(19-60) Cleveland Cavaliers 104-117 Sacramento Kings (39-40)
Tutto facile per i Sacramento Kings, che dopo la brutta batosta subita contro i Rockets tornano in grande spolvero tra le mura casalinghe del Golden 1 Center.
Dopo aver gestito infatti tutta la partita ed essere avanti 101-95 nei minuti finali, i californiani hanno battuto un parziale di 9-0 ispirato da un jumper di Bogdanovic e da una tripla (con conseguente schiacciata) di Bagley, che nel giro di poco hanno regalato loro un vantaggio di 15 punti sugli avversari.
Non sono bastati infatti ai Cavs i 22 punti dalla panchina messi a segno da Jordan Clarkson per ricucire lo strappo con i padroni di casa, ne i 19 di Sexton, che nonostante la sconfitta però è riuscito nell’impresa di segnare più di 1300 punti nella sua stagione da rookie, conquistando così un milestone che in Ohio era stato replicato solamente da LeBron James e Ron Harper.
Convincente invece la prova di Sacramento, che nonostante l’esclusione matematica dai Playoff può dirsi soddisfatta per una stagione tutt’altro che buttata, vista la possibilità di chiudere comunque l’annata con un record superiore al 50% di vittorie e dei giovani giocatori (Hield, Fox, Bagley in primis) pronti a regalare loro un futuro radioso.
(54-24) Golden State Warriors 108-90 Los Angeles Lakers (35-44)
È stata come una passeggiata al parco la vittoria dei campioni in carica contro i Los Angeles Lakers, mai davvero in partita sin dal primo minuto in campo.
Il primo quarto di gioco infatti è stato un autentico show dei Warriors, che grazie ad un efficienza irreale al tiro (64%) e alla realizzazione di 7 triple sulle 12 tentate sono riusciti a portarsi in vantaggio di 27 punti, facendone registrare di contro solamente 12 ai padroni di casa (season-low).
Nel secondo quarto le cose hanno cominciato ad aggiustarsi per i giallo-viola, che però non sono mai riusciti ad andare oltre i 20 punti di svantaggio considerando poi che il terzo periodo è stato un continuo dominio di Green, Thompson, Cousins, Durant e Curry, che hanno messo definitivamente in banca la partita con un vantaggio arrivato a 34 punti.
Nonostante la mancata competitività in ogni caso, questa era una partita da vincere assolutamente per i Golden State Warriors, che ora hanno la bellezza di 2 partite di vantaggio sui Denver Nuggets e possono davvero sperare di concludere la loro regular season come testa di serie ad Ovest. Sugli scudi per Steve Kerr in primis DeMarcus Cousins, nuovamente il migliore dei suoi con 21 punti e 10 rimbalzi; buona anche la partita di Durant (15-6-8) mentre faticano gli Splash Brothers, che combinano per soli 18 punti e 4-16 da oltre l’arco.
Per i Lakers invece, buone le partite di Wagner (13 punti, 6 rimbalzi) e soprattutto di Johnathan Williams, autore di 17 punti e 13 rimbalzi (career-high) dalla panchina.
(59-20) Milwaukee Bucks 128-122 Philadelphia 76ers (49-30)
Il Big Match della notte Nba non ha certo deluso le aspettative, regalandoci una sfida che – ci auguriamo – potremo rivedere anche durante la postseason.
Giannis Antetokounmpo infatti ha aggiunto un altro cimelio alla sua stagione da Mvp, battendo in trasferta Embiid e soci ed assicurando alla sua Milwaukee il primato assoluto non solo dell’Est ma in generale dell’intera lega, cosa che varrà loro il vantaggio del campo dall’inizio dei Playoff sino ad arrivare alle Finals.
“Ho solo cercato di fare qualche giocata e trovare più spazi possibile per attaccare,”
ha detto nel post partita il greco, protagonista di una performance da 45 punti, 13 rimbalzi, 6 assist e 5 stoppate. In stagione, è la 42esima volta che mette a referto almeno 25 punti e 10 rimbalzi.
“È un giocatore pazzesco, ogni volta che devi batterti con lui sai che sarà tosta. È davvero forte.”
Persino Embiid riconosce la grandezza del 34 dopo la sconfitta dei suoi, nonostante la mostruosa tripla doppia fatta registrare per cercare di contrastarlo (34+13+13).
Con la gara in bilico e i 76ers avanti di 7 lunghezze grazie ad una tripla di The Process infatti, i Bucks si sono affidati al loro Dio greco per recuperare lo svantaggio, ricucendo lo strappo sul 119 pari a poco più di 1′ dal termine del match. A quel punto, una tripla sbagliata da Redick ha concesso il +2 a Milwaukee grazie ad un canestro di George Hill e nei secondi finali, una stoppata decisiva di Antetokounmpo su Embiid ha lanciato il contropiede di Sterling Brown che ha regalato così quattro lunghezze di vantaggio e la conseguente vittoria ai suoi.
“Abbiamo faticato troppo a marcare [Giannis], dobbiamo fare meglio.”
Queste le parole di coach Brown dopo la sconfitta dei suoi, che nonostante la prestazione di Embiid, i 29 punti di Redick e i 22 di Mike Scott non sono stati in grado di chiudere i conti con gli avversari sul finale, cosa che ai Playoff potrebbe rivelarsi parecchio pericolosa.
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Antetokoumpo pazzesco e decisivo nei minuti finali, ma non mi è sembrato di vedere una differenza incolmabile tra le due squadre.
Philadelphia ha sofferto la mancanza di Butler, sia per la sua difesa su Giannis, ma soprattutto perchè è lui di solito a prendersi e segnare i canestri finali, in caso di partita punto a punto.
Anche Redick ed Embiid sono clutch, ma devono essere messi in condizione di prendere i loro tiri, mentre Simmons a causa del suo blocco mentale a tirare oltre i limiti del pitturato, nei minuti finali è superlimitato (non ha ancora segnato un canestro da tre nei suoi primi due anni di NBA!).
Io spero che le due squadre non si incontrino ai playoff, perchè vorrebbe dire che al secondo turno i Bucks eliminerebbero i Celtics...