I Miami Heat sono forse nella peggior situazione che possa mai capitare a una franchigia NBA. La squadra è infatti troppo competitiva per tankare, ma troppo poco per giocarsi le proprie chance ai playoff. Con un record di 24-26 gli Heat sono attualmente ottavi nella Eastern Conference, insidiati dai Detroit Pistons al nono posto.
Con la trade deadline sempre più vicina, è evidente che la squadra abbia bisogno di una scossa che cambi radicalmente la situazione. E gli Heat non si sono certo tirati indietro, cercando insistentemente delle occasioni di trade per migliorare il proprio roster.
Ma secondo quanto riportato da Barry Jackson del Miami Herald, Pat Riley non riesce ad avere successo nonostante la decisione con cui da ben 7 mesi continua a tentare di formulare offerte di scambio:
“Miami ha provato a fare movimenti senza successo per sette mesi perché le altre squadre non accettano i bad contracts degli Heat e Miami è stata riluttante a cedere alcuni assets (come Josh Richardson) in cambio di semplici scelte al draft”
Miami era stata tra le principali concorrenti per Jimmy Butler, ma la trattativa con i Minnesota Timberwolves si era arenata alle sue battute finali. E anche nel corso della stagione gli Heat hanno continuato a interessarsi ai nomi più caldi del mercato, come per esempio quello di Bradley Beal. Nonostante questa alacre attività, Miami non riesce a concludere alcuna trattativa: a pochi giorno dalla deadline la franchigia di South Beach corre il serio rischio di rimanere bloccata, ancora una volta, nella mediocrità.