Miami Heat

NBA, Chris Bosh: “Three-Peat Golden State? Buona fortuna”

Chris Bosh sarà presente all’American Airlines Arena di Miami in occasione della cerimonia per il ritiro della sua maglia #1 nel corso del derby della Florida contro gli Orlando Magic. L’ex Raptors e Heat, due volte campione NBA, è stato ospite dell’ultima puntata del podcast The Habershow, a cura di Tom Haberstroh. Una lunga chiacchierata nel corso della quale sono emersi diversi spunti di riflessione. Riportiamo di seguito i passaggi salienti.

L’ARRIVO A SOUTH BEACH E I “BIG THREE”

Nonostante una separazione dolorosa, il legame con la franchigia gestita da Pat Riley ha radici profonde. Di seguito quanto dichiarato dall’oramai ex #1:

“Alla fine della stagione con Toronto, dal punto di vista della competitività, sentivo di dover fare un passo ulteriore per arrivare dove volevo al top della NBA, per giocarmela sul grande palcoscenico. A Toronto non c’erano le condizioni, non potevamo attrarre free agent, la squadra aveva un record di vittorie a malapena al 50% e poteva lottare per il settimo-ottavo posto. All’epoca Miami stava preparando il terreno liberando molto spazio salariale e la situazione si era fatta interessante. […] Non avrei mai pensato di giocare lì in carriera. Con il passare del tempo è diventata la casa per me e la mia famiglia.”

Nei mesi che precedettero la scelta definitiva in quella calda estate di free agency, Bosh aveva avuto modo di confrontarsi sul tema con alcuni colleghi, raccogliendone i pareri:

 “Ne parlai con Kevin Garnett in spogliatoio all’All-Star Game di Dallas, la mia città natale. […] Sapevo di dover prendere una decisione importante e chiesi un suo punto di vista.  Mi disse “Da giocatore, vuoi essere al fianco di qualcuno che ti tolga un po’ di pressione dalle spalle.”

RITIRO

” Vista l’evoluzione del gioco, ci sono stati degli aspetti che ho fatto fatica ad accettare guardando le partite, ho vissuto momenti davvero bui e c’è voluto un po’ per rialziarmi. Dicevo tra me e me ‘Dovrei ancora giocare, guarda i giocatori di oggi’, e in più sarei stato free agent in estate. Con tutto il rispetto, avrei potuto competere con gli All-Star di quest’anno. È normale che qualche pensiero cupo faccia capolino.”

Un augurio anche a Brandon Ingram, che sta vivendo una situazione simile e certamente da affrontare con attenzione e cautela:

“Non l’ho sentito personalmente […]. Con una carriera così promettente davanti a sé, c’è da sperare che vengano prese le giuste contromisure, ma è sempre una situazione pericolosa quando [il problema] arriva a interessare la parte superiore del corpo. Dovrà cambiare il suo stile di vita.”

PREVISIONI PLAYOFF

Golden State è la chiara favorita, ma guai a dare tutto per scontato. Il punto di Bosh:

“Ai Warriors dico buona fortuna. è l’unica cosa che posso dire. Quando Steve Kerr era commentatore tv disse che non saremmo riusciti a fare il Three-Peat e in cuor mio pensavo “ma che sta dicendo?'”

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Pubblicato da
Nicolò Basso

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