James Harden continua a essere un personaggio polarizzante all’interno del panorama NBA.
L’MVP uscente sta giocando una stagione pazzesca a livello offensivo, ed è nel bel mezzo di una striscia realizzativa mostruosa che conta ben 31 partite consecutive con 30 o più punti segnati (pareggiato Wilt Chamberlain per la seconda striscia più lunga nella storia NBA). Harden sta mettendo a referto 36.6 punti di media, ed ha una usage percentage del 40.3% (secondo dato più alto della storia NBA). Nonostante questi numeri però, le critiche continuano a piovere sullo stile di gioco del Barba, e non soltanto da parte dei fan, ma anche da nomi eccellenti nel firmamento NBA come Scottie Pippen, Tracy McGrady e Kobe Bryant. Critiche che non possono lasciare indifferente il diretto interessato, che ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito a Rachel Nichols di ESPN:
“Si, le sento. È difficile non sentirle, specialmente al giorno d’oggi. Ci sono i social media, ci sono i fan, che leggono quello che dice la gente e mi fanno domande a riguardo.
Faccio del mio meglio per lasciarle fuori, ma è difficile sai? Soprattutto se [le critiche] vengono da, sai, un ex giocatore NBA, sai? Questo rende tutto più difficile, ma, ovviamente, tutti hanno diritto alla propria opinione”
Di sicuro, a favore di Harden, va detto che nonostante la mole di gioco e di palloni che passano dalle sue mani – 24.4 tiri tentati a partita per lui – il suo 54.6% di effective field goal percentage dimostra come la guardia dei Rockets sia un giocatore estremamente efficace. E va notato anche come Harden sia stato in parte costretto dalle numerose e prolungate assenze per infortunio dei suoi compagni (particolarmente di Chris Paul e Clint Capela) a prendersi il peso dell’attacco sulle spalle.
L’eroismo di Harden non sta però giovando troppo ai Rockets: Houston è infatti attualmente al quinto posto nella Western Conference con un record di 33-24, e sembra ben lontana dai fasti dello scorso anno, quando chiuse la stagione con 65 vittorie.