Toronto Raptors

NBA Playoff Preview: Toronto Raptors vs Philadelphia 76ers

Toronto Raptors e Philaldephia 76ers sono state, anche se con conduzioni molto diverse delle rispettive stagioni, due delle powerhouse della Eastern Conference nella scorsa regular season. I seed numero due e tre, le 58 e 51 vittorie stagionali rispettivamente ottenute e lo star power delle due squadre parlano chiaro. Entrambe le franchigie vantano un fortissimo candidato al primo quintetto All-NBA (Kawhi Leonard e Joel Embiid) ed entrambe sono reduci da un 4-1 nella serie precedente, entrambi ottenuti con modalità molto simili: dopo l’upset iniziale quattro vittorie filate, non tutte larghissime ma complessivamente convincenti. Non si può, dunque, dire che siano due squadre che non forniscano temi di interesse.

Eppure, è impossibile parlare di questa annata vissuta da queste due squadre senza far riferimento alla scorsa estate e a quella che verrà. Non è possibile inquadrare questa serie senza citare le acquisizioni fatte alla deadline e le scelte, pesantissime, che le due franchigie dovranno operare per indirizzare il proprio futuro.

Molto della stagione di Toronto e Philadelphia è, infatti, fondato sulle azioni spregiudicate dei loro General Manager. Tanto Masai Ujiri quanto Elton Brand hanno deciso, a partire dalla preseason, di investire le proprie fiches per provare a colmare la vacanza di potere lasciata da LeBron James in cima alla Western Conference.

Entrambi i dirigenti hanno scelto di tentare la massimizzazione del materiale umano a loro disposizione, pur consci del fatto che alle loro mosse sarebbero state inevitabilmente legate conseguenze future piuttosto pressanti per la competitività delle rispettive franchigie. Se la mossa Kawhi Leonard è stata letta da tutti come un all-in da parte dei Raptors, intenzionati a separarsi dal loro recente passato fatto di meltdown ai playoff dopo regular season impressionanti, la trade-Butler imbastita da Brand è sembrata rappresentare la ricerca di un closer e di una terza star per dare immediatamente ai Sixers una nuova dimensione. Allo stesso modo, gli arrivi sul gong della deadline di Tobias Harris e Marc Gasol hanno mostrato una volta di più la volontà da parte delle rispettive dirigenze di aggiungere pezzi che potessero risultare importanti già in questa corsa playoff e non collidessero con le timeline delle due franchigie.

Il prezzo di questo atteggiamento spregiudicato da parte dei due front-office verrà pagato nel corso della prossima estate, quando Harris, Butler e Leonard saranno free agent e Gasol potrebbe (inverosimilmente) decidere di fare opt-out dal suo ricco contratto.

Molto del futuro delle due franchigie passa, quindi, indiscultibilmente attraverso questa serie: chi passerà il turno avrà migliori possibilità di riconfermare il proprio nucleo e confermarsi in cima alla Eastern Conference per le stagioni a venire, oltre che di cercare l’assalto alle finali NBA già quest’anno.

Precedenti stagionali

Nel corso della regular season da poco conclusasi i Toronto Raptors hanno ottenuto tre vittorie su quattro gare complessive contro i Sixers. Toronto si è imposta per 129-112 nel primo confronto stagionale, per 113-102 nel secondo e per 119-102 nell’ultimo incrocio tra le due squadre. L’unica vittoria di Philadelphia è il 126-101 del 22 dicembre, ottenuto contro dei canadesi a dir poco rimaneggiati. Come anticipavamo poco fa, però, tra il primo confronto, quello del 30 ottobre, e l’ultimo, quello del 5 febbraio, le lineup sono cambiate in maniera importante. Ma cosa ancora più interessante, al momento dell’ultima sfida i Sixers non avevano ancora acquisito Tobias Harris, mentre Marc Gasol giocava ancora nei Grizzlies: non abbiamo, dunque, nessun precedente tra le due squadre nelle loro composizioni attuali.

Nel primo confronto stagionale Markelle Fultz, Dario Saric e Robert Convington erano parte integrante del quintetto dei Sixers, mentre Shamet e Muscala giocavano un importante ruolo dalla panchina, ruolo che era addirittura cresciuto dopo l’arrivo di Butler. Nessuno di questi giocatori è più alla corte di Brett Brown.

Allo stesso modo, la panchina dei Raptors ha perso l’apporto di Jonas Valanciunas e Delon Wright guadagnando quello di Serge Ibaka, divenuto sesto uomo dall’arrivo di Gasol.

Insomma, gli equilibri delle due lineup sono cambiati molto e, per quanto la regular season abbia un peso limitato nei confronti con la post-season, noi non disponiamo di dati empirici su cui fondare le nostre legittime aspettative per la serie.

Nell’unico confronto stagionale vinto da Philadelphia, Embiid ha dominato con 27 punti e 11 rimbalzi l’area dei Raptors. In quella gara erano assenti Ibaka e Valanciunas e per i Raptors partì titolare Greg Monroe, ora ai Sixers.

Chiavi tattiche

Proprio dall’unica vittoria stagionale di Philadelphia contro Toronto bisogna partire per ritrovare alcuni dei temi tattici della serie: primo elemento tra tutti sarà, sicuramente, la condizione di Joel Embiid e la sua capacità di attaccare gli avversari in post. Pur non essendosi mostrato al meglio nel corso della serie contro i Brooklyn Nets, totalizzando in media 4 possessi a gara in tale situazione (comunque secondo dato della post-season alle spalle di Aldridge), il centro camerunense resta uno dei migliori attaccanti di post dell’intera lega: nel corso dell’ultima regular season ben 8.1 possessi in post dei 12.2 dei Sixers portavano la sua firma e, in questo specifico fondamentale, Embiid portava a casa ben 1.05 punti a possesso. Una discreta garanzia, dunque, alla quale appoggiarsi per costruire l’attacco a metà campo. Dall’altra parte, però, Toronto oltre ad esser stata complessivamente una delle migliori difese della lega (quinto defensive rating NBA), è anche una delle migliori squadre della difesa del proprio pitturato, visto l’ottavo dato raccolto nelle conclusioni concesse da meno di sei piedi. In più, la staffetta tra Ibaka e Marc Gasol sembra proporre un ottimo mix di skills da oppore a uno dei migliori centri della lega: esperienza, fisico e capacità di reggere il confronto in post.

Come vedete,anche nella metà campo offensiva, Gasol sa come portare Embiid fuori dalla propria comfort zone, fattore non da sottovalutare se si considerano le condizioni non ottimali del 21 camerunense.

Altro tema molto intrigante sarà l’accoppiamento tra i restanti quintetti delle due squadre: Ben Simmons, JJ Redick, Jimmy Butler e Tobias Harris sono un mix di talento e skills praticamente unico nella lega, ma Toronto ha la possibilità di opporre loro una rotazione piuttosto lunga, piena di ottimi difensori intercambiabili tra loro su praticamente tutti gli attaccanti di Phila. Siakam, Danny Green e Lowry completano con Kawhi Leonard un pacchetto di difensori asfissianti sulla palla, dotati dell’impagabile capacità di sporcare le linee di passaggio: i Raptors sono stati per tutto l’anno la squadra che effettuava più deflections dell’intera lega dopo i Thunder (15.2 deviazioni a partita), un dato interessantissimo da opporre a una squadra che convive con due anime come Philadelphia.

La difesa di Toronto mostra di saper come fermare i Sixers: rallentare la transizione, negare il post basso, sporcare il palleggio e le linee di passaggio.

I Sixers, infatti, oltre ad essere tra i team che va più in post della lega (secondi solo agli Spurs in stagione, primi ai playoff), sono anche tra le squadre che vogliono correre maggiormente: hanno il dato più alto della post-season (105.6) e l’ottavo dato della regular season (102.4) per Pace. Questo è il prezzo da pagare quando le tue due stelle principali si chiamano Joel Embiid e Ben Simmons: dover variare le tue situazioni preferite in relazione a quale tuo giocatore di riferimento sta guidando la squadra in quel momento.

Toronto, senza alcun dubbio, proverà a costruire su questo dualismo un suo punto di forza, cercando di negare la transizione e portare la contesa su un ritmo più consono ai suoi standard (appena il quindicesimo dato totale della NBA per Pace).

In questo modo -oltre a ridurre il range di possibilità di Ben Simmons che, però, ha già mostrato di poter giocare efficacemente anche da bloccante nel corso della serie contro Brooklyn- i Raptors potrebbero più agevolmente riuscire a far valere le proprie caratteristiche difensive: l’intercambiabilità sui blocchi e le braccia lunghe per occupare spazio e deviare i passaggi.

Ultimo tema della sfida: la profondità e l’esperienza dei roster. A parte JJ Redick e Jimmy Butler, in molti in casa Sixers sono alla prima o alla seconda esperienza di playoff, mentre il roster di Toronto è decisamente più attrezzato, con numerosi giocatori che hanno raggiunto le Finali di Conference, le Finali NBA o addirittura, come nei casi di Danny Green e Kawhi Leonard, vinto anche un titolo da protagonisti.

L’assunto si complica per i Sixers se si considera quanto corta sia realmente la rotazione: malgrado i 36.6. punti di media raccolti a partita fin qui dalla second unit dei Sixers (quarto dato della post-season), giocatori come Bolden, Marjanovic e McConnell hanno tutte le caratteristiche essere presi di mira difensivamente in ogni singolo possesso qualora schierati continuativamente in campo. Toronto, invece, ha una panchina un po’più lunga dalla quale giocatori come VanVleet, Powell e soprattutto Ibaka possono fornire un apporto più sostanzioso.

Qualora le riserve dei Sixers fossero realmente esposte ai propri difetti tecnici, le possibilità di far riposare un minimo i propri titolari per coach Brown si assottiglierebbero sensibilmente e, in una serie che si promette lunga e faticosa, il logorio dei titolari potrebbe fare davvero la differenza.

Players to watch

In una sfida come questa, nella quale la lungherzza delle rotazioni può risultare decisiva, non è sbagliato attendersi che sia proprio un giocatore in uscita dalla panchina a far la differenza nei momenti di maggiore equilibrio della contesa.

In casa Sixers, dunque, occhio a Mike Scott che ha già mostrato di poter tenere il campo nei playoff con minuti di quantità e qualità. Il miglior momento della sua post-season (e, con ogni probabilità della sua carriera) è la pesantissima tripla realizzata nel finale di Gara 4 contro i Brooklyn Nets. Tanto il suo apporto da sesto uomo,quanto la sua fondamentale capacità di giocare più ruoli, assecondando anche le scelte più estreme di coach Brown, sono qualità che possono assolutamente risultare decisive per controbilanciare la versatilità dei quintetti che proporrà coach Nick Nurse.

Relocation, si mette in visione e mette i tre punti più importanti (fin qui) dei playoff dei Sixers al termine di una gara personale da 8 punti e 8 rimbalzi in 27 minuti.

Per Toronto, invece, sarà molto interessante vedere in che modo Serge Ibaka comporrà la sua staffetta con Marc Gasol in marcatura su Joel Embiid: questo sarà, probabilmente, uno dei fattori più interessanti dell’intera serie.

Pur rendendo al centro di Philadelphia diversi centimetri, Ibaka ha la mobilità laterale e il fisico per non andare sotto contro il prodotto di Kansas, contro il quale sicuramente ricorrerà a ogni stilla della sua esperienza playoff.

L’ex giocatore dei Thunder può, inoltre, sicuramente risultare un’arma interessante anche nella metà campo offensiva, visto che permetterà a coach Nurse di variare il modo in cui il numero 21 di Philadelphia verrà attaccato di possesso in possesso, costringendolo anche a dover fare dei closeout in angolo al quale il camerunense non è propriamente abituato.

In coppia con Gasol, il congolese costisuisce teoricamente la miglior coppia di two-way threat per Embiid all’interno della Eastern Conference: vedremo se il campo confermerà o smentirà l’assunto.

Un esempio proficuo della staffetta tra Gasol e Ibaka in questi playoff.

Pronostico

Per maggiore profondità della rosa ed esperienza complessiva potrebbero essere i Toronto Raptors a partire come favoriti di una contesa dal risultato apertissimo. Non è difficile ipotizzare che si giunga a Gara 5 con il punteggio in perfetta parità: a quel punto, quando il livello salirà ulteriormente, avere a roster gente che ha giocato tante gare di questo tipo come Kawhi Leonard, Danny Green, Marc Gasol, Serge Ibaka e un Kyle Lowry voglioso di togliersi l’etichetta di “giocatore da regular season” di dosso potrebbe fare la differenza. Un 4-2  dei Raptors appare, dunque, uno scenario piuttosto plausibile all’interno di una serie che, però, promette di essere fisica e piena di aggiustamenti tattici.

Guarda i commenti

  • Anche per me 4-2 per i Raptors.
    E' una sfida interessantissima comunque.
    Molto dipenderà da una parte da quanto Siakam saprà sfruttare il suo vantaggio contro Tobias Harris e dall'altra da quanto Butler riuscirà in difesa a limitare Leonard e in attacco a segnare i canestri decisivi, in caso di partite punto a punto. E' lui infatti che prende la situazione in mano per i Sixers in caso di difficoltà.
    Embiid non arriva fisicamente al top e secondo me farà un po' fatica contro Gasol e Ibaka, mentre Simmons non può tenere il ritmo altissimo per tutta la serie e la forte difesa dei Raptors saprà come sfruttare la sua debolezza al tiro.
    Naturalmente, Leonard è il più forte di tutti quelli che scenderanno in campo e la sua fame di vittoria sarà enorme. Dopo Durant e secondo me più di Harden ed Antetokoumpo, è il giocatore più forte di questi playoff, nei quali tra l'altro si gioca una fetta consistente della sua carriera. Ne vedremo delle belle.

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Pubblicato da
Jacopo Gramegna

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