All Star Game

Se i giocatori selezionati all’NBA All-Star Game avessero Tinder

 

Mancano ormai pochi giorni all’NBA All-Star Game di Charlotte, che quest’anno si terrà nella stessa settimana di San Valentino. Nei giorni a ridosso della festa degli innamorati, le statistiche registrano un improvviso aumento nelle iscrizioni a siti di incontri, probabilmente perché alcuni utenti non sopportano l’idea di passare l’ennesimo San Valentino da soli.

Seguendo questa logica il network americano TheScore ha allora pensato a qualcosa di davvero bizzarro il giorno seguente al Draft della partita delle stelle: e se i selezionati all’All-Star avessero creato profili Tinder ad hoc per aiutare Giannis Antetokounmpo e LeBron James nel scegliere i membri delle loro squadre?

In breve, Tinder è un’applicazione di incontri che permette agli utenti di ‘votare’ le foto di altri utenti. Se due utenti si piacciono, approvando a vicenda le proprie foto, hanno la possibilità di avviare quello che si chiama match, ovvero una chat che permette ai due di conoscersi. Quello che ha fatto TheScore è stato dunque creare delle grafiche che ricordano molto un tipico profilo Tinder, con tanto di occupazione, posizione e descrizione dei vari giocatori.

I risultati sono davvero divertenti, e per immedesimarci ancora di più nello scenario creato da TheScore abbiamo deciso di descrivere i vari profili come se fossero stati gli stessi giocatori ad averli creati: vediamo dunque di chi si tratta.

 

Anthony Davis

 

 

Le ultime ore del mercato NBA ci hanno riservato diverse sorprese: Marc Gasol è passato ai Toronto Raptors, Nikola Mirotic ai Milwaukee Bucks e Tobias Harris ai Philadelphia 76ers. Eppure Anthony Davis, oggetto dei desideri di mezza Lega dopo le dichiarazioni di due settimane fa, è rimasto ai New Orleans Pelicans, i quali, avendo rifiutato le numerose proposte dei Los Angeles Lakers, attenderanno l’estate per cedere la Star classe ’93. Davis giocherà dunque fino alla fine della stagione con i Pelicans, anche se ormai i rapporti fra le parti si sono irreversibilmente rotti.

Così, visto che non potrà giocare con LeBron James ai Lakers già in questa stagione, per convincere a farsi scegliere nella sua squadra Davis ha dovuto aggiornare il proprio profilo Tinder in fretta e furia fra la trade deadline e il Draft della partita delle stelle, viste le sole quattro ore di tempo a disposizione fra i due eventi.

Su Tinder Anthony Davis appare perciò piuttosto misterioso, a partire dalla foto: un selfie con una mano davanti alla bocca, quasi a voler nascondere qualcosa, con lo sguardo tipico di chi cerca un certo tipo di intesa con la persona che lo sta guardando negli occhi. The Brow non vuole inoltre rivelare la sua posizione, specificando anzi che non ne vuole assolutamente parlare. Di professione si definisce “Uomo franchigia”, mentre la descrizione mette subito in chiaro che è sì impegnato, ma che ha già deciso di troncare ogni rapporto ed è determinato a fuggire a diverse miglia dalla sua futura ex.

Proprio grazie a questa aria misteriosa Anthony Davis sarà capace di spostare l’attenzione su di sé una volta terminato l’All-Star Game: ci aspettiamo dunque un’ondata di match sul suo profilo quando il mercato NBA verrà riaperto.

 

Kyrie Irving

 

 

 

Kyrie appare come una di quelle persone molto profonde che, mosse da un impeto spirituale che le porta a compiere lunghi viaggi interiori, sono perennemente alla ricerca del senso della vita e tutto quanto. Il giocatore dei Celtics mette dunque in evidenza proprio questa sua caratteristica sul suo profilo Tinder, con una descrizione che lascia intravedere un lungo discorso rivelatorio per i suoi potenziali match, di cui purtroppo ci è possibile leggere le sole righe iniziali.

Il playmaker di Boston sposta l’attenzione dall’All-Star Game a un concetto molto più ampio, quello della relatività: in realtà, secondo Kyrie, basta fare un poco più di attenzione per rendersi conto che non esiste nessun All-Star, poiché ogni essere umano è una stella che cerca la propria dimensione mortale su una Terra piatta, fluttuando in balia di uno spazio e di un tempo infiniti. È tutto relativo. Di conseguenza, la posizione di Irving non potrà che essere l’Universo stesso, dove semplicemente pratica la professione di “me stesso”.

Un profilo particolare, che forse conta pochi match, ma che alla fine ha convinto LeBron a sceglierlo per la sua squadra, visti anche gli anni trascorsi a Cleveland da compagni.

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Pubblicato da
Andrea Capiluppi

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