Nelle ultime stagioni le superstar in giro per la NBA si sono fatte sempre più bizzose. Ed è aumentata la loro tendenza ad andare direttamente dalla dirigenza delle franchigie per chiedere di essere ceduti. Questo è stato il caso di Paul George con gli Indiana Pacers, di Kawhi Leonard con i San Antonio Spurs e, più di recente, di Kristaps Porzingis con i New York Knicks e di Anthony Davis con i New Orleans Pelicans.
Si tratta di una questione che causa opinioni discordanti: da una parte chi chiede ai giocatori più rispetto per le franchigie che li portano nella lega e dall’altra chi ritiene che le star abbiano il pieno diritto di avere il controllo del proprio destino nella NBA. Ora a queste voci si aggiunge quella di DeMar DeRozan.
La guardia dei San Antonio Spurs, arrivato in Texas la scorsa estate come parte della blockbuster trade che ha portato proprio Kawhi Leonard a Toronto, ha voluto dire la sua sulla questione, schierandosi apertamente a favore dei proprio colleghi:
“Abbiamo tutti il diritto, e se ti senti di farlo, se non stai bene, se vuoi andare da qualche altra parte in cui senti di poter stare meglio, allora devi farlo. Sono dalla loro parte. Nessuno si dovrebbe sentire rinchiuso in un posto dove non vuole stare. Non ho problemi con questa cosa.
Una persona normale in un posto di lavoro, se non vuole più lavorarci, può facilmente consegnare i suoi 30 giorni di preavviso e andare da un’altra parte se è meglio per lui. Non vedo perché noi non dovremmo avere lo stesso diritto”
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il coach degli Spurs, Gregg Popovich, che già il mese scorso aveva espresso un concetto simile di fronte alla stampa, pur riconoscendo che se questa tendenza continuasse potrebbe non essere un bene per la lega.
L’opinione di DeRozan è particolarmente significativa dal momento che proprio l’ex Raptor è stato parte di una trade richiesta da una superstar (Kawhi Leonard), che l’ha allontanato dalla squadra e dalla città – Toronto appunto – a cui aveva giurato amore eterno.