[43-19] Golden State Warriors 96 – 103 Orlando Magic [29-34]
La serataccia dell’Amway Center si traduce nella diciannovesima sconfitta stagionale per i Warriors, la seconda consecutiva dopo quella di Miami, che cadono ad Orlando contro dei Magic che nel giro di una settimana si prendono lo scalpo di una delle squadre più in forma della Eastern Conference, i Toronto Raptors, e quello dei campioni in carica. Davvero niente male per i ragazzi di coach Clifford, che dopo la sconfitta patita contro i Knicks dimostrano di potersela giocare a viso aperta anche contro le corazzate da titolo.
Intervistato al termine della gara, Aaron Gordon, autore di 22 punti e 15 rimbalzi, ha parlato del momento della squadra, individuando nella troppa compiacenza e nella mancanza di motivazioni la causa della scarsa continuità dei suoi Magic. Dinanzi ad un avversario decisamente di spessore, pur senza Kevin Durant, Gordon e compagni hanno chiuso il primo tempo con otto lunghezze di vantaggio sugli avversari, venendo poi travolti dalla rimonta dei Warriors nel corso del terzo periodo, conclusosi sul risultato di 81-70. La scarsissima vena realizzativa dimostrata nella quarta frazione è stata però fatale agli uomini di Steve Kerr, con Curry, che nonostante tutto chiuderà con 33 punti, in grado di realizzare soltanto un canestro su sei. I 7 canestri messi a segno su 22 conclusioni tentate nell’ultimo quarto, uniti al decisamente insolito 22% complessivo dall’arco, sono la fotografia perfetta della serata storta dei Warriors, consapevoli di dover archiviare al più presto la sconfitta di Orlando per poter tornare a marciare verso il terzo titolo consecutivo.
[27-34] Miami Heat 118 – 121 Houston Rockets [37-25]
E’ servito un Harden da 58 punti ai Rockets per rimontare lo svantaggio e poter avere la meglio su dei Miami Heat che sperperano un vantaggio di 12 punti accumulato al termine del terzo quarto. Una vittoria di carattere quella conquistata dai ragazzi di coach D’Antoni, che nell’ultima frazione di gara hanno serrato i ranghi e strappato un’importantissima vittoria in chiave Playoff.
Nonostante la rimonta e il quasi career-high, non si può certo dire che a fine gara Harden abbia speso parole al miele per i suoi compagni. Visibilmente irritato per una gestione non ineccepibile della partita, la stella dei Rockets ha infatti dichiarato che la squadra è stata decisamente troppo apatica in difesa, concedendo troppi punti nella fase iniziale del match, punti che alla lunga avrebbero potuto pesare nel bilancio della partita. Se così non è stato è senza dubbio merito del numero 13, che canestro dopo canestro, tiro libero dopo tiro libero – 18 realizzati su 18 tentati stanotte – ha letteralmente trascinato i suoi compagni verso una vittoria apparsa a tratti ormai inarrivabile. Inutili ai fini del risultato le doppie cifre con cui ben 7 giocatori di Miami hanno concluso la gara, tra cui Dwyane Wade, che stavolta non è però riuscito a chiudere o quantomeno pareggiare i conti come 24 ore fa in casa contro i Warriors.