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NBA Playoff Preview: Portland Trail Blazers vs Oklahoma City Thunder

Una serie che, almeno al primo turno, sembrava impronosticabile fino a una settimana fa.

Oklahoma City, infatti, dopo aver vissuto gran parte della stagione come terza forza della Western Conference ed essersi anche avvicinata in diverse occasioni al secondo posto dei Denver Nuggets, ha subito un crollo verticale dalla pausa per l’All Star Weekend in poi, mantenendo ad alto livello la difesa (i Thunder hanno comunque chiuso nella top-5 per defensive rating) ma subendo un calo vertiginoso nella metà campo offensiva.

Paul George, dopo aver giocato 2/3 di stagione da candidato MVP e manifesto perfetto del two way player moderno, complice un problema alla spalla di cui ancora non si conosce l’entità al 100% ha cominciato a fare molta più fatica in attacco, prendendo meno tiri e anche segnandone molti meno; discorso simile per Steven Adams, apparso quasi smarrito in entrambe le metà campo nell’ultimo mese e mezzo di regular season e in palese difficoltà, così come Terrance Ferguson. L’unico a riuscire ad alzare il proprio livello nella parte finale della stagione, nonostante qualche solito difetto in fase di decision making sopratutto nei finali di partita, è stato Russell Westbrook, capace di chiudere la terza stagione di fila in tripla doppia di media e produrre pochi giorni fa una prestazione statistica che mancava in NBA addirittura dai tempi di Wilt Chamberlain:

Portland, dalla sua, ha avuto il pregio di riuscire a dare continuità alla propria storia recente con un’altra solidissima regular seaosn, che per il secondo anno di fila ha visto i ragazzi di Terry Stotts concludere con il terzo seed della Western Conference.
Se l’anno scorso le cose erano andate in modo disastroso, con l’uscita al primo turno per 4-0 contro i New Orleans Pelicans di Anthony Davis, la fortuna non ha sorriso particolarmente alla franchigia dell’Oregon nemmeno in questa stagione.

Se quella 2018-19 è stata infatti la stagione dell’ascesa definitiva di Damian Lillard quantomeno nella top-5 delle point guard NBA, e tante altre piccole buone notizie (come il rendimento di Jake Layman) hanno contribuito alla causa, i playoff dei Blazers saranno inevitabilmente segnati da quanto successo al Moda Center il 26 Marzo:

(Contenuto sensibile)

Jusuf Nurkoc era alla migliore stagione in carriera, e perderlo con ogni probabilità per tutto il prossimo anno rischia di compromettere seriamente i piani di Portland, sia per questa che per la prossima stagione.

Precedenti stagionali

Guardando a quanto successo tra le due squadre durante la regular season, la chiave di lettura è piuttosto semplice: i Thunder hanno vinto tutti e quattro gli scontri diretti lasciando poco spazio all’immaginazione, Paul George nelle quattro partite ha fatto registrare oltre i 35 punti di media e i Blazers si sono trovati in estrema difficoltà a difendere i pick ‘n roll guidati da Russell Westbrook.

Questo l’ultimo incontro stagionale fra le squadre, lo scorso 7 Marzo, che offre una visione piuttosto chiara su quali siano le armi dei OKC contro cui i Blazers si trovano peggio. 

Doversi trovare a fronteggiare una squadra che tanto male ti ha fatto durante la regular season, e farlo senza il proprio centro titolare – e secondo miglior giocatore a roster, quest’anno – potrebbe rappresentare la sfida più ardua della storia recente dei Blazers.

Chiavi tattiche

I Thunder, come detto, nonostante il crollo nell’ultimo terzo di regular season che li ha visti scendere fino al sesto posto e perdere il fattore campo, sono riusciti a mantenere alto il livello della propria difesa chiudendo nella top-5 per defensive rating (106.4). Una parte integrante della difesa dei Thunder, e di conseguenza anche dell’attacco, sono state le deflections. I Thunder hanno chiuso la stagione al primo posto per deflections a partita (15.5), e hanno in George e Westbrook i due migliori giocatori della lega in questa specialità.
Deviare passaggi avversari si è rivelato fondamentale quest’anno per l’attacco dei Thunder, che potendo contare su una minore potenza di fuoco al tiro da fuori rispetto ad altre squadre playoff hanno fatto affidamento sulla capacità di recuperare palloni e poter correre in contropiede; il callo dell’attacco di Billy Donovan è stato figlio anche di una minore frequenza di deflections e loose balls recoveries a partita, entrambe cominciate in concomitanza con i problemi fisici di Paul George.

Ed è proprio da George che passeranno, inevitabilmente, le fortune e sfortune di OKC in questa postseason.

L’ex Pacers ha giocato una regular season stratosferica, chiudendo al secondo posto della classifica marcatori con oltre 28 punti a partita (primo tra gli umani dietro l’irraggiungibile James Harden) e aggiungendo 8.2 rimbalzi e 4.1 assist, tutti i migliori dati della carriera.

George è stato inoltre fondamentale nei finali di partita, vincendo tante partite per i Thunder con quarti quarti da one man show o tiri allo scadere con una frequenza impressionante:

Il miglior George dell’anno, 47 punti di cui 25 nel quarto quarto il 5 Dicembre al Barclays Center di Brooklyn, partita in cui i Thunder erano stati sotto anche di 20 punti. 

Con George in campo, i Thunder segnano 8 punti più degli avversari su 100 possessi; con lui e Westbrook +5, con solo la guardia californiana in campo e George fuori, -8.
Durante il filotto di sconfitte con cui hanno chiuso la stagione il calo di George è stata la ragione principale per cui l’attacco dei Thunder in generale ha fatto tanta fatica, ma le ultimissime partite della stagione hanno offerto nuove speranze di ottimismo ai tifosi.
Nella vittoria fondamentale contro i Rockets dello scorso 10 Aprile per 112-111, arrivata proprio con tripla allo scadere di George, anche Westbrook ha dato segnali importanti di ripresa, segnali che in realtà hanno cominciato a manifestarsi già dal post-All Star Game; la point guard dei Thunder negli ultimi due mesi è finalmente riuscita ad aggiustare le percentuali dal campo, ritornando a livelli simili ai massimi in carriera dopo essere stato protagonista di una delle peggiori stagioni al tiro della storia della NBA, per quanto riguarda le percentuali su un volume di tiri alto come quello del #0.

E proprio il ritorno ad alti livelli di Westbrook sarà fondamentale nella serie contro Portland; come detto, i Blazers hanno sempre fatto fatica con questo roster a difendere in situazioni di pick ‘n roll; nel 2019 erano arrivate le prime conferme importanti di un miglioramento sotto questo punto di vista, e il merito era da attribuire per la maggior parte alle prestazioni di Nurkic.
Il bosniaco, uno dei difensori più sottovalutati di tutta la lega, è diventato la vera e propria ancora difensiva della squadra nella seconda parte di stagione, ed era la grande speranza di Terry Stotts per invertire finalmente la tendenza che ha visto Portland incapace di superare il primo turno dei playoff negli ultimi anni.
Il rientro in extremis di CJ McCollum resta una notizia più che positiva, sopratutto per togliere un po’ di peso offensivo dalle spalle di Damian Lillard, ma l’assenza di Nurkic resta un problema di difficilissima soluzione per i Blazers.

A complicare ulteriormente le cose c’è il rendimento del backcourt nei precedenti stagionali contro Oklahoma City; oltre a perdere tutte e quattro le partite, Lillard e sopratutto McCollum hanno fatto tantissima fatica quando accoppiati con Paul George e Terrance Ferguson, con il #3 di Portland incapace di raggiungere i 15 punti di media nelle quattro partite contro OKC.

Un altro aspetto che potrebbe vedere Portland in difficoltà riguarda la situazione a rimbalzo: la squadra dell’Oregon durante la stagione 2018-19 è stata la terza migliore della lega sotto le plance, raccogliendo 48 rimbalzi a partita; inutile sottolineare però come questo rendimento fosse in gran parte figlio della miglior stagione in carriera di Nurkic, che fino al momento dell’infortunio ha fatto registrare 10.4 rimbalzi a partita.
I Thunder, dalla loro, sono una delle uniche due squadre a far meglio dei Blazers in questa specialità nel 2018-19, chiudendo al secondo posto per rimbalzi catturati a partita (48.1), e sono tra le migliori squadre della lega per second chance points. Enes Kanter da questo punto di vista potrà offrire un apporto importante, ma la sua precarietà nella metà campo difensiva rischia di oscurare la sua capacità a rimbalzo e costringere Stotts a non utilizzarlo nei momenti più caldi; nonostante le rispettive stagioni positive, Zach Collins e Meyers Leonard potranno comunque far poco per limitare un centro potente ed esperto come Steven Adams.

La debolezza sotto canestro, dunque, unita ai problemi nel difendere il devastante pick ‘n roll Westbrook-Adams, rischia di compromettere seriamente le chance di Lillard e compagni.

Players to watch

Come abbiamo visto, George è inevitabilmente il giocatore più importante per i Thunder – è di poche ore fa tra l’altro la notizia che la sua presenza in Gara 1 è in dubbio per i soliti problemi alla spalla.
Nonostante questo, però – o anche per questo – le fortune di OKC nella serie contro Portland potrebbero passare più per le mani di Westbrook che per quelle di PG13; la point guard come detto ha aggiustato le proprie percentuali dal campo, e mai come nell’ultimo mese di questa regular season ha dato ulteriori prove di poter impattare il gioco sotto molti punti di vista diversi.
I miglioramenti difensivi vissuti da Westbrook in questa stagione, sopratutto nei primi mesi, potrebbero essere fondamentali nel tentativo di limitare Damian Lillard e togliere quindi un punto di riferimento ai Blazers.

Jerami Grant sarà allo stesso tempo fondamentale grazie alla versatilità difensiva mostrata per tutta la stagione e figlia di un atletismo difficilmente riscontrabile in altri giocatori, specie nel roster di Portland; se il tiro da 3 dagli angoli mostrato in regular season rimarrà costante anche ai playoff, Grant potrebbe rappresentare quell’uomo in più per i Thunder decisivo ai fini del risultato della serie.
Se come abbiamo visto Steven Adams giocherà un ruolo fondamentale sia a rimbalzo che nei pick ‘n roll con Westbrook, l’apporto difensivo di Terrance Ferguson contro CJ McCollum potrebbe risultare come il più decisivo: se l’esterno dei Thunder riuscirà a limitare McCollum come fatto vedere in regular season, la mancanza di una seconda opzione credibile per l’attacco rischia di impedire a Damian Lillard di trascinare da solo i propri compagni, vista l’ulteriore attenzione che riceverebbe da parte della difesa dei Thunder in una situazione del genere.

Se Ferguson è così importante per i Thunder, dunque, allo stesso modo diventa decisivo dall’altra parte proprio McCollum.

Il prodotto di Lehigh University ha vissuto una stagione complicata, con la peggior percentuale al tiro da 3 da quando era rookie (37.5%) e 21.0 punti a partita, il dato più basso delle ultime 3 stagioni; McCollum ha dato più volte prova di essere un attaccante quasi inarrestabile nelle serate migliori, in grado di colpire dalla distanza ma anche mettendo palla a terra e attaccando il ferro, ma la continuità di prestazioni in postseason è sempre stato uno dei suoi grandi difetti. Da un suo salto di qualità ai playoff passeranno molte delle speranze di Portland.

Altro problema per i Blazers resta il reparto ali, troppo corto e con giocatori molto simili tra loro e accomunati dagli stessi difetti.

Al-Farouq Aminu, Evan Turner e Moe Harkless non hanno mai dato grande prova di continuità al tiro da fuori, e contro una difesa abile a intervenire sulle linee di passaggio come quella dei Thunder, un’area intasata a causa della mancanza di pericolosità dall’arco rischia di risultare fatale a Portland. La grande speranza si chiama Jake Layman, protagonista di un periodo straordinario tra Gennaio e Febbraio ma a cui, al terzo anno della lega, non si può chiedere di rappresentare la terza opzione offensiva di una squadra ai Playoff.

Pronostico

L’infortunio di Nurkic, come ripetuto più volte, è ovviamente devastante per le speranze di avanzare ai playoff dei Blazers. Nonostante un Paul George non al 100% e in dubbio per Gara 1, Oklahoma City resta uno dei peggiori accoppiamenti possibili per Lillard e compagni.

Non sarà comunque una passeggiata per la squadra di Billy Donovan, Portland venderà cara la pelle e avrà tutte le intenzioni di lottare fino all’ultimo, specie dopo l’epilogo della scorsa stagione, ma personalmente pensare a un risultato diverso dal passaggio del turno dei Thunder in 5, massimo 6 partite al momento è abbastanza proibitivo.

 

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Pubblicato da
Leonardo Flori

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