Con la sconfitta di stanotte contro i Los Angeles Clippers, le speranze playoff dei Lakers si sono ormai ridotte al lumicino. I gialloviola sono decimi nella Western Conference con un record di 30-34, ben 5 partite e mezzo in ritardo rispetto ai San Antonio Spurs attualmente ottavi (36-29).
In una simile situazione molti hanno ipotizzato che LeBron James possa rimanere in panchina nelle prossime gare dei Lakers, un’idea che il Re ha però respinto con forza:
“Ci vorrebbe una notevole opera di convincimento da parte di Luke [Walton] perché accada una cosa simile. A meno che io non sia infortunato, non rimarrò in panchina”
Il commento di James sembrerebbe rivolgersi a chiunque abbia potere decisionale nell’organizzazione, a partire da Luke Walton per arrivare a Rob Pelinka, Magic Johnson e Jeanie Buss. Uno di loro potrebbe infatti avvicinare LeBron e suggerirgli di rimanere ai margini per preservare la sua salute e massimizzare le possibilità dei Lakers di avere una scelta alta al draft. Una conversazione che, parola di James, non è ancora avvenuta:
“Questa conversazione non c’è stata, ma sono sicuro che potrebbe avvenire presto”
James ha giocato in 46 partite su 64, saltando 18 partite consecutive per un infortunio all’inguine rimediato nella partita della notte di Natale contro i Golden State Warriors. Dal suo ritorno in campo il minutaggio di LeBron è salito, arrivando a toccare i 40 minuti in 5 delle ultime 8 partite dei Lakers. Anche per questo motivo il Re è stato costretto ad ammettere che negli ultimi 18 match della stagione, anche se non rimarrà deliberatamente in panchina, bisognerà valutare le possibilità di gestire i suoi carichi di lavoro:
“Bisogna guardare alle partite che rimangono, alle percentuali di ciò che accadrà in futuro per scegliere quello che è meglio non solo per me, ma per la squadra in generale”
Ma quale motivazione possono trovare i Lakers, ora che l’obiettivo playoff sembra essere ormai svanito (anche se coach Luke Walton ci crede ancora)? La risposta di LeBron James è semplice:
“Per me, personalmente – visto che posso parlare solo per me stesso – si tratta di continuare a essere un professionista ed essere il meglio che tu possa essere ogni singola notte, non importa quali siano le circostanze. Perché c’è sempre qualcuno a guardare”