silver.
In particolare, durante le inteviste prima di New York Knicks-Washington Wizards, il Commissioner ha parlato del rapporto tra la lega e l’Europa.
Dopo aver ringraziato tutti i presenti e i vari partner dell’evento, Silver ha sottolineato come in tanti fossero arrivati da diversi Paesi per essere lì ieri sera:
“Apprezzo molto come moltissimi di voi abbiano viaggiato per essere presenti a questa partita. Infatti, dal registro dei biglietti, dal sistema che utilizziamo, sappiamo che tifosi da oltre 39 Paesi hanno comprato biglietti online per essere qui oggi e sono sicuro che abbiano viaggiato (fino a qui) anche molti altri che non hanno comprato il biglietto in forma ufficiale.”
Nei giorni precedenti la partita, le squadre e altre personalità della pallacanestro oltreoceano hanno partecipato a una serie di clinics, corsi per Jr. NBA e eventi promossi da NBA Cares.
Ringraziando nuovamente tutti coloro che hanno permesso che il London Game fosse un successo, per il nono anno consecutivo, Adam Silver ha aggiunto:
“È il nono anno cosecutivo che (i nostri partners) ospitano l’NBA alla O2 Arena. È un’arena all’avanguardia. Una volta cominciata la partita, non ti rendi contro di non essere a una gara negli Stati Uniti o in Canada. È molto professionale in ogni modo possibile.
Questa è la 91esima partita che l’NBA ha giocato in Europa, tra amichevoli e campionato.”
Parlando, più nello specifico, dei giocatori europei nella lega, ha spiegato:
“La cosa più entusiasmante da vedere, nei miei anni nella lega, è lo sviluppo dell’enorme quantità di talento che sta arrivando dall’Eurpa nell’NBA.
Basta guardare le votazioni per l’All-Star (game) di quest’anno. Naturalmente, Giannis Antetokounmpo è il numero 1 nelle votazioni a Est al momento e Luka Dončić è secondo (nella Western Conference)- cosa che è abbastanza impressionante, specialmente per quanto riguarda Luka, essendo un rookie.
[…] Circa il 25% dei nostri giocatori è nato fuori dagli Stati Uniti e ne abbiamo 65 europei. Penso sempre di più (che sia importante) ciò che stiamo vedendo, (cioè) come i nostri giocatori internazionali amino tornare a casa per qualche partita e si divertano condividere tale esperienza con i propri compagni di squadra.”
Il Commissioner, poi, ha risposto ad alcune domande dei media e in molti hanno chiesto di una possibile partita a Parigi l’anno prossimo:
“Sì, è possibile. Stiamo esaminando attentamente (la possibilità di) giocare una gara di regular season a Parigi nella prossima stagione.
Sarebbe davvero importante. La Francia è stata storicamente un fantastico mercato per l’NBA. Come sapete, abbiamo diversi giocatori francesi. Abbiamo giocato molte amichevoli a Parigi negli anni. Mi ricordo di esserci stato con Michael Jordan e gli Chicago Bulls e (ricordo) l’incredibile entusiasmo attorno alla squadra. Continuerà – credo – ad essere un mercato importante.
Non siamo più venuti per alcuni anni perché, chiaramente, la “vostra” arena stava venendo ristrutturata e ampliata. Non sono ancora stato in quella che era la Bercy Arena, ma ho sentito che è fantastica. Quindi, non vediamo l’ora di tornare a Parigi.”
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