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NBA, Paul Pierce racconta: “Ecco perché ero così arrabbiato con Ray Allen”

L’addio di Ray Allen ai Boston Celtics nell’offseason del 2012 è una ferita ancora aperta nel cuore dei fan biancoverdi. La decisione dell’Hall of Famer di trasferirsi alla corte dei Miami Heat scontentò praticamente tutti, dai tifosi dei Celtics fino ai suoi ex compagni. In quel frangente Paul Pierce, Kevin Garnett e Rajon Rondo rilasciarono dichiarazioni molto dure, arrivando a dire di considerare Allen un nemico più che un semplice avversario. La questione esulò dal piano meramente sportivo e toccò i protagonisti a livello personale, in profondità, a dimostrare quanto quei Celtics fossero un gruppo coeso, quasi una famiglia, e come quella scelta sia stata vissuta come un vero e proprio tradimento.

A Miami Ray Allen arrivò da sesto uomo di lusso, andando a rafforzare il supporting cast dei Big Three, LeBron James, Dwyane Wade e Chris Bosh. Con gli Heat arrivò anche il secondo titolo per Jesus Shuttleswort: un titolo sul quale mise una firma pesante con quel tiro da tre che soltanto lui poteva prendersi, agli sgoccioli di una gara-6 disperata, e che ancora oggi fa discutere.

Il primo a tendere un ramoscello d’ulivo nei confronti di Allen era stato proprio Paul Pierce, che con l’ex compagno si era incontrato a un evento promozionale, il Super Penguin Celebrity Game a Shangai nel 2017, e con un post su Instagram aveva ricordato che anche Allen aveva fatto parte di un gruppo speciale, quello che aveva conquistato il titolo con i Celtics nel 2008.

Nel 2018, alla reunion organizzata dai Celtics per celebrare i 10 anni da quel titolo NBA, l’assenza di Ray Allen saltò agli occhi della stampa, che fecero parecchie domande a Pierce, Garnett, Rondo e gli altri, i quali confermarono che si trattava di un argomento molto delicato per loro. Doc Rivers però dichiarò che i Celtics avrebbero dovuto essere grati ad Allen per quello che aveva fatto per la franchigia e per il ruolo che aveva avuto nel portare a casa il titolo del 2008.

Nonostante tutto la ferita sembrava insanabile: pochi giorni prima della sua proclamazione nella Hall of Fame, a settembre dello scorso anno, Allen aveva dichiarato che non si aspettava di ricevere complimenti da nessuno dei Celtics del 2008. Venne poi smentito dai messaggi postati sui social network tanto da Pierce quanto da Garnett, nei quali i due si complimentavano con lui per lo straordinario traguardo.

Se la ferita non è chiusa quindi, è comunque in via di guarigione. Ma in una recente intervista rilasciata a WEEI Sport Radio Network, Pierce è voluto tornare un’ultima volta sull’argomento, spiegando quale sia stato per lui l’aspetto più doloroso di tutta la vicenda, quello che lo ha fatto arrabbiare tanto con Allen:

“In fondo in fondo è sempre stato per il ‘come’, quando Ray è andato a Miami, è stato come lo ha fatto, l’ho sempre detto. L’abbiamo chiamato, l’ho chiamato al telefono, gli ho mandato dei messaggi, ma lui non rispondeva. Da lì abbiamo scoperto che c’erano dei problemi con il suo contratto.

Io ero tutto un ‘Amico, parla con me, forse posso risolvere questa cosa’, ma lui non ha mai richiamato. Subito dopo sono venuto a sapere che era aveva firmato con Miami. Per me il problema sono state le chiamate. Devi avere rispetto per dei ragazzi con cui ‘sei stato in guerra’. Paliamone e vediamo se possiamo risolvere le cose. E questo è stato il punto della questione per me personalmente”

Dopo 7 anni, c’è ancora qualcosa di irrisolto in quell’addio. Ma la ferita comincia a guarire. Forse un giorno sarà del tutto rimarginata.

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Pubblicato da
Simone Simeoni

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