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NBA, James Harden: “La mia esplosione è dovuta dalle numerose assenze della squadra”

Dopo la straordinaria cavalcata dello scorso anno, gli Hostoun Rockets non hanno ancora ritrovato il bandolo della matassa, e se non fosse stato per James Harden, al momento si analizzerebbe la stagione dei texani come completamente fallimentare.

James Harden infatti ha segnato più di 30 punti in 31 partite consecutive, superando in questo modo Wilt Chamberlain dal secondo posto della classifica per la striscia di partite più lunga nella storia della NBA.

Il primato appartiene sempre a Chamberlain, che si fermò a 65 gare consecutive.

Grazie a questo scintillante momento di forma, gli Houston Rockets hanno raccolto un parziale di 21-10 durante la striscia di James Harden.

Tuttavia il giocatore continua a predicare la calma, giustificando tali numeri solamente a causa delle numerose assenze che attanagliano la sua squadra.

La serie è ovviamente sorprendente, ma è qualcosa su cui dovremmo riflettere come squadra. Abbiamo avuto tantissimi infortuni e spesso molti giocatori hanno sofferto delle ricadute, e quindi ho cominciato a mettere in fila questa serie e ora è qualcosa di cui si parla. Ma, onestamente, non è qualcosa su cui sono concentrato. È qualcosa che devo fare più per darci la possibilità di vincere una partita che per una questione personale.

James Harden nel corso di questa serie ha stabilito l’esorbitante media di 41 punti a partita.

Il giocatore si è ulteriormente caricato l’attacco dei Rockets sulle spalle quando Chris Paul è stato costretto a saltare 18 partite per un problema alla coscia.

Inoltre, lo stesso Clint Capela, il principale beneficiario degli assist di Harden, ha perso le ultime 15 partite a causa di un infortunio al pollice e potrebbe tornare in campo solo giovedì contro i Los Angeles Lakers.

James Harden ha riconosciuto come, a volte, sia difficile ignorare le critiche riguardo i suoi isolamenti e sul suo stile di gioco.

Sì, le ascolto. È difficile non ascoltarle, soprattutto oggi. Abbiamo dei social network, abbiamo dei fan che leggono ciò che la gente dice e solitamente me ne chiedono conto. Io cerco di fare del mio meglio per ignorarle, ma è difficile. Soprattutto quando provengono da ex giocatori NBA. Ciò lo rende più complicato, ma, ovviamente, ognuno ha il diritto di esprimere la propria opinione.

Uno dei giocatori più rappresentativi della lega ad essersi espresso ultimamente è stato l’ex star dei Lakers, Kobe Bryant, il quale aveva dichiarato come lo stile di gioco del giocatore non fosse funzionale per la vittoria di un titolo, ma lo stesso James Harden si era ritrovato concorde nelle sue parole.

Successivamente Scottie Pippen, nel corso di un’apparizione su The Jump di ESPN, aveva descritto la pallacanestro di James Harden come “poco è attraente”.

In difesa del giocatore è però venuto in soccorso il due volte Most Valuable Player, Stephen Curry, che nel corso di un’intervista con NBA TV ha rivelato come, durante un allenamento pre-All-Star, Harden abbia dichiarato con insistenza come voglia condividere maggiormente la palla con i propri compagni.

È interessante, perché mentre LeBron James si stava congratulando con lui per quello che produceva, la prima cosa che James (Harden) ha detto è stata, Sì, è divertente, ma voglio giocare diversamente rispetto a quanto fatto fino ad ora, come se fossi l’unico eroe.

 

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Pubblicato da
Lorenzo Garbarino

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