Sembra non finire mai la polemica sulla scelta di Kevin Durant di unirsi ai Golden State Warriors. Sono ormai passati diversi anni da quando l’ex stella degli Oklahoma City Thunder ha deciso di trasferirsi nella Baia per provare a vincere quanti più titoli NBA possibili e i risultati, fino ad oggi, sono stati davvero ottimi: 2 titoli in 2 anni. Ora, Durant, tenterà di ripetere l’ennesima impresa insieme ai suoi compagni di squadra, ben consapevole che tra i tifosi NBA ci siano persone che ancora non hanno accettato la scelta di Durantola nell’unirsi in una sorta di dream team con Curry e Thompson:
“Quando ho scelto di venire qui e unirmi agli Warriors sapevo che avrei ricevuto ogni tipo di insulto. Non mi importava, per nulla. Volevo far parte di questa squadra. Perché non avevo mai giocato con tiratori del genere. Con giocatori versatili, capaci di muoversi in campo con grande intelligenza. Volevo far parte di questa squadra. È successa la stessa cosa a LeBron James quando andò a Miami… e anche lui ha accettato ogni critica e ogni insulto, indipendentemente da tutto”
I motivi per cui Kevin ha scelto di firmare per gli Warriors rimane, chiaramente, la fame di vittoria come ha sempre dichiarato, a scapito di dover sacrificare il suo gioco per far emergere anche il talento di chi gli sta intorno:
“Lo spirito del gioco mi ha chiamato qui. Non i riflettori o la fama che deriva dall’essere il più forte. Non la legacy. Lo giuro sulla mia vita, tutte queste cose non significano nulla per me. Io voglio solo giocare la miglior pallacanestro possibile ogni secondo che passo in campo, e giocare a Golden State era l’opportunità perfetta per poterlo fare. Per venire qui ho lasciato tutto, ho fatto grandi sacrifici, ho cambiato il mio modo di giocare: valeva la pena fare tutto questo”
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