[26-31] Miami Heat 102 – 106 Philadelphia 76ers [38-21]
Nonostante l’assenza di Joel Embiid, fermo ai box per almeno una settimana, Philadelphia è riuscita ad avere la meglio su Miami in una gara tiratissima. Almeno per una sera, i riflettori non sono stati puntati sui nuovi Big Four di Philly, ma su Boban Marjanovic, uno che “big” lo è anche e soprattutto fuori dal campo.
Giunto nella città dell’amore fraterno nell’ambito della trade che ha visto il suo compagno di sempre Tobias Harris approdare a Philadelphia, Bobi ha chiuso la gara con 19 punti e 12 rimbalzi, convertendo alcuni liberi pesantissimi a pochi secondi dalla fine che hanno permesso ai 76ers di portare a casa la vittoria. Bella prova anche per l’amico Tobi, autore di 23 punti e 11 rimbalzi, e per Ben Simmons, che suggella la sua solita performance a 360° con 21 punti, 7 rimbalzi e 4 assist. Con un Marjanovic in formato deluxe non c’è stato molto da fare per gli Heat, che pur tornando a casa sconfitti possono trarre diversi spunti positivi dalla gara di stanotte. Da segnalare l’ennesima ottima prova offerta dall’infinito Dwyane Wade in uscita dalla panchina: 19 punti, 4 rimbalzi e 6 assist per Flash, omaggiato dal pubblico di casa con un video tributo prima dell’inizio della gara.
[30-28] Sacramento Kings 123 – 125 Golden State Warriors [42-16]
Dev’essere frustrante tirare fuori dal cilindro una delle migliori prestazioni stagionali e tornare a casa con un pugno di mosche. E’ questa la sensazione che ormai da diversi anni sono costrette a provare molte delle squadre che fanno visita alla Oracle Arena, la stessa che stanotte devono aver provato i giovani Kings al cospetto dei ben più titolati Warriors. A dire il vero, la differenza sul piano dei riconoscimenti individuali e di squadra non è stata tanto evidente quanto era lecito attendersi: i ragazzi di coach Joerger hanno dimostrato di poter tenere testa ai pluricampioni in carica per ampi tratti della gara, arrendendosi soltanto nel finale.
A rendere la vita impossibile a Fox e compagni ci ha pensato la mano decisamente calda di Steph Curry, che ha chiuso con la bellezza di 36 punti, frutto anche di 10 triple mandate a bersaglio, 6 rimbalzi e 6 assist, in collaborazione con uno strepitoso Kevin Durant da 28 punti, 9 rimbalzi e 4 assist. A nulla sono valsi dunque gli sforzi del duo Fox-Hield e di un super Marvin Bagley III, che in uscita dalla panchina mette a referto 28 punti conditi da 14 rimbalzi. Golden State riprende la marcia verso il three-peat, mentre a Sacramento possono comunque guardare con ottimismo al futuro, che si prospetta decisamente roseo dopo troppi anni di buio e desolazione.
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Alla fine i migliori dei Celtics sono stati Tatum e Brown, che coi Bucks si caricano sempre, con tutti gli altri ben sotto il 50%, Irving 9/29 e veramente troppi isolamenti. Però è un buon segnale anche questa sconfitta, Boston non è inferiore a nessuno e se la può giocare sia con Milwakee, che con Toronto e Golden State. Secondo me hanno difeso anche bene contro un Giannis ormai MVP sicuro e ben circondato da tiratori da tre, sempre di più e sempre più lunghi. Ora però bisogna vincere un bel po', per non ritrovarsi senza il fattore campo anche nell'eventuale secondo turno di playoff.
Nei Lakers si comincia a vedere Lebron giocare da power forward, probabilmente sarà il suo futuro prossimo, tranne naturalmente negli ultimi possessi, che ci pensa tutto lui.