La chimica di squadra è l’ingrediente principale per vincere un titolo, e Stephen Curry lo sa bene. Per questo motivo quando il 12 novembre, seduto sul divano di casa per recuperare da un infortunio all’inguine, ha visto i compagni Kevin Durant e Draymond Green discutere in campo, il due volte MVP ha capito subito che c’era bisogno del suo intervento.
Il giorno successivo, pur non potendo giocare, Curry è tornato con la squadra, per far sentire la sua presenza. Il sei volte All-Star è anche andato a casa di Green per capire la sua posizione:
“Devi entrare all’interno delle cose. Ascolti, capendo che non hai tutte le risposte. Alcune si, ma non tutte. È importante sapere da dove viene ciascuno, capire cosa abbia in testa, con lo stress che affrontano dentro e fuori dal campo in modo che ci possiamo supportare l’un l’altro. Per un po’ questo è andato perduto”
Sembra che sia stata proprio la mediazione di Curry a condurre a un faccia a faccia chiarificatore tra Durant e Green prima della partita dei Warriors contro i Mavericks del 17 novembre. Un incontro che ha risolto i problemi, e dopo il quale i Warriors sono rifioriti, tornando in testa alla Western Conference. Ma Curry ha confessato quanto gli strascichi della discussione tra Durant e Green rischiassero di diventare una spaccatura all’interno dello spogliatoio dei Warriors, minando le possibilità di titolo della franchigia:
“Più di una squadra, più di una corsa al titolo sono deragliate per colpa dell’ego, di personalità malassortite, o piccole sceneggiate irrisolte. È una sfortuna, ma noi non saremo quel tipo di situazione”
Ora i Warriors sono primi nella Western Conference con un record di 41-16, e sono i favoriti al titolo: sarebbe il loro quarto negli ultimi cinque anni.