(26-20) Houston Rockets 93 – 121 Philadelphia 76ers (31-17)
Ancora una volta in questa stagione gli Houston Rockets non riescono a capitalizzare una grande serata realizzativa di James Harden, e cadono fragorosamente di fronte a Philadelphia 76ers, privi di Jimmy Butler, ma guidati da un dominante Joel Embiid.
Il centro camerunense, in dubbio prima della partita per dei problemi alla schiena, spacca la partita già nel primo termo, in cui segna 24 punti personali, trascinando i suoi al +15 (65-50), ma soprattutto non rifugge dal confronto con Harden, arrivando a spedire un suo tiro sugli spalti con una stoppata molto dura a 7.5 secondi dalla fine del secondo quarto. I due, tra l’altro, erano appena stati ripresi, beccandosi un tecnico a testa, per un accenno di rissa.
Philadelphia domina il terzo quarto, a partire dal momento in cui Ben Simmons, intercettando un passaggio di Harden, vola a canestro per il 73-52: il vantaggio dei 76ers non fa che salire a quel punto fino ad attestarsi sul +31 (94-63 a fine terzo quarto). L’ultima frazione non è servita ai texani per rientrare, anche perché la difesa di Philadelphia, e soprattutto un ottimo Corey Brewer, mette la museruola ad Harden, che appare stanco già a fine terzo quarto, quando tira anche un airball.
Philadelphia si gode i 32 punti e 14 rimbalzi di Embiid, aiutato da un inossidabile JJ Redick (16) e da un sempre più solido Landry Shamet (18 dalla panchina), mentre Simmons fatica (9 punti, 3/12 al tiro).
Dall’altra parte per Houston un Harden da 37 punti (20esima gara consecutiva oltre i 30 per lui, eguagliato Wilt Chamberlain) e un Gerald Green da 18 sono veramente troppo poco.
(29-19) Portland Trail Blazers 109 – 104 Utah Jazz (26-22)
Partita emozionante e coinvolgente quella tra due delle squadre nella miglior condizione della lega. Portland si presenta carica, ma Utah non è da meno e mette tanta energia sul parquet. Il primo quarto è all’insegna dell’equilibrio, mentre il secondo pende a favore dei padroni di casa, che sono aggressivi e cattivi sul pallone. Il momento simbolo, quello della svolta, è però sicuramente quello in cui Rudy Gobert stoppa un tiro di Nurkic con un grido belluino, mentre il compagno Jae Crowder va faccia a faccia con il giocatore dei Blazers.
Deve essere stato quel momento preciso ad accendere la fiamma del centro bosniaco, che nel terzo quarto esplode letteralmente segnando 17 punti (compreso un parziale di 7-0 personale) contro il miglior frontcourt difensivo della NBA, fino a portare i suoi sull’80-75. Ma anche nella metà campo difensiva Nurkic si fa sentire, mettendo 4 stoppate solo nella terza frazione.
All’inizio del quarto quarto, senza Lillard in campo, Portland inanella un parziale di 10-2, chiuso da una tripla di Mayers Leonard, che la porta a +8 (96-88). E con il rientro in campo di Dame la sinfonia non cambia di una nota: la tripla del #0 porta il risultato sul 101-90, poi i Blazers continuano ad attaccare aggressivamente e arrivano anche al +12 grazie a McCollum (che segna il 106-94 con 2.45 minuti sul cronometro). I Jazz sono ancora lì e non si arrendono, con Mitchell che li riporta a -4 (108-104) e Gobert che stoppa un tiro importantissimo per poi permettere a Joe Ingles di prendersi una tripla pesante e wide-open che l’australiano sbaglia, sigillando la sconfitta dei suoi Jazz.
A parte un Damian Lillard da 26 punti, 8 rimbalzi e 8 assist, e un Jusuf Nurkic da 22 punti, 8 rimbalzi, 7 assist e 6 stoppate, ci mette del suo anche C.J. McCollum, che infila 14 punti. Inoltre Portland fa registrare un numero record di 30 assist.
Utah continua ad ammirare Donovan Mitchell, che anche stasera ne infila 36, e riceve anche l’apporto di Jae Crowder (15) e di Rudy Gobert (10 con 13 rimbalzi e 4 stoppate).