I Boston Celtics in questa stagione sono stati un enorme dilemma, una continuo saliscendi, una squadra sulle montagne russe su cui sono stati pochi a capirci veramente qualcosa: uno di questi potrebbe sicuramente essere Danny Ainge, gm della squadra e che nelle ultime stagioni ha contribuito in maniera assolutamente attiva nella costruzione di questo gruppo:
“Inconsistenti è la parola che mi viene in mente. Abbiamo alti e bassi all’interno di ogni partita, sembra che giochiamo bene e poi all’improvviso caliamo. Sono stato poche le partite in cui abbiamo giocato veramente bene. È come se ogni volta che facciamo due passi in avanti ne facessimo successivamente uno indietro.
In ogni caso non sto cercando scusanti, mi piace l’energia che ci mettiamo in campo e non sono nel panico. sono molto più fiducioso e a mio agio di quanto lo fossi 2 settimane fa”
La squadra di Brad Stevens, che ha un bel da fare a tenerezze unito uno spogliatoio che in più occasioni ha dimostrato di avere qualche crepa, si trova in questo momento quinta nella Western Conference con la possibilità concreta di poter agganciare ancora i Philadelphia 76ers, ma sopratutto gli Indiana Pacers, con due partite che ancora si devono giocare fra le due squadra, una al Garden e una Bankers Life Fieldhouse.
In questo momento quello che più sembra mancare ai biancoverdi è l’anima e l’unita difensiva che nella scorsa stagione ne aveva fatto una, se non la miglior difesa della lega portando Tatum e compagni fino alle Finali di Conference. Ora con il ritorno di Kyrie Irving e Gordon Hayward le gerarchie si sono comprensibilmente modificate e la squadra, e sopratutto alcuni elementi più giovani, non stanno riuscendo a rendere allo stesso modo.
Da vedere come si comporterà la squadra ai Playoff, dove a detta di molti potrebbe esserci la svolta, certo però che cominciare già dal primo turno una serie senza il fattore campo a favore sarebbe una partenza assolutamente complicata per una squadra come quella dei Celtics che in questa stagione, lontano dalle mura amiche, sta facendo una fatica atroce (17-17).
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Beh, Danny Ainge certamente lo sa, ci sono un sacco di fattori da considerare per costruire una squadra da titolo, ma uno di questi è non dimenticarsi di considerare la copertura dei ruoli.
Horford è un'ala grande e ad Atlanta giocava con Millsap, un'altra ala grande più bassa, ma più forte di Al a rimbalzo e con una presenza non trascurabile nel pitturato.
Se vuoi giocare con il quintetto piccolo, deve essere per darti dei vantaggi, non per compensare a delle debolezze.
Nelle posizioni 4 e 5, con un centro e un'ala grande vai tranquillo, con due ale grandi vai comunque bene, con un centro e un'ala piccola altrettanto, con un'ala grande e una piccola non puoi che avere problemi, che puoi compensare con una maggior velocità e abilità al tiro da tre, cosa che Boston non ha.
Boston non ha un Millsap, ha Morris, che ha imparato a fare l'ala grande nella seconda parte della sua carriera, ma naturalmente è un'ala piccola tiratrice. Non è molto forte a rimbalzo nè a difendere nel pitturato e quando attacca il canestro non lo fa certo andando a schiacciare a 30 all'ora. Non concentra su di sè la difesa per riaprire il gioco.
A Detroit infatti giocava con Drummond, il classico centro che fa reparto da solo..
In più, per debolezza difensiva di Irving, al posto di Brown deve giocare Smart, ottimo difensore ma non un grandissimo atleta; per debolezza a rimbalzo di Horford deve giocare Morris e non Hayward, che in questo momento non è un canguro, ma è certamente più mobile del buon Marcus. Il risultato è un quintetto sottodimensionato e poco atletico, non proprio il massimo...
Tecnica a parte, o sei più grosso, o sei più veloce, o entrambi le cose, se no è dura dominare in difesa e in attacco..