Forti di 60 vittorie all’attivo, con conseguente miglior record della lega, i Milwaukee Bucks si affacciano a questi Playoff 2019 con la consapevolezza di aver fatto quel salto di qualità che da qualche stagione a questa parte era lecito attendersi. Con un Giannis Antetokounmpo in formato MVP e un supporting cast di primo livello la truppa di Mike Budenholzer, candidato numero uno al premio di miglior allenatore dell’anno, ha disputato una regular season da urlo, concedendo qualche piccola soddisfazione agli avversari soltanto nelle ultime uscite, quando il primo posto ad Est era già ampiamente in cassaforte.
L’ex coach di Atlanta sembra aver trovato la formula magica per sfruttare al meglio le sconfinate potenzialità del fuoriclasse greco, costruendo attorno a Giannis un sistema fatto di spaziature e tiro da tre che, almeno in regular season, non ha lasciato scampo agli avversari. Basterà per raggiungere le Finals in una Eastern Conference più agguerrita che mai? Difficile dirlo perché quest’anno la concorrenza non manca, ma con tutta probabilità, semmai i Bucks dovessero alzare bandiera bianca prima delle Finals, non saranno questi Pistons a sbarrar loro la strada.
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Secondo gli addetti ai lavori, Detroit avrebbe oscillato tra il settimo e il nono posto ad est. Nessuna sorpresa dunque sull’accesso ai Playoff, ma c’è da dire che in pochi a ottobre avrebbero immaginato una stagione costantemente trascorsa sulle montagne russe. Dopo alcuni mesi a tinte fosche, la pausa dell’All-Star Game ha completamente rigenerato i ragazzi di coach Casey, che con una sorprendente serie di vittorie sembravano destinati a lottare per dei seed anche più prestigiosi dell’ottavo. 10 sconfitte in 15 partite hanno poi complicato orrendamente i piani dei Pistons, che a due gare dal termine della regular season si sono ritrovati ad un passo dal baratro. È stato solo grazie all’incredibile rimonta sui Grizzlies e alla vittoria sui derelitti Knicks che Detroit è riuscita a strappare il pass per il primo turno, scongiurando il rischio psicodramma. Momento decisamente no e accoppiamento non proprio dei migliori per Drummond e compagni, chiamati ad un’impresa quasi impossibile contro quella che sulla carta è la miglior squadra della lega.
Precedenti stagionali
Se il buongiorno si vede dal mattino, c’è poco da stare tranquilli in casa Pistons. In nessuno degli incontri disputati in stagione tra le due squadre infatti Detroit è riuscita ad avere la meglio su Milwaukee, che si sono portati a casa quattro vittorie su quattro. Tra le mura amiche del Fiserv Forum, trascinati dai 27 punti di Eric Bledsoe, il 5 dicembre i Bucks hanno imposto un severo 115-92 ai malcapitati Pistons, che 12 giorni più tardi sono andati ad una tripla di Griffin di distanza da un overtime che avrebbe potuto dare la vittoria della bandiera alla squadra di coach Casey.
La schiacciata di Antetokounmpo su Jon Leuer è la fotografia perfetta della terza vittoria dei Bucks sui Pistons, che capitolano 98-121 dando l’impressione di non essere mai davvero in partita. La musica non cambia neppure nell’ultimo appuntamento tra le due squadre datato 29 gennaio 2019, quando Giannis e compagni superano per 115-105 nonostante il season-high da 25 punti di Reggie Jackson.
Da quanto visto finora emergono alcuni dati significativi. In primo luogo, è degno di nota il fatto che i due tracolli dei Pistons coincidano con le due trasferte a Milwaukee mentre, grazie anche alla spinta del proprio pubblico, Griffin e soci in casa hanno sempre venduto cara la pelle. È evidente come le pur flebili speranza di passaggio del turno di Detroit passino inevitabilmente dalla Little Caesars Arena, dove i Pistons avranno l’obbligo di giocarsi le proprie chance di successo.
Altra considerazione doverosa: sono passati quasi tre mesi dall’ultima volta in cui le due squadre si sono affrontate. Con circostanze, condizioni e soprattutto motivazioni diverse, sarà interessante vedere come le due squadre si approcceranno alla serie e se i Pistons avranno imparato dai tanti errori commessi in regular season.
Chiavi tattiche
La migliore della classe contro la squadra con il record peggiore tra quelle che prenderanno parte ai Playoff. Che non siamo di fronte alla serie più entusiasmante di questo primo turno è abbastanza evidente, ma ciò non vuol dire che Bucks-Pistons non offra degli interessanti spunti di riflessione a livello tattico. Prima questione da affrontare: come si ferma Giannis Antetokounmpo? Domanda da un milione di dollari a cui dovrà rispondere Dwane Casey, che pur essendo uno degli allenatori più preparati del panorama NBA, nonché allenatore dell’anno in carica, avrà certamente passato più di una notte insonne al pensiero della furia di Giannis che imperversa sui suoi poveri ragazzi.
Essendo The Greek Freak il pericolo numero uno in casa Pistons, c’è bisogno di un piano difensivo adeguato per cercare quantomeno di contenere uno dei principali candidati al titolo di miglior giocatore della stagione. Gli unici ad avere i requisiti per potersela giocare sul piano fisico con il numero 34 sono le due stelle della squadra, Andre Drummond e Blake Griffin, che però per motivi diversi rischiano di soffrire più del dovuto il matchup con il greco. Sebbene sia da anni un rim protector d’elite, Drummond non è chiaramente in grado di gestire Antetokounmpo al di fuori del pitturato.
Certo, Giannis è tutto tranne che un cecchino infallibile dall’arco (25,6% su 2,8 conclusioni tentate in media a partita), ma la scarsa mobilità di Drummond non gli consente di seguire il greco come un’ombra, lasciando potenzialmente campo libero ad uno dei giocatori più pericolosi della lega. Per quanto riguarda invece Griffin, l’ex Clippers è alle prese con un problema al ginocchio che l’ha tenuto fuori nell’ultima partita di regular season. Difficile dire se sarà regolarmente in quintetto già da Gara-1, ma, oltre alle sue condizioni fisiche, il coaching staff di Detroit dovrà monitorare attentamente la situazione legata ai falli da spendere su Giannis: se vogliono avere qualche chance di battere Golia, i Pistons devono necessariamente avere un Griffin sano e libero da qualsivoglia problema di falli, eventualità che con un Antetokounmpo di fronte non va certo sottovalutata.
Nei precedenti stagionali è stato Stanley Johnson, ora a New Orleans, ad occuparsi di Giannis. Pur essendo tutt’altro che un pessimo difensore, sul piano fisico il dominio di Antetokounmpo non è mai stato in discussione
Occhio però a concentrarsi sul solo Giannis: buona parte del merito per le 60 vittorie stagionali va anche ai suoi compagni di squadra e al sistema modellato da coach Budenholzer intorno alla sua superstar. I vari Middleton, Bledsoe, Mirotic e Lopez – che è passato dalle 0,2 triple tentate a partita solo 3 stagioni fa alle 6,3 di oggi – sono in grado di punire le eventuali troppe attenzioni riservate dai Pistons ad Antetokounmpo.
Non è un caso che i Bucks siano la seconda squadra della lega per conclusioni dall’arco: sono 38,2 le triple scoccate in media dalle bocche da fuoco di Milwaukee, un’arma potenzialmente devastante nelle sapienti mani di Giannis e coach Bud, che però dovranno vedersela con una delle migliori difese perimetrali della lega, in grado di concedere in media soltanto 27,8 tentativi dalla lunga distanza. Se la difesa di Detroit dovesse reggere l’urto con l’attacco dei Bucks, la serie potrebbe rivelarsi meno scontata di quanto sembri.
Pur raddoppiato, Antetokounmpo serve un cioccolatino che Bledsoe deve soltanto scartare
Bucks vs Pistons è anche lo scontro tra due opposte filosofie di gioco. Se i Bucks fanno delle corrette spaziature e del tiro da tre i propri marchi di fabbrica, i Pistons praticano una pallacanestro molto più old school, imperniata sulle caratteristiche delle stelle della squadra. La differenza di ritmo tra le due contendenti è abissale: se Detroit gioca 97,94 possessi in 48 minuti, nello stesso tempo Milwaukee è in grado di gestirne 103,61.
Anche in questo caso, se vogliono restare in partita il più a lungo possibile, i Pistons dovranno riuscire a imporre alla gara il proprio ritmo, cercando di stroncare sul nascere il flow di Giannis e soci e di dominare il tabellone dei Bucks facendo affidamento su un rimbalzista offensivo d’eccezione come Drummond.
Altra questione importante è quella che riguarda il supporting cast di Detroit. È impensabile che i soli Drummond e Griffin possano trascinare la squadra al successo contro una corazzata come quella di Mike Budenholzer. Anche Reggie Jackson, Luke Kennard e Wayne Ellington dovranno offrire il loro contributo affinché i Pistons possano giocarsela ad armi pari contro la miglior difesa della lega, che può vantare 104,9 punti concessi agli avversari su 100 possessi. Diventa dunque vitale mantenersi su buone percentuali da 3 per restare a galla contro questi Bucks e pensare quantomeno di prolungare la serie oltre le quattro partite.
Players to watch
Posto che sarebbe piuttosto scontato concentrarsi esclusivamente su Antetokounmpo, tra le fila dei Bucks facciamo i nomi di Eric Bledsoe e Brook Lopez. Il primo, pedina fondamentale nello scacchiere tattico di coach Bud, dovrà sopperire all’importante assenza di Malcolm Brogdon e gestire il backcourt di Detroit; per quanto riguarda invece Lopez, sarà lui ad avere a che fare con Drummond e Griffin. Mettere la museruola alle due principali fonti di gioco avversarie significherebbe porre una serie ipoteca sullo sweep.
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In casa Pistons fari puntati, oltre che sulle due stelle della squadra, su Luke Kennard. Come già anticipato, il contributo del supporting cast sarà una delle chiavi tattiche della serie e in questo senso il prodotto di Duke ha già tolto le castagne dal fuoco in diverse occasioni nel corso della regular season. Con i Bucks che concedono ben 36,3 triple a partita, sarà interessante vedere come Reggie Jackson gestire le lune che da sempre condizionano la sua carriera NBA e se riuscirà a fare il tanto atteso salto di qualità in questo primo turno.
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Pronostico
Nonostante le assenze di Brogdon e Snell (almeno nelle prime gare), un Mirotic ancora in dubbio e gli scarsi trascorsi ai Playoff – dell’intero roster dei Bucks, soltanto George Hill può vantare una certa esperienza in postseason – non crediamo che i Pistons abbiano grosse chance di passare il turno. Ciò non vuol dire che, sfruttando il fattore campo, Griffin e soci non possano conquistare quantomeno la vittoria che eviterebbe lo sweep. Alla luce di quanto detto, crediamo che i Bucks abbiano tutte le carte in regola per archiviare la pratica Pistons in cinque gare e raggiungere, per la prima volta dal 2001, le semifinali di Conference.